P r o l o g o

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Prologo



-Tu non hai idea di chi ti stai mettendo contro!- i capelli rossi di mia madre le svolazzarono da una parte all'altra del viso pallido ed io mi limitai a roteare gli occhi –Non roteare gli occhi signorina eh! Cosa credi di fare senza il supporto della tua famiglia?!-

Sto guardando mio fratello in silenzio godersi questo teatrino tra me e nostra madre solo perché le ho detto che non voglio continuare a stare a casa sua a seguire una carriera che non mi rende felice –Mamma non ho mai avuto un supporto da questa famiglia- dissi con lo sguardo pieno di odio.

-Come osi insultare tua madre? Da quando tuo padre è morto ho fatto salti mortali per mantenere te e il mio caro Charles!- incrociò le braccia al petto.

-O su qualcuno- suggerii a mio fratello che sorrise senza farsi notare.

-Io sono tua madre! Ho fatto tutto quello che mi è stato possibile e non so come tu possa voltarmi le spalle così!- la sua espressione di cera non si scompose, mentre recitava la parte della madre addolorata per qualcosa che non esisteva.

E riecco il vittimismo che la contraddistingue, l'opportunismo invece non l'abbandona mai.

Mia madre a mio avviso è la persona più opportunista e supponente dell'intero pianeta, che riesce a mettere in soldi davanti anche alla propria vita –Il tuo caro Charles? Sul serio madre? Ed io chi sarei in questo splendido quadretto? La cenerentola di turno?- ero esasperata come non riuscisse a capire che per me le persone valessero più dei soldi che guadagnavano.

-Charles si è fatto il culo per entrare in Formula uno! E tu invece? Hai la possibilità di diventare la sua manager ed essere importante quanto lui e cosa fai invece? Vuoi fare la psicologa? Dimmi cosa ti porterà parlare con persone pazze?- la sua meschinità non aveva limiti –Charles tesoro per favore diglielo anche tu!- mia madre si voltò verso il mio fratellastro per un supporto che stranamente non ebbe.

-Mamma io credo che Bi debba fare quello che vuole, ha iniziato questa università con tanta passione e ha sempre eccelso in quello che faceva, ma tu non le dai mai credito, si può sapere il perché?- il moretto si alzò dalla poltrona in cui si era afflosciato per le ultime due ore.

-Perché non gli interessa nulla di me, solo di se stessa!- le gridai avvicinandomi pericolosamente –Perché pensi che non ammetta mai che ha due figli ma solo uno?- vidi una smorfia farsi strada sul volto di mia madre –Sì ho ascoltato la tua ultima intervista in quel programma TV- alzai di poco il mento per poterla squadrare.

-Ma tesoro era solo perché non era nell'argomento, tu non sei nel mondo della formula uno!- provò a difendersi ma con scarsi risultati.

-Ma sul serio mamma? Dio come puoi essere stata così cattiva?- Charles si passò una mano tra i capelli frustrato dalla situazione.

-E poi comunque ho applicato per la posizione di psicologo all'interno della Formula uno, così posso tenere d'occhio il tuo pargoletto- sbuffai perché su quel punto incontravo i suoi desideri.

-Non è questo che voglio per i miei figli! Non puoi abbandonare il sangue del tuo sangue!- protestò lei.

-Come se te ne fosse mai importato- sussurrai a mezza bocca e mio fratello rise.

-Non ci vedo nulla da ridere Charles caro! Tua sorella sta minacciando di abbandonarci! Per prendere la laurea in quella università in Inghilterra in cui non so nemmeno io come ho fatto ad accettare che ci andasse!- si riavviò una ciocca rossa che gli era ricaduta sul viso mostrando la sua espressione addolorata che più falsa non poteva essere.

-E' Oxford madre! Una delle migliori università del mondo! Come fai a non esserne orgogliosa?- la mia pazienza aveva raggiunto il suo limite.

-Basta non vi sopporto più!- anche mio fratello aveva raggiunto il suo limite.

-Sai cosa ti dico Beatrice?- quando pronunciava il mio nome per intero stava per farmi un out out –Se vuoi finire quella scuola allora vattene da qua e mantieniti da sola!- sorrisi, quelle parole volevo sentirle dall'inizio della discussione –Era ora, addio madre- mi diressi fuori dall'appartamento e una volta fuori lasciai che i miei capelli coprissero il mio viso e la mia espressione di dolore a dover lasciare la mia casa dove ho trascorso la mia infanzia, ma un senso di pace e di potere mi avvolse, come a dire che questa nuova avventura avrebbe portato sicuramente qualcosa di bellissimo nella mia vita.

-Non te ne puoi andare Bi!- Charles mi corse dietro e tentò di fermarmi, i suoi occhi vitrei mi fecero rendere conto per la prima volta in tutta la serata cosa significava andare via da là, perdere anche lui.

-Charles mi prometti che qualsiasi cosa accada non mi abbandonerai?- chiesi con un filo di voce.

-Bi sai benissimo che noi siamo connessi, non saremo gemelli ma sento sempre quello che hai qui- mi poggiò delicatamente la mano sul petto dove il mio cuore non aveva un battito preciso.

Posai la fronte su la sua e la mano sopra la sua cercando di calmare l'attacco di panico che si stava facendo strada dentro di me e chiusi gli occhi.

-Ti sta vibrando il telefono- sussurrò il moro di fronte a me svegliandomi da quella specie di trance e io lo acchiappai dalla tasca posteriore dei pantaloni rispondendo a questo numero sconosciuto –Pronto signorina LeClerc?- una voce cupa rispose.

-Sì sono io- risposi mettendo in vivavoce la chiamata per le continue suppliche di mio fratello.

-La chiamiamo da parte della Psicology Association della Formula 1 per quanto riguarda la sua domanda per diventare la psicologa ufficiale della Formula1 e ci chiedevamo se fosse possibile per lei iniziare tra un mese- concluse.

-Proprio nel periodo in cui inizia il gran premio- osservò Charles.

-Sì certo! Ne sarei veramente felice!- ero al settimo cielo, nessuna ragazza era mai riuscita ad ottenere quel posto ed essere io la prima era veramente un sogno che diventava realtà.

-Perfetto, allora via email riceverà tutti i documenti di cui avrà e avremo bisogno, ovviamente sarà tutto pagato dall'azienda di suo fratello, e lo seguirà in giro per il mondo- mi spiegò poi mentre Charles iniziava a saltellarmi intorno.

-Oh che bello! Quindi mi occuperò solo dei ragazzi della Ferrari?- chiesi, ma il signore al telefono cambiò argomento.

-Mi chiamo Hank comunque, mi scuso per non essermi presentato- fece una pausa –E tornerà in tempo a Oxford per la sua laurea, le invieremo tutto per email comunque, grazie per il suo tempo e benvenuta tra noi!- mi disse solo prima di riattaccare.

-Oddio non ci credo che verrai con me al Gran Premio!- mio fratello era di fuori di sé per l'eccitazione –Non vedo l'ora di farti entrare nel mio mondo!-

-Di questo non ne sono molto entusiasta, sai che odio quelle macchine- dissi abbassando lo sguardo –Ma comunque sembrerebbe che faremo il giro del mondo- accennai un sorriso abbracciando mio fratello.

Broken|Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora