Controllo

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''Buongiorno, avete già in mente cosa ordinare''?
I ragazzi si girarono verso di me, e nei loro occhi vidi scintille di stupore. Odiavo essere osservata in quel modo, mi metteva in imbarazzo. Vedendoli completamente intontiti, esordii con un ''Ok, chiamatemi pure quando avrete deciso'', cercando di mantenere un tono gentile per quanto possibile. Feci per andarmene quando una voce mi fermò: ''Come mai così di fretta?Guarda che io ho deciso e vorrei che ti muovessi o farò tardi insieme a questi altri ritardati''.
Mi fermai di colpo. Dovevo cercare di mantenere il controllo. Non volevo creare problemi ad Akane, così decisi di reprimere la mia impulsività ed ascoltare cosa aveva da dire quel ragazzo dai capelli biondi sparati in aria.
''Dimmi pure''.
''Un caffè''
''Emh...si...anche io'', esordì un altro ragazzo dai capelli biondi ed una ciocca nera a forma di saetta. E gli altri lo seguirono in coro.
''Ok, arrivo subito''.
C'era davvero bisogno di tutto questo per un ordine così semplice? Tsk, patetici.
Dopo aver praticamente esaurito tutte le mie forze per controllarmi dal lanciare il mio taccuino in faccia a quel biondino arrogante, mi recai dietro il bancone ed iniziai a fare quattro caffè. Avevo la testa da tutt'altra parte;
come mi era solito fare, infatti, stavo affondando nei miei pensieri quando, al terzo caffè, sentii una bruciore sulla mia mano destra e subito dopo delle piccole fiamme iniziarono a fuoriuscire dalla scottatura.
Non ora, non adesso, per favore.
Cercai di respirare, aprii il rubinetto sperando che l'acqua gelida potesse placare quelle maledette fiamme.
Così fu.
Scampato il pericolo, mi recai dai ragazzi e, osservandoli ancora meglio, notai particolarità di loro che, a prima vista, non avevo assolutamente percepito. Non perché mi attirassero, ero solo curiosa, il diverso rendeva il tutto meno monotono.
Erano tutti differenti, come se ognuno di loro incarnasse una personalità a sè.
Il ragazzo dai capelli rosso fuoco era probabilmente quello che trasmetteva allegria nel gruppo: sempre sorridente, pronto ad ascoltare tutti, a sopportare e metter da parte anche la sua tristezza pur di regalare un sorriso ai suoi amici.
Il ragazzo dai capelli neri, sembrava tranquillo, non riuscivo a decifrarlo. L'unica cosa che mi colpì furono i buchi sui suoi gomiti. Per il momento, lo chiameremo spara-magliette, come quelli che i cantanti usano ai concerti per abbindolare i fan con gadget sui quali sono stampate le loro facce da ''sono ricco e famoso''. Che strani pensieri facevo a volte. Mi scappò una risatina.
Il ragazzo-saetta mi sembrava, invece, il giullare del gruppo. Da lontano lo vidi fare strane smorfie ai suoi amici dicendo: ''Quanto scommettete che Bakugou non riuscirà a bere un cappuccino fatto personalmente da me aromatizzato al sale, zucchero e cannella?''. Appena finita la frase, vidi uno schiaffo volare dietro la sua nuca.
Il biondino con i capelli sparati in aria, lo schiaffeggiatore, era quello più scontato: sguardo accigliato, sbuffi continui, insulti agli amici. Quello più incazzato col mondo praticamente. Eppure, sotto quella sua corazza tanto dura, percepivo un velo di tristezza. Mi ricordava me.

Bah, forse starò pensando troppo

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Bah, forse starò pensando troppo. D'altronde, per quanto io possa essere io, non sono così scontrosa. Non ne ho la forza, in fondo a me piace l'indifferenza totale nei confronti degli altri.

