"Robert" sussurrai incredula di averlo a pochi metri da me
"Chloe"
"è passato così tanto tempo"
mi avvicinai lentamente a lui, volevo soltanto abbracciarlo per verificare che non fosse tutto frutto della mia mente, ma temevo di non poterlo fare.
"perché non mi hai più chiamata?"
"non ho potuto farlo" sussurrò
non diedi peso alle sue parole anche se avrei dovuto farlo, mi avvicinai velocemente al suo corpo e lo strinsi a me senza badare ad occhi indiscreti che magari avrebbero potuto notare quella scena.
poggiai le mie mani attorno ai suoi fianchi e poggiai la testa sulla sua spalla, percependo la dolce essenza del suo profumo che era lo stesso di sempre.
Mi era mancato da morire.
"Chloe no, per favore, non qui" disse subito dopo avermi stretto leggermente, staccandosi dalla mia presa e indietreggiando di qualche passo
"Robert abbiamo bisogno di parlare, è giusto che tu sappia alcune cose"
"seguimi" disse incamminandosi tra i fitti alberi che contornavano l'abitazione.
"devo liberarmi di un peso troppo grande che mi porto dentro da ormai tanto tempo. È giusto che tu sappia."
"cosa? Che cosa devo sapere Chloe?"
"a New York" provai ad iniziare il discorso, ma l'emozione e le lacrime presero il sopravvento su di me impedendomi di parlare.
"prima di lasciarci noi... insomma, prima di andarmene io non sapevo, l'ho saputo soltanto quando sono tornata a londra" ripresi cominciando di nuovo a piangere come una bambina. Mi guardò confuso come se non capisse quel che stavo dicendo.
"Chloe? Cosa stai dicendo? Spiegati meglio."
"io quella notte, cioè io e te, abbiamo concepito una bambina. La bambina che ho portato con me."
ci fu un lungo silenzio.
"dimmi che non stai mentendo" disse spalancando gli occhi e indietreggiando.
"mi spieghi cosa cazzo ti è passato per la mente? Perché non mi hai detto niente?" urlò afferrandomi per le spalle fino a spingermi contro la corteccia dura di uno di quegli alberi.
Per una frazione di secondo provai una sensazione di timore e paura nel vederlo così arrabbiato, sembrava una altra persona e non il Robert che avevo conosciuto, non quello che mi aveva promesso amore eterno.
"perché quando l'ho saputo era troppo tardi, hai ripreso in mano la tua vita con Exton e Avri, tu non ti sei più fatto sentire e..." dissi provando a giustificarmi.
"Chloe stai parlando di mia figlia! Mi hai tenuto nascosto una bambina per tutto questo tempo."
"Robert io... volevo soltanto che tu non avessi problemi."
"credi davvero che l'arrivo di un bambino mi avrebbe dato problemi?"
non sapevo cosa dire, provai a staccarmi dalla sua presa ma era troppo forte e non riuscivo a sviare.
"Chloe io non riesco proprio a capirti" urlò così forte da farmi paura
"Non parlarmi in questo modo Robert"
sbuffò e si portò le mani ai fianchi guardandomi serio.
"come si chiama?" disse alzando gli occhi al cielo per evitare i miei.
Eravamo arrivati a quel punto di non guardarci neanche più negli occhi, ogni volta che provavo a parlare mi sembrava di essere sola poiché i suoi occhi erano rivolti da qualche altra parte.
"Rachel"
"Grey immagino"
strinsi le labbra leggermente ed annuii con un cenno del capo e mi portai le mani sul volto provando ad asciugarmi le lacrime.
"vorrei dargli il mio cognome se permetti. È anche mia figlia."
"Robert..."
"voglio vederla. Posso o devo prima mandarti un permesso scritto dal mio avvocato?" disse sospirando rumorosamente.
"sei stata proprio stupida lo sai? Saresti potuta venire fuori casa mia a chiedermi tutti i soldi che volevi e io non avrei potuto fare niente, ma soltanto darteli." Riprese scoppiando in una fragorosa risata che mi umiliò parecchio, mi sentii inutile e priva di qualsiasi difesa davanti a lui. Mi stava mortificando ed io non potevo difendermi, non potevo nascondermi dalle sue parole che seppur non troppo aggressive suscitavano dolore dentro di me.
"io non li voglio i tuoi cazzo di soldi Robert" urlai a mia volta girandomi dal lato opposto
Mi avviai lentamente, seguita da lui alle mie spalle, verso i tre bambini che stavano giocando, correndo da una parte all'altra dell'immenso giardino dell'abitazione. Appena videro le nostre sagome cominciarono a venire nella nostra direzione, Avri corse così velocemente che si gettò tra le braccia di Robert che la prese in braccio e le stampò un dolce bacio tra i capelli, mentre Exton strinse la sua mano e lo indirizzò verso la direzione da lui desiderata.
la piccola Rachel mi mostrò un grandissimo sorriso e lasciò che lo prendessi in braccio, si avvicinò al mio orecchio e cominciò a dirmi qualcosa a bassa voce.
"è lui Robert? Il tuo amico?" sussurrò tra i miei capelli
"sì è proprio lui" risposi con un leggero sorriso.
la piccola scese dalle mie braccia con un piccolo saltello e si posò davanti a Robert che posò Avri a terra e si piegò sulle ginocchia accarezzandogli la testa con la mano e guardandola sorridendo.
"Tu sei quello dei film?"
"si, ne hai visto qualcuno?" disse soffocando una leggera risata nel sentire come la bambina l'aveva etichettato.
"si. Mamma mette sempre i tuoi film quando è triste"
improvvisamente mi voltai dall'altro lato per evitare un qualsiasi genere di sguardo da Downey, in quel momento avrei soltanto voluto portare via Rachel per evitare di raccontare altre 'scomode verità' a Robert.
"davvero?" chiese lui fingendosi sorpreso ma allo stesso tempo interessato da quella rivelazione.
"si, e dorme anche con delle maglie, e la zia Lauren urla il tuo nome ogni volta che la mamma le indossa" disse la bambina avvicinandosi di più a lui per lasciarsi prendere in braccio.
Robert si voltò verso di me e mi rivolse uno sguardo privo di qualsiasi cattiveria o rabbia, era come se tutto ad un tratto si fosse calmato grazie a quelle poche affermazioni che aveva fatto quella bambina. Lo vidi più sereno. Mi guardò per qualche istante e le sue labbra si piegarono in un piccolo sorriso sincero.
"torniamo dentro dai" disse Robert rivolgendosi ai bambini indirizzandosi verso la grande porta. Quella scena mi strappò un sorriso, misi da parte la tristezza dell'essermi accorta di non essere più importante per lui, d'altronde se così fosse stato sarebbe già venuto da me e mi avrebbe baciata davanti a tutti.
non ero più la donna della sua vita.
non ero più la donna che amava.
ero soltanto la madre di sua figlia.
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Into My Heart
Romance[sequel di "Under My Skin"] L'amore non muore mai di morte naturale. Muore perché noi non sappiamo come rifornire la sua sorgente. Muore di cecità, di errori e tradimenti. Muore di malattia e di ferite, muore di stanchezza, per logorio o per opacità.