1 U l t i m a

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1.

Bi

E' l'ultima sera qua al Lux, il locale più rinomato di Londra, situato all'ultimo piano di uno dei più belli grattaceli della capitale, ed io sto pulendo il bancone affiancata dalla mia collega Alìze.

Di origine africana, era la ragazza più bella che avessi mai visto in tutta la mia vita: scura di pelle con gli occhi color ambra e labbra carnose.

 –Allora mi abbandoni per davvero?- i suoi capelli neri lucidi le coprivano il volto ma il suo tono non era scherzoso.

-Così sembrerebbe, questo lavoro vale un sacco per me, lo sai- mi voltai verso di lei e alcuni dei miei ricci mi caddero sul viso.

Li ricacciai indietro con un gesto veloce della mano e le sorrisi dolcemente –Non starò via a lungo, e comunque appena potrò tornerò nella capitale per la laurea. Lo prometto-

–Mi mancherai- disse la mora avvicinandosi per abbracciarmi –Ma verrò comunque a trovarti!-

-Non vedo l'ora!- mi accesi e ricambiai l'abbraccio.

Proprio in quel momento le enormi porti del locale si aprirono ed entrarono Jackson il nostro DJ con il proprietario del locale vestiti a tiro e con un enorme sorriso sulla faccia.

-Che succede?- chiesi ai due con un velo di preoccupazione che trapelò dal mio accento monegasco.

-Rilassati rossa, è una bella notizia- mi sorrise il biondo togliendosi le grandi cuffie che aveva appese al collo e appoggiandole sul suo amato mix, che era posizionato dall'altra parte della stanza.

-Stavo comunicando a Jackson- Luc prese la parola, e il suo accento londinese si insinuò nelle mie orecchie –Che stanotte, per la chiusura del club, terremo un evento privato per la casa automobilistica della Red Bull, in vista del Gran Premio- sorrise ed io roteai gli occhi –C'è qualcosa che non va LeClerc?- mi chiese notando il mio gesto.

-No, è che non mi piacciono molto i piloti- dissi secca.

-Ti intendi di Formula Uno?- mi chiese la mora vicino a me, squadrandomi.

-No, ma qualche volta mi capita di vederla in TV- mentii.

Non avevo detto a nessuno che fossi la figlia del miliardario pilota di Formula Uno, e la cugina di Jules che morì in un incidente, che straziò tutta la mia famiglia.

Dovetti cambiare cognome subito dopo la sua morte per evitare uno scandalo e chenascosi il mio essere la sorellastra di uno dei piloti della Ferrari dopo che mia madre decise di approfittare del suo povero papà.

Non volevo più vivere sotto la loro ombra.

La morte del papà di Charles ci aveva fatto prendere una bella botta da cui solo mia madre si era ripresa anche se non completamente, ma ogni volta che il nome di Hérvè risuonava a casa, un'aria di tristezza si posava sui nostri cuori.

Dopo la morte di Jules che adoravo e di mio padre Lucien pensavo che mia madre si volesse sentire vicina a me, l'unica cosa che le fossi rimasta, ma non fu così.

Volevo cambiare aria, quell'aria di casa satura di falsità e tanti di quei soldi, dove non contava altro ormai, ma essere semplicemente Beatrice, una barista che lavorava per guadagnarsi i soldi per l'università che ormai mia madre aveva deciso di non pagarmi più.

-Comunque qualsiasi sia il tuo problema con questi, mettilo da parte per stasera, perché dovrà essere la serata più bella della loro vita, ok?- concluse il moro in smoking.

Tutti annuimmo e tornammo a lavoro; io al bancone principale a contare i contanti e a mettere in ordine bottiglie e bicchieri, in modo che fosse più semplice fare i drink.

Broken|Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora