Capitolo 13

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Penelope's POV

Nonostante il sole splendesse alto, una folata di vento mi colpì il volto, costringendomi a stringermi meglio nella mia sciarpa di Corvonero, mentre con passo svelto mi dirigevo dall'altra parte del castello.

Lo scontro tra Jane Smith e Millicent Bulstrode aveva lasciato un mormorio sommesso tra gli studenti, che erano rimasti a spettegolare e ipotizzare le possibilità più strane del motivo di una tanto cruenta aggressione.

Non credevo che quella ragazzina fosse capace di attaccare in modo tanto diretto e feroce una ragazza molto più grossa e alta di lei. Una grande dimostrazione di coraggio, anche se credo che ad averla guidata fosse più l'istinto che altro.

Nonostante ciò, non mi interessava particolarmente ne mi era utile sapere i motivi delle sue azioni o chissà cos'altro, anche se mi ritrovai a dover ammettere che quella scenetta aveva fatto si che si scaturisse in me un bel po' di curiosità.

Quando rientrai nel castello, proseguii nel luogo nel quale ero diretta quasi automaticamente, senza neanche pensarci. D'altronde avevo percorso quei corridoi molte più volte di quanto avessi percorso quelli che portavano alla sala comune di Corvonero.

"Calderone in peltro" pronunciai rivolta al gargoyle d'oro, e per poco non fui tentata a farlo esplodere con un incantesimo a causa della lentezza con la quale stava aprendo il passaggio alla scalinata a chiocciola.

Salii di fretta le scale e mi fermai a qualche centimetro dalla porta dello studio del preside, prima di bussare.

Nonostante sapessi con assoluta certezza che nella stanza in quel momento doveva trovarsi solo il preside, sentii un vociare provenire da oltre la porta, che si fermò appena dopo che ebbi bussato.

Qualche secondo dopo la porta si spalancò e appena fui entrata, si richiuse immediatamente alle mie spalle.

Mi guardai un attimo intorno, prima di dirigermi verso la scrivania e prendere posto di fronte alla sedia vuota che sarebbe dovuta essere stata occupata dal preside, ma che ora si trovava in piedi vicino ad una serie di quadri dormienti.

"Severus... adesso parli anche da solo?" esordii con un ghigno, appoggiando il piedi sulla scrivania con menefreghismo.

Non si voltò completamente nella mia direzione, ma si limitò a lanciarmi uno sguardo veloce, visibilmente infastidito.

"Non mi sembra di averti mai autorizzata a chiamarmi per nome" la sua voce era lenta, fastidiosamente lenta, e non lasciava trasparire una benché minima emozione.

"Dai Sevrus, siamo ancora a questo punto? Pensavo che ormai fossimo diventati amici dopo tutte le belle giornate passate insieme" dissi in tono di sfida, sistemandomi meglio sulla sedia, pur tenendo ancora i piedi sulla scrivania strapiena di oggetti magici.

"L'unico motivo per cui i nostri incontri sono così frequenti è perché è stato il signore oscuro in persona a chiedermi che questo avvenisse, Abigail." rispose, avvicinandosi anche egli alla scrivania "Non certo per mi volontà"

Sorrisi maliziosa; la freddezza crudele di Piton era sempre riuscita a farmi divertire. "Ouch, Severus. Così mi ferisci"

Alzò impercettibilmente gli occhi al cielo, poi sistemandosi meglio la veste, si sedette di fronte a me.

Era invecchiato davvero molto da quando lo avevo incontrato durante il mio primo anno ad Hogwarts. Ricordo perfettamente quanto ne fossi spaventata, soprattutto durante le primissime lezioni di pozioni. Sorrisi nuovamente pensando a quanto le cose fossero cambiate da 8 anni a questa parte.

Light || Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora