Capitolo 10

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Valeria
Il giorno successivo fu una normale giornata di lavoro, ma verso la metà della mattinata, Filippo chiamò Valeria nel suo ufficio.

<<Cosa posso fare per te?>>.

<<Valeria dovresti spostarmi l'ultimo appuntamento di oggi pomeriggio, devo andare via prima>>.

<<Provvedo subito. Ti serve altro?>>.

<<Nient'altro. Puoi andare via prima anche tu, ovviamente>>

<<Va bene, grazie>>.

Valeria si congedò per ritornare alla sua scrivania e al suo lavoro. Era davvero strano che Filippo lasciasse il lavoro prima, forse aveva qualche impegno familiare dell'ultimo minuto, o c'entrava ancora quella Marta. Qualunque fosse stato il motivo lei sarebbe tornata a casa prima e si sarebbe potuta preparare una bella cenetta accompagnata da un film.

Alle 17.00, Filippo lasciò l'ufficio e poco dopo anche Valeria andò via. Si fermò al supermercato e poi tornò a casa.

Mise la musica e iniziò a cucinare, quando fu quasi pronto scelse il film, per l'ennesima volta avrebbe guardato "Dirty Dancing". Apparecchiò il tavolino davanti al suo divano e si sedette a per mangiare la pasta. Appena prese la prima forchettata bussarono alla porta.

<<Salve. Signorina Orlando?>>.

<<Sì, salve>>.

<<Ho un pacco per lei, mi servirebbe una sua firma>>.

<<Un pacco?>> chiese confusa <<dove devo firmare?>>.

<<Qui>> il ragazzo le indicò un punto su un foglio <<Grazie, arrivederla>> e le lasciò il pacco tra le mani.

<<Grazie a lei>>.

Il pacco era abbastanza grande, di forma rettangolare e leggero. Non c'era il mittente. Lo portò sul divano, se lo poggiò sulle gambe e lo aprì.

Appena alzò il coperchio vide un bigliettino.

"Dato che questo weekend avrai bisogno di un abito, l'azienda ha provveduto a procurartene uno".

Filippo.

Spostò le carte che avvolgevano il vestito e vide una stoffa rosso ciliegia.

"Cavolo" pensò.

Lo estrasse dalla scatola e rimase a bocca aperta. Era un abito corto, aderente, con un notevole scollo sul decolté e delle spalline ricoperte di strass.

Lei non si sarebbe mai comprata un abito così appariscente, ma era davvero bello e di sicuro costoso. Rimase per qualche istante a fissarlo poi si tolse di corsa i sui vestiti e lo provò. Era della taglia giusta ed era ancora più bello indossato. Non avrebbe voluto toglierlo.

Ancora con l'abito indosso scrisse a Filippo.

"Grazie, ma l'azienda non doveva".

"Ti costringo a lavorare il fine settimana. È il minimo". Rispose.

Ma il solito capo che fine aveva fatto? In pochi giorni si era trasformato in una persona totalmente diversa. Non la considerava più una con cui prendersela per ogni minimo intoppo sul lavoro, anzi era uscito prima dal lavoro per andare a prenderle il vestito. Di solito lui commissionava a lei di andare a comprare abiti, abiti che però non erano destinati a dei dipendenti ma alle donne con cui usciva.

A quel pensiero iniziò a preoccuparsi ... forse Filippo voleva solo portarsela a letto alla conferenza. Non voleva crederlo ma era l'unica spiegazione plausibile. Ora che ci pensava era dalla festa che il suo atteggiamento era cambiato, da quando avevano ballato. Forse aveva scambiato il ballo come un via libera a provarci con lei. Doveva chiarire la situazione o a lavoro non si sarebbe più sentita a suo agio.

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