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Trovava deplorevole passare la vita a riprodurre su tela mazzi di fiori su sfondo bianco.
Trovava miserevole passare il tempo ad aspettare che qualcosa di interessante passasse davanti al suo cavalletto.
Riteneva inutile stare in silenzio durante un ritratto e far scorrere l'imbarazzo tra le due figure.

«L'arte è espressione ,sentimento e se vogliono che io li ritragga per quelli che sono davvero perché devo fare pitture eroiche se dentro di loro tremano ,non chiamarlo ritratto ma una imitazione di essi riuscita male» esplicava.

«Tutte le persone vogliono un ritratto che mostri la parte "migliore di loro" ma io penso che abbindolano il pittore solo per riprodurre su tela quello che loro vorrebbero che tutti vedessero, un'immagine che nemmeno loro considerano loro ma a causa della società sono costretti a mostrare, mostrarsi per quello che si è, nemmeno in un quadro ci riescono »

Come il rosso corallo che si reggeva sulla sua tavolozza ,le guance del giovane ragazzo si colorarono paonazze per l'afa.
Quel pomeriggio d'estate del 1852 nel bel mezzo di luglio, il calore che veniva su dalla terra fertile e rigogliosa di Britannia era di un livello superiore.
Tutta la vegetazione formatasi in quell'estate ancora di quell'anno rigoglioso e benefico per il paese ,cominciava a segnare i primi bisogni di abbondanza di acqua.
La casa che si ereggeva nel confine tra il regno e il bosco era interamente ricoperta da cemento solido sovrastata da un tetto formatosi da un albero forte e vigoroso.
Questa stessa casa al suo interno era totalmente a suo stile personale.
Nulla di ciò era scontato.
La scelta di arredamento era semplice nulla che facesse intendere a chi vi entrava che il proprietario della abitazione fosse in condizioni più che modeste.
Appena ci si affacciava all'entrata si presentava sull'angolo  sinistro un baule chiuso da una cinghia di cuoio e messo in evidenza dall'attaccapanni coperto da grembiuli bianchi con qualche macchia colorata e un cappotto semplice.
Subito dopo un tavolo di legno massiccio ricoperto da una pezza di stoffa bianca , si deduceva che non era la posizione quotidiana di quel tavolo perché in quel momento era di fronte ,attaccato al muro principale della stanza e le sedie che dovevano accompagnare il tavolo erano limitate ad un angolo della stanza.
Sul tavolo ricoperto da tavolozze ,colori, e pennelli intinti in acqua grigiastra sporca di diversi colori , contenuti in bicchieri di vetro.
E non tanto lontano una brocca di argilla decorato con particolari blu ,contenente pennelli di diversa misura la quale punta sporca a causa probabilmente di pittura troppo secca o troppo usata per dissolversi solo con acqua.
Il muro costretto dietro il tavolo alla fine del suo percorso di 4 metri , comprendeva un vasto camino acceso per il troppo freddo solo nelle notti gelate di inverno.
Di fronte a esso solo una poltrona confortevole coperta da tessuto.
Subito sopra al camino ,tre piccole mensole con altrettanti pennelli e piccoli quaderni da disegno legati da nastri.
Il muro iniziava spezzato.
Spezzato da una scala che si prolungava fino al secondo piano.
La prima parte di scale era formata da tre gradini che finiva con un pianerottolo dove si apriva una finestra che dona luce a tutta la stanza.
Il paesaggio che si mostrava alla finestra era un decoroso giardino lasciato alla sua natura e quindi non forzato da altri fattori se non la natura stessa.
Dopo questo pianerottolo la scala continuava con altri 4 gradini verso destra e conduceva alla stanza da letto del ragazzo.
L'entrata di essa era resa più graziosa da due piccole colonne doriche che reggevano il peso che il soffitto esercita.
La camera da letto era composta solo da un letto matrimoniale ritenuto quai troppo grande dal ragazzo.
Il muro principale che era lo stesso che condivideva con quello della sala inferiore, faceva da appoggio per un piccolo scrittoio.
Una seconda finestra altrettanto provvista di una vista sulla natura illuminava la stanza da letto.

«Ma scusami che c'è di male ,l'importante è arrivare a fine mese , quindi che ti paghino, dopo l'interpretazione lasciala a chi ci passa davanti»

«Si ma forse tu non hai capito Jimin che su quel dipinto ci sarà la mia firma »

L'amico tirò un sospiro « jungkook non capisco ancora di cosa ti debba lamentare ,fai il lavoro che desideri ,vieni pagato bene , tutti ti apprezzano in questa città e solo perché le persone non vogliono farsi ritrarre come tu pensi sia meglio ti devi rovinare la vita»

Dietro la tela [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora