ANOTHER SIDE

capitolo 7

Il giorno dopo, come prima cosa dopo essermi svegliata, chiamo Noah e gli chiedo di trovarci da qualche parte per colazione, dato che devo raccontargli tante cose. Prendo la giacca ed esco subito di casa senza nemmeno salutare la mia famiglia. Ci troviamo nella solita stazione della metrovolante. Dopo qualche minuto di viaggio arriviamo dall'altra parte della città; entriamo in uno dei grattacieli del quartiere salendo sulla piattaforma volante che ci porta immediatamente all'ultimo piano. Ci sediamo sui divanetti ai lati di una delle tante stanze e ci mettiamo a parlare. Dalla sottilissima finestra di vetro del grande palazzo si estende in tutta la sua bellezza la città di Huckson: metrovolanti che sfrecciano velocissime nel cielo, piattaforme che si alzano e che si abbassano dappertutto. Da lontano intravedo anche la scuola in tutta la sua maestosità; ma c'è una cosa che mi incuriosisce più del resto: il lago Thibould. Noah nota il mio sguardo preoccupato ma io lo distolgo immediatamente per non procurargli timore. Mi prende la mano e mi guarda; i suoi occhi mi stanno parlando e decido di raccontargli delle visioni e dello strano vortice o di qualsiasi cosa si tratta, che il giorno prima avevo intravisto sul fondo del lago. Mentre parlo, lui è stupito, ma allo stesso tempo preoccupato. Dopo qualche minuto finisco il mio racconto e subito Noah inizia a parlarmi: "Hey, non importa cosa ci sia in fondo al lago, noi lo scopriremo insieme!" D'istinto mi viene d'abbracciarlo e lui ricambia. Mi piace questa sensazione di protezione e tranquillità avvolta dalle sue calde e grandi braccia. Allento la presa e gli dico: "ok, basta che sennò inizio a piangere. Chiamiamo Cheryl, raccontiamole tutto e andiamo al lago". Noah mi ferma: "Meddison, è proibito andare al lago prima e dopo la cerimonia, quindi dovremo fare molta attenzione o potremmo finire in grossi guai.". Annuisco, mi alzo e insieme ci avviamo verso casa di Cheryl per riferirle tutto.