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3. 

Beatrice

Sentivo lo sguardo di Daniel poggiato sulla mia schiena mentre Charles mi porgeva la felpa che voleva che indossassi a tutti i costi visto che, avevano aperto il nostro gate, per poterci farci imbarcare sull'aereo privato, posteggiato proprio alla grande vetrata che stavo fissando.

Lo avevo scorso subito appena arrivati, l'unico con la pelle scura e che indossava grandi occhiali da sole all'interno dell'aeroporto, nonostante la poca luce del sole che trapelava dalle grandi nuvole grigiastre.

Il grande aeromotore era posteggiato a pochi metri da noi ed io, per millesima volta in quella giornata, mi chiedevo come fosse possibile che la gente si sentisse a suo agio in tutto quel lusso.

Il mio appartamento a Londra era decisamente il contrario di tutto quello che la ricchezza rispecchiava: piccolo con solo due camere ed un bagno che dividevo con la mia coinquilina ed una mini cucina che non usavamo quasi mai poichè nessuna delle due era una cuoca provetta quindi preferivamo ordinare.

-Ma mi stai ascoltando?- la voce di Charles mi fece sobbalzare.

-Come?- chiesi chiudendo la zip della felpa –Scusa ho parecchi pensieri- dissi.

-Lo vedo, ma non sei felice? Hai raggiunto qualcosa senza l'aiuto di nostra madre!- sembrava un bambino al luna park; i suoi occhi blu, cosi simili a quelli di mio padre brillavano di eccitazione.

-Non ricordarmelo per favore- dissi passandomi la mano tra i capelli scarruffati –Non voglio scoprire che pure in questa cosa c'è lo zampino di mia madre- mi voltai incontrando lo sguardo duro di Daniel.

Oltre a tenere a bada i brividi sulla schiena per colpa del bel moretto, la mia mente arrivò a mia madre.

Mia madre amava tenermi sotto il suo controllo, ogni cosa che avessi mai fatto nella sua vita era anche sua, metteva le mani in tutto: relazioni, lavoro, viaggi, conversazioni.

Aveva plasmato la mia vita per diventare una persona importante, una modella forse, come mio fratello, ma io avevo preso tutto da mio padre, Jules Bianchi, un uomo di cuore, che teneva alle persone e mi aveva sempre spronato a fare quello che amavo, tra cui la danza e la scrittura, e ovviamente l'università ad Oxford.

Sentii Charles sorridere per poi ricevere un tenero bacio sulla guancia –Non ci pensiamo adesso ok? Godiamoci questo viaggio, e l'alcool- mi sorrise sornione, mostrando di poco una bottiglia di Jagermaister, il mio drink preferito, nascosta nel suo zaino.

-Sei incorreggibile- risi mentre scuotevo la testa.

-Ci saranno anche Daniel e Max, nessuno farà caso a noi, non preoccuparti- chiuse lo zaino e mi fece l'occhiolino.

-Ehi- mi voltai riconoscendo la voce di Max da dietro la spalla –Sei pronta per un esperienza mistica con il team Red Bull?- disse facendo una linguaccia a mio fratello.

-La Ferrari è la meglio!- protestò Charles in italiano facendoci voltare.

Le facce confuse degli altri mi fece rendere conto che non aveva parlato il caro vecchio inglese

Certe volte mio fratello non riusciva a controllare tutte le lingue che aveva imparato con il tempo e riusciva a parlare in tre lingue diverse in una sola frase.

-Dice che il rosso mi sta meglio- tradussi a Max che ci guardava confuso mentre sogghignavo.

Avevo imparato l'italiano proprio da mio fratello che essendo entrato in Ferrari, aveva dovuto, dato il tanto tempo speso in Italia, ed io che amo le lingue fui più che felice di farmela insegnare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 26, 2022 ⏰

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Broken|Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora