Superuomo: colui che accetta se stesso.
Quello che dovremmo fare tutti noi, quello che dovremmo essere tutti noi:<<Divieni ciò che sei>>.
Ma come facciamo se siamo pieni di insicurezze, di oscurità, di tristezza, se sentiamo che la vita ci ha sempre remato contro, che vada sempre tutto male.
Allora come fai tu Nietzsche ad accettarti? Quale forza hai in più rispetto a noi? Tu sei il superuomo, hai accettato la tua "pazzia", perché alla fine chi è il vero malato? Malattia: uso convenzionale di un termine. I malati siamo noi, accecati dai piaceri terreni, soccombiamo alla società e portiamo sopra le nostre spalle il peso della vita: siamo nella prima metamorfosi, quella del cammello e forse non usciremo mai da qui.
Se già il mondo è un teatro, noi siamo i burattini, come posso accettare di continuare a vivere, come posso pensare di vivere una seconda volta.
Io non sono il superuomo.
Dio è il superuomo.Superuomo: il termine tedesco Ubermensch -composto dal prefisso uber, oltre, e mensch,uomo- venne tradotto con superman nel 1903 da George Bernard Shaw, autore della commedia Man and Superman, ispirata alla filosofia di Nietzsche.
Le metamorfosi sono tre (il passaggio dell'uomo al superuomo): il cammello, il leone, il fanciullo.
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