Aspettando

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Mi ritrovo sul letto,disteso al barlume della candela accesa sul comodino,che mi sovrasta difronte..ricordo ancora il letto di Ron che padroneggiava accanto al mio,e che condivideva quello stesso comodino che ora mi sembra soltanto un misero poggia candele...il legno scolpito in tanti grovigli di linee,mi fa pensare altrove.A cose lontane.Lontane da me.Quelle cose che non avrei mai pensato se non per prendere possesso di qualche risata.

Aspetto per ancora qualche minuto,mentre fisso l'orologio che fa andare le lancette su e giù,mentre passa il tempo e lei non arriva.Mi insospettisco.Piango.Mi obbligo a ricordare che arriverà.Che sarà qui a momenti e trattengo le lacrime sull'orlo delle ciglia inferiori

Rivolgo lo sguardo alla porta,sperando che in qualche modo si possa aprire e aspetto impazientemente il cigolio che fa mentre si apre.Ma non lo sento.Sono rassegnato,non verrà,sono trascorse due ore dall'orario dell'appuntamento che c'eravamo dati qualche tempo fa,quando ancora aspettavamo l'uno i baci dell'altra.Quando non mi ero accorto del suo rapporto confidenziale con quel gatto morto di Draco,

Confidavo in lei,ma si era presentato troppo bene quel faccino,che non ne avevo potuto fare a meno di innamorarmene e iniziare a fidarmi.

Era stata forse colpa mia.Sarei dovuto stare più attento quella sera,al ballo di Natale.

Non sarebbe successo nulla di tutto ciò che invece avevo dovuto sopportare.

La gamba di Ginny

La caduta della Mcgranit o il completo abbandono dei miei amici

non avrei mai immaginato di trovarmi in una take situazione e ne tanto meno per amore di una ragazza.

Non ero più il ragazzo timido e riservato che aveva conosciuto Ginny.

No,ero cambiato e a giudicare dal comportamento di tutti,quei comportamenti da idiota egoista

non si addicevano alla mia fama.

A me

a Harry

.Fino a qualche tempo fa non avrei permesso di trattare male la mia Ginny,ed invece adesso ero stato io stesso a farlo.

A permetterlo.

A permettere al mio cuore di farla soffrire,di innamorarmi da quella montagna di ricci.

Di quegli occhi,che forse non mi porteranno a niente.

solo a soffrire,o rompere il cuore di un'altra ragazza.

Adesso mi volto,come se sotto comando,premo il viso sul cuscino che sa di fresco dietro di me.

Aspiro per qualche momento il suo profumo di pulito e saponetta alla vaniglia.Ma non resisto e devo sollevarmi,trattengo bene la testa che fino a poco prima mi doleva così tanto che pensavo alle cose che mi tendevano più triste senza rendermene conto.

Ero patetico,

Poggio i piedi scalzi a terra,il loro tremolio si riversa su tutto il corpo e mi dirigo verso la finestra.

...mi manca il fiato.Non parlo.

Quello che mi esce di bocca è un solo grugnito,un gemito soffocato e prendo tra le mani ancora tremanti la lettera sul davanzale.

strappo nervosamente la carta.

E scorro gli occhi sulla scrittura perversa che intravedo.

<>

La getto per terra e mi sdraio anch'io.

Ora mi dispero.

Solo questo da aspettarsi,il suo abbandonio.

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