Aslan

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I ragazzi continuarono a camminare. Riprese a nevicare. Il signor Castoro li stava guidando su per una collina molto ripida. Improvvisamente il signor Castoro si infilò in un buco e i ragazzi lo seguirono a ruota.
"Dove siamo finiti?" Chiese Peter prima degli altri.
"È un nascondiglio che solo i castori conoscono. Non è molto comodo, ma abbiamo comunque bisogno di riposare, prima di riprendere il viaggio." Disse il signor Castoro.
"Ecco!" Esclamò la signora Castoro. "Se mi avessi fatto portare dei cuscini." La caverna era ampia e spaziosa, ma il signor Castoro aveva ragione: non era affatto comoda. Quando tutti furono stesi a terra per dormire la signora Castoro tirò fuori una fiaschetta. Ne fece bere a tutti un po'. Evidentemente aiutava il sonno perché tutti caddero a terra addormentati, o almeno quasi tutti. Elouise rimase sveglia. Tra la paura e la rabbia nei confronti di Edmund e la grande avventura che stavano vivendo non riusciva proprio a chiudere occhio.
"Perché non dormi?" Sussurrò Peter facendola sobbalzare.
"Neanche tu." Si giustificò Elouise, mentre pensava a quanto la roccia della caverna fosse scomoda.
"Io vorrei chiudere occhio, ma mi sentirei in colpa a dormire mentre tu non ci riesci." Peter andò a sistemarsi accanto ad Elouise che guardava il soffitto.
"Come fai a sentirti in colpa per una cosa del genere?" Chiese Elouise guardandolo stranita.
"È l'abitudine... perchè non riesci a dormire?" Chiese ancora Peter.
"Non lo so..." mentì Elouise.
"Edmund?" Chiese Peter inarcando il sopracciglio.
"Ma come fai?" Chiese Elouise scoraggiata.
"Ti conosco bene, solo questo. E non serve un esperto per capire che stai soffrendo..." si lasciò sfuggire Peter.
"Io non sto... soffrendo." Disse Elouise facendo una faccia stranita. "Sono solo preoccupata, ecco." Concluse la ragazza.
"Invece, secondo me, una parte di te è alquanto delusa da Edmund e da quello che ha fatto." Disse Peter squadrandola.
"E come si fa a non essere arrabbiati con lui dopo quello che ha fatto?" Gli chiese Elouise.
"Hai ragione, è impossibile non essere arrabbiati con lui dopo che ci ha praticamente consegnati alla Strega Bianca." Disse Peter. "Ma io non credo che sia solo questo, ti ha ferito sul personale." Concluse Peter.
"Cosa? Ma no, certo che no!" Disse Elouise seria. "Perchè mai avrebbe dovuto ferirmi sul personale? È stata una sua scelta." Disse Elouise calma.
"Vuoi davvero che io risponda a questa domanda?" Chiese Peter, per la prima volta, mostrando un certo ripugno nel dire una frase.
"Ti ho chiesto qualcosa di così tanto sbagliato?" Chiese Elouise, sorpresa dal su tono di voce.
"Santo cielo Elouise!" Disse Peter a testa bassa. "Tu ed Edmund. Il vostro rapporto. Insomma tu... si vede che provi qualcosa per lui..." disse Peter scoraggiato.
"Cosa-cosa te lo fa credere?" Chiese Elouise facendo finta di non capire le parole di Peter.
"Da come lo guardi... come gli parli... da come lo riesci sempre a sopportare e difendere da tutto e tutti..." disse Peter guardandola.
"Io non lo difendo da tutto è tutti." Si oppose Elouise.
"Lo difendi da noi, da me, quando dice qualcosa di sbagliato o inopportuno e dobbiamo rimproverarlo..." disse Peter.
"Io... quello lo faccio soltanto perchè è solo un ragazzino, non deve vedere che le sue cattive azioni vi fanno infuriare, quando non dovrebbero farvi ne caldo ne freddo. È solo uno stupido ragazzino." Disse Elouise guardando Peter.
"Sai anche tu che per te non è così." Disse Peter calmo.
"Io per tuo fratello non provo proprio niente, anzi, se proprio vuoi saperlo mi piace un altro." Mentì Elouise dandogli le spalle.
"E chi sarebbe?" Le sussurrò Peter facendole venire i brividi.
"Va a dormire Peter, è tardi." Disse semplicemente Elouise. Un minuto dopo, anche se erano passate delle ore, Elouise si svegliò.
"Ehi, sei sveglia!" Esclamò Susan andando verso di lei che si stropicciava gli occhi mentre si sedeva sul posto. Susan si sedette affianco a lei, e proprio mentre si stava svegliando Lucy i ragazzi ebbero l'impressione di sentire dei rumori e tacquero. Sembrava il rumore di una slitta. Il signor Castoro andò fuori a controllare mentre dentro la caverna nessuno muoveva un muscolo. Quando sentirono delle voci i ragazzi sobbalzarono, Elouise due volte. Dopo essere balzata in aria ebbe l'impressione di aver sfiorato la spalla di qualcuno dietro di lei, e sobbalzò una seconda volta. Però girandosi si accorse che era solo Peter che la guardava, si era messo alla sua destra.
"Mi hai spaventata." Sussurrò Elouise al ragazzo.
"Non mi ai ancora detto chi è questo ragazzo." Disse Peter guardandola. Ma vennero interrotti dalla signora Castoro che gli faceva segno di tacere. Così Elouise lanciò un'ultima occhiata a Peter prima di girarsi a guardare davanti a lei.
"VA TUTTO BENE MOGLIE! VIENI FUORI! ANCHE VOI FIGLI DI EVA E DI ADAMO! NON C'È MICA LEI!" Gridò il signor Castoro. Uscirono in gruppo dalla caverna. Erano pieni di foglie e quando furono fuori dovettero coprirsi gli occhi per l'improvviso bagliore.
"Venite, venite!" Li incitò il signor Castoro.
"Questo sarà un brutto colpo per la Strega Bianca! I suoi poteri stanno svanendo!" Disse il signor Castoro, ballando per la felicità.
"Che cosa significa?" Chiese Peter che fu il primo ad andare avanti.
"Lei ha portato l'inverno senza mai il Natale, ricordi? Ora vieni a vedere?" Disse a Peter il signor Castro. I ragazzi si avvicinarono. Quelli che avevano sentito prima, non erano le renne della Strega Bianca che la portavano in giro con la sua slitta, ma renne brune e possenti. Il proprietario era un uomo grande e molto grosso vestito di rosso e con una lunga e folta barba bianca che gli ricadeva sul petto. Babbo Natale aveva un'espressione dolce e affettuosa.
"Sono arrivato finalmente!" Esclamò sotto lo sguardo meravigliato dei ragazzi. "Quella è riuscita a tenermi lontano molto tempo, ma ora Aslan si avvicina e gli incantesimi della strega non hanno più effetto su di me!" Disse allegro Babbo Natale.
"E ora." Riprese Babbo Natale. "Veniamo ai regali. Qui ho una nuova macchina da cucire per lei!" Disse Babbo Natale. "Gliela lascerò a casa personalmente!" Annunciò.
"Se le fa comodo. Ma la avviso che casa nostra è chiusa a chiave!" Lo avvertì a signora Castoro.
"Serrature e porte non contano per me!" Rispose semplice l'uomo vestito di rosso e bianco. "Quanto a lei, signor Castoro, troverà la diga finita e le fessure tappate!" Annunciò Babbo Natale. Il signor Castoro fu così contento che riuscì a ma la pena ad aprire la bocca senza dire niente.
"Peter, figlio di Adamo!" Disse Babbo Natale facendolo scattare in piedi.
"Eccomi, signore." Disse Peter facendo un passo avanti.