Preso il vassoio, mi avvicinai al tavolo dei ragazzi e porsi loro i caffè. Capelli rossi esordì con un: ''Sei nuova qui in città? Non ti avevo mai vista da queste parti'', tutto ciò accompagnato dallo sguardo complice del corvino e del ragazzo-saetta.
''In realtà io lavoro qui da pochi mesi''
''Farai allora solo il turno mattutino, altrimenti mi sarei accorto di una ragazza come te'', disse il ragazzo-saetta con uno sguardo alquanto rilassato.
Non nego di essermi sentita in imbarazzo, ma la mia rabbia ed il mio fastidio per le persone, tante volte sovrasta certe emozioni non facendomene nemmeno rendere conto.
Davvero, solamente Akane era l'unico motivo per restare calma.
''Bene, spero che il caffè sia di vostro gradimento e mi raccomando non lo rovinare con la cannella'', dissi, rivolgendomi al ragazzo-saetta.
Me ne andai soddisfatta di quella mia risposta, mentre sentii in lontananza le risate dei ragazzi che prendevano in giro il loro amico.

Infondo non era tanto male scambiare quattro chiacchiere con i propri coetanei. Chissà se io riuscirei mai ad inserirmi in una classe. Avevo sentito parlare di una particolare scuola in cui aiutano i ragazzi a controllare i loro poteri. Forse farebbe per me.
Tsk, ma che vado a pensare.

Scuotendo la testa a quei pensieri, mi recai dietro alla cucina, dove c'era la stanza degli armadietti per raccontare ad Akane dell'incontro con quei ragazzi, soddisfatta della mia battuta e anche per chiedere informazioni sul liceo a cui pensavo prima.
Semplice curiosità, ovviamente.

Ma quello che vidi mi fece raggelare il sangue nelle vene.

Akane stava mettendo dei soldi in un sacco con una pistola puntata alla testa.

La gola si prosciugò, le gambe iniziarono a tremare, il mio respiro si fece pesante.

Ed ecco che iniziarono a fuoriuscire.

Un leggero calore dai palmi delle mie mani si trasformò subito in vampate di fuoco blu.

Sta per succedere davvero.

Il mio inferno blu.

Sentii una mano al collo. La pelle iniziò a sgretolarsi lentamente. Cosa mi stavano facendo?

Una voce mi sussurrò: ''Lasciati andare, non cercare di controllarlo''

''Difendi la tua amica, oppure morirà'', continuò.

Iniziai a sentire un forte bruciore agli occhi ed il cuore battere all'impazzata.

La mano che prima mi stringeva il collo lasciò andare lentamente la presa ed io mi accasciai a terra.

Di nuovo quella sensazione.

Intorno a me iniziò a girare tutto e sentì il sussurro di prima che si trasformava in un suono ovattato: ''Qui può bastare, lascia andare la donna, adesso ci penserà lei''. Sentì un leggero ghigno e subito due braccia intorno a me.

''A..k..ane?'', dissi, non riuscendo più a controllare ciò che ero.

''Hikari, ora ascoltami, cerca di respirare, calmati e...AHIA!''

''All...onta...na..ti...'', riuscii a sussurrare.

Mi alzai e iniziai a barcollare come se avessi perso il senso dell'orientamento.

Dovevo uscire da lì.

Stava per arrivare di nuovo il buio.

Urlai e sentii intorno a me un calore infernale.

Svenni

Ma non prima di sentire le voci di quattro ragazzi e le loro possenti braccia che mi bloccavano cercando di fermare quel che stavo facendo.

''Sero bloccala col nastro, Denki porta fuori i clienti e chiama un'ambulanza per i feriti e tu capelli di merda aiutami a spegnere l'incendio e chiama dei fottuti pompieri'', ordinò quel ragazzo dai capelli biondi che tanto mi assomigliava guardandomi colmo d'odio.

Per quanto ci provassi, non sarei mai riuscita a controllarmi ed, ormai, non ero l'unica ad esserne consapevole, pensai, mentre venivo accolta da quel nastro tanto stretto, perdendo completamente i sensi.


Baaam, colpo di scena. Ed adesso, cosa succederà alla nostra Hikari ormai che il suo segreto è uscito allo scoperto?

Riscaldami il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora