Sola

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Rinchiusa in una stanza, non vedevo la luce da anni. Ma cosa mi stanno facendo? Cos'è questo calore?
Non ricordo chi sono.
Finchè sento intorno a me bruciare.
Riesco ad aprire gli occhi.
Sono all'inferno.
Un inferno blu, come le profondità dell'oceano illuminate solo da un debole raggio solare.

Mi svegliai di soprassalto ed era proprio quello che mi stava colpendo in viso: una fioca luce che proveniva dalla mia finestra ed attraversava violenta la sottile tenda bianca che faceva ombra alla mia camera.
Mi chiamo Hikari. Il mio nome significa "luce", eppure io, nella mia breve vita, non ero mai riuscita a comprendere appieno il significato di questa parola.
Ho sempre vissuto da sola, non so nulla del mio passato. Il tormento di esser abbandonata al mondo mi ha spinto ad isolarmi completamente. Non mi sentivo una persona, non avevo alcuna identità. Eppure ero ancora viva, nonostante il mio potere mi abbia messo più volte in serio pericolo. Anche quella mattina, infatti, mi alzai trovando le lenzuola bruciate.
Non sapevo come controllare quel potere, lo odiavo.
Sia dannato chi mi ha messo al mondo.
Non devo agitarmi, o sarà solo peggio.
Così andai svogliatamente a prepararmi e, dopo una doccia veloce, presi le chiavi, uscii di casa e mi avviai verso il bar in cui lavoravo. Dovevo pur guadagnarmi da vivere.
Arrivai a destinazione. La caffetteria, nonostante odiassi rapportarmi con gli altri, mi faceva provare un sottile senso di gioia. Una piccola scintilla si accendeva. Una felice nostalgia che aleggiava nel mio cuore ogni volta che vedevo famiglie, amici e fidanzati recarsi lì e sorridere solamente godendosi la compagnia dell'altro accompagnata da un buon caffè.
Sbuffai a questi pensieri, consapevole di star fantasticando troppo; d'altronde ero sempre stata invisibile e sola.
Non volevo star peggio e quindi era molto meglio mantenere un atteggiamento indifferente.
D'altronde non mi sarei mai immaginata che proprio lì, in quel bar di legno ornato di fiori e riscaldato dalla gente, la mia vita sarebbe cambiata per sempre.

 D'altronde non mi sarei mai immaginata che proprio lì, in quel bar di legno ornato di fiori e riscaldato dalla gente, la mia vita sarebbe cambiata per sempre

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Scusate il capitolo breve, ma vorrei prima riordinare bene le mie idee e vedere anche che riscontri ha la storia. Però non ho saputo trattenermi, da troppo volevo scrivere questa storia.
Detto, questo, ci vediamo nei prossimi capitoli, dove mano a mano scopriremo i misteri che si celano dietro la nostra Hikari.
Voi come ve la immaginate?

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