"Ti regalerò qualcosa che, probabilmente, ti servirà molto presto!" Detto ciò diede a Peter uno scudo e una spada. Sullo scudo faceva capolino un'immagina rossa come il fuoco rappresentate un leone.
"Susan, figlia di Eva!" La richiamò Babbo Natale.
"Questi sono per te!" Disse porgendole un arco con delle frecce e un corno d'avorio. "Usa l'arco solo in caso estrema di necessità, non voglio che tu scenda in battaglia se non è estremamente necessario. Suona il corno avrai bisogno di aiuto, e l'aiuto verrà da te." Aggiunse Babbo Natale.
"Elouise, figlia di Eva!" Disse Babbo Natale facendole fare un passo avanti. L'uomo le passò una lancia e una collana con un enorme pendente rosso che sembrava una gemma.
"Mi raccomando anche a te, non scendere in battaglia se non è strettamente necessario. E la collana... Be'... diciamo solo che ti servirà!" Disse Babbo Natale riassuntivo.
"Lucy, figlia di Eva!" L'uomo le donò una boccetta contenente uno strano liquido e un piccolo pugnale. L'uomo le spiegò che, in caso di necessità, se uno di loro fosse stato ferito sarebbe potuto stare meglio con poche gocce di quello strano intruglio.
"Ah, ho questo per tutti voi!" Disse Babbo Natale tirando fuori delle tazze con na teiera fumante.
"Buon Natale! Evviva il vero re!" Aggiunse prima di ripartire alla velocità della luce con la sua slitta trainata da renne brune. Peter tirò fuori la spada dal fodero intento a mostrarla al signor Castoro.
"Via, piantatela!" Disse la signora Castoro attirando l'attenzione di tutti. "Tutti uguali voi uomini, nessuno che mi aiuta a portare il vassoio. Venite a fare colazione. Per fortuna ho pensato a portare il coltello per il pane!" Annunciò la signora Castoro. Elouise e Susan non fecero a meno di sorridere. Così ritornarono dentro la caverna e fecero colazione, fino al quando il signor Castoro esordì dicendo "È tempo di rimetterci in cammino." I ragazzi si rimisero in marcia. A volte proseguivano per lunghi tratti in silenzio, atre parlavano animatamente del maestoso paesaggio che li circondava. L'inverno stava dando velocemente posto alla primavera, tanto che i ragazzi rinunciarono alle loro pellicce calde e invernali. Il paesaggio e il clima cambiavano e c'era un profumo buonissimo, a volte quasi eccessivo. Il sole cominciava a scendere ormai.
"Non manca molto." Disse ad un certo punto il signor Castoro.
"Peter guarda!" Esclamò Elouise sorpresa. "Il mare!"
"Mio Dio!" Disse Peter meravigliato.  Proprio sulla vetta della collina dove si trovavano i ragazzi sorgeva la Tavola di Pietra, sostenuta da quattro macigni dello stesso colore. La tavola era molto vecchia e coperta da strani segni, probabilmente lettere di un alfabeto sconosciuto. Poi videro una tenda in lontananza. Era meravigliosa, anche per via del tramonto. Era di seta, gialla per l'esattezza.Richiamava l'oro. Sopra di essa sventolava una bandiera con il simbolo di un leone. I ragazzi rimasero ammaliati dalla bellezza del mare e della tenda, per non parlare della maestosità di quel tramonto. Peter ebbe un momento di puro coraggio quel giorno, così prese Elouise per mano. La ragazza lo guardò mentre il vento le accarezzava i capelli. Peter ricambiò lo sguardo ed Elouise sorrise. I quattro si voltarono contemporaneamente sentendo una musica provenire da dietro. Aslan era al centro di una folla di creature che gli si erano raggruppate attorno formando una mezza luna. Le ninfe degli alberi e quelle dei mari cantavano una musica soave. C'erano centauri, un'aquila, un unicorno, un pellicano, un cane e ai rispettivi lati di Aslan c'erano due leopardi. I ragazzi rimasero a guardarlo non sapendo cosa dire o fare. Riuscirono a scorgere una gran criniera e un paio di occhi splendenti e rassicuranti.
