Capitolo 2

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Erano passati già un paio di giorni dal mio incidente e io ancora non mi ero emotivamente ripresa. Passavo le mie giornate a piangere e a disperarmi tanto che il medico che mi aveva in cura pensò fosse il caso di farmi parlare con uno psicologo per aiutarmi a risolvere il mio problema e provare ad accettare la cosa. Feci quattro o cinque incontri, non ricordo esattamente, ma non ebbero buon esito: non dissi mezza parola in nessuna delle sedute e alla fine lo psicologo incaricato decise di sospendere la terapia in quanto secondo lui stavo ancora assimilando la notizia e di conseguenza non ero ancora emotivamente pronta a parlarne con qualcuno. Consigliò ai miei di non lasciarmi mai troppo da sola quindi, anche negli orari non destinati alle visite, ero sempre affiancata da qualcuno. Regina si offrì di farmi compagnia durante tutta la prima settimana dando il cambio ai miei genitori che poverini erano emotivamente e fisicamente stremati, ma poi dovette tornare a lavoro per cui non potè più tenermi compagnia per tutte quelle ore.

- Mi hanno chiamata dalla federazione, devo allenare una ginnasta, perciò non potrò essere presente tutti i giorni ok? - cercò di essere il più carina possibile.

-Wow... mi hai già rimpiazzata vedo... - erano davvero rare le volte in cui parlavo, l'ultima volta che lo avevo fatto  fu quando li mandai tutti fuori dalla mia stanza subito dopo aver appreso la notizia del mio stop e ogni volta che lo facevo ero sempre molto scontrosa e cattiva.

- Emma no, ma cosa dici?  Non ti sto rimpiazzando. Non scelgo sempre io chi allenare e visto che per ora sono "libera" da incarichi mi hanno assegnato qualcun altro da allenare.

- se non è rimpiazzare questo...

- Dai non fare così... verrò a trovarti prestissimo promesso, non ho alcuna intenzione di farti affrontare la cosa da sola. Ogni weekend sarò qui da te a vedere i progressi che hai fatto quindi lavora solo e rendimi orgogliosa di te.

- Non sei più la mia allenatrice, fatti rendere orgogliosa da quella che allenerai, io ho chiuso... con la ginnastica e da adesso anche con te! Sparisci!

Non ero mai stata un tipo aggressivo e chi mi conosce lo sa ma non stavo per nulla bene in quel periodo e lo manifestavo sparendo veleno su chiunque mi passasse davanti.

Regina nonostante il modo in cui la trattai si fece in quattro per mantenere la promessa che mi aveva fatto e nonostante non le diedi mai modo di poter venire in stanza a trovarmi, non volevo assolutamente vederla, non smise mai di recarsi in ospedale a chiedere ai miei genitori dei miei progressi o anche solo per sedersi su una panchina davanti la mia camera e aspettare.

Il prendere atto  che Regina non sarebbe stata più una presenza constante nella mia vita mi destabilizzò tanto quando l'apprendere della fine della mia carriera artistica e questo si ripercosse anche nei miei progressi in fatto di riabilitazione. Dopo venti lunghissimi giorni di assoluto riposo mi venne dato il via libera per iniziare la fisioterapia di conseguenza due ore al mattino e una il pomeriggio sarei stata impegnata in delle noiosissime sedute di riabilitazione. I miei ne furono felici sapendo che non me ne sarei stata stesa su un letto a contemplare il soffitto tutto il santo giorno ma non immaginavano certo  che mi sarei comportata peggio dei giorni precedenti.

Il mio fisioterapista era un nonnino tutto coccole che accarezzava i suoi pazienti piuttosto che farli lavorare pertanto, in collera con il mondo e ritenendo inutile un lavoro del genere visto che non avrei potuto più allenarmi, non fu difficile prendere il comando. Mi rifiutai di collaborare e per una settimana intera non mi sforzai di fare neanche un solo esercizio. Ci provò in tutti i modi a convincermi a collaborare ma fallì miseramente tanto che il medico che mi aveva operato decise di dargli un nuovo incarico mentre a me venne affidato un nuovo fisioterapista: un vero stronzo questa volta.

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