"Andiamo, su." Mormorò il signor Castoro.
"Vada avanti lei, signor Castoro." Disse subito Peter.
"Oh, no. Prima i figli di Adamo e poi gli animali." Disse immediatamente l'animale.
"Allora, vai prima tu?" Chiese Peter rivolgendosi a Susan. Ma la ragazza scosse la testa.
"No, il maggiore sei tu. Tocca a te andare per primo." Disse prontamente Susan. Così Peter, rassegnato, lasciò la mano ad Elouise e andò avanti.
"Voi venitemi dietro..." disse allora Peter andando incontro al leone.
"Aslan, noi siamo qui per..." ma il leone lo interruppe.
"Benvenuto Peter, figlio di Adamo." Disse il leone con voce profonda. "Benvenute Susan, Elouise e Lucy, figlie di Eva. Benvenuti castori." Disse in fine Aslan.
"Dov'è il secondo figlio di Adamo?" Chiese in seguito Aslan.
"È andato dalla Strega Bianca e ha cercato di tradire i suoi amici, grande Aslan." Lo informò il signor Castoro.
"È stata anche un po' colpa mia, Aslan. Ero in collera con lui e credo che questo lo abbia spinto a lasciarci." Ammise Peter. Elouise ne rimase ammirata.
"Per favore Aslan..." disse Lucy in uno stato di profonda timidezza. "Non si potrebbe fare qualcosa per salvare Edmund?" Chiese Lucy.
"Si farà tutto il possibile. Ma forse è più difficile di quanto credi." Ci fu un lungo silenzio dove i ragazzi contemplarono l'aspetto del leone. Aslan alzò una zampa.
"Ora si prepara la festa. Conducete le tre figlie di Eva nella tenda e fate in modo che riposino." Annunciò Aslan. Elouise capì che sarebbe dovuta andare, ma riuscì a salutare Peter con un piccolo cenno della mano, e poi sorrise. Quando le ragazze se ne furono andate Aslan parlò di nuovo.
"Vieni con me, figlio di Adamo, ti mostrerò il castello in cui sarai re." Annunciò Aslan. Peter seguì Aslan verso il crinale della collina a est, dove si poteva godere di una vista stupenda. Ad Elouise quel posto sarebbe piaciuto tanto, questo pensò Peter. Per la prima volta sentiva di avere una speranza con lei. Vicino al mare si estendeva un castello, che a Peter sembrò una stella per quanto brillasse.
"Eccolo." Disse Aslan con la sua voce solenne. "Laggiù c'è Cair Paravel con i suoi quattro troni, su uno di essi siederai tu e su gli altri i tuoi fratelli. Tu sei il primogenito e dominerai sugli altri." Spiegò Aslan. Peter rimase di stucco.
"E-ed Elouise?" Chiese timidamente. "Lei non avrà un trono?" Chiese Peter guardando il leone.
"Elouise potrebbe diventare la tua regina." Disse Aslan in modo molto semplice. Il mondo di Peter si stava capovolgendo. Regina? Elouise, la sua regina?
"E potreste governare insieme su Narnia per molto tempo." Aggiunse il leone dopo una breve pausa. Il cuore di Peter batteva all'impazzata. Ma tutti i suoi pensieri su un possibile futuro con Elouise si spensero quando sentì un piccolo squillo curioso. Sembrava una tromba, ma più cupa.
"È tua sorella che soffia nel corno." Disse Aslan in un sussurro. Peter non capì subito il significato di quelle parole. Poi vide un gruppo di animali correre in massa dalla sua parte.
"Indietro, voi. Lasciate che il principe si faccia cavaliere!" Ordinò Aslan. Peter capì e si lanciò di corsa verso la grande tenda di seta gialla.

For you, and for Narnia!//Peter PevensieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora