1 capitolo

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Era una normale mattinata, non delle più tranquille ma perlomeno
Lilith non aveva ancora ricevuto un altro schiaffo, per non aver pulito affondo la credenza o quant'altro. Le pareva una mattina come tutte le altre, così si alzò dalla sedia della cucina e uscì fuori a prendere una boccata d'aria.

Quel giorno i raggi del sole spuntavano tra le fessure dei rami degli alberi, e il cielo era colorato di un bel azzurro acceso. Lasciando intravedere alla ragazza una speranza accendersi, in quella sua cupa quotidianità.

<<Oggi sarà un grande giorno>> Sussurrò guardando il cielo con occhi sognanti, non immaginava ancora che di lì a poco la sua vita sarebbe cambiata radicalmente.

<<Muoviti razza di buona a nulla! Oggi hai tante cose a cui badare e te ne stai lì seduta a gingillarti.>> Urlò Khalak furibondo, spuntando improvvisamente dalla porticina di legno che conduceva verso il giardino.

I suoi occhi rossi scrutavano con malvagità la ragazza, il suo sguardo era così acuto e vile che sarebbe stato in grado di intimorire anche gli animi più coraggiosi.

Khalak era uno degli hobbit, più sgradevoli che si potesse incontrare. Non aveva nè moglie, nè figli; a causa del suo pessimo carattere non aveva rapporti esterni, con nessun altro a parte la giovane Lilith. Portò la hobbit nel suo castello, quando aveva a malapena 15 anni. Aveva perso da poco i suoi genitori, morti per una causa tutt'ora sconosciuta. A quell'epoca Lilith, era una bambina sola e fragile come il vetro, così l'uomo approfittandosi della sua debolezza e della sua giovane età, la ingannò e la prese con sè come sua serva.

La giovane era da anni prigioniera in quel "castello" o per meglio dire in quell'enorme e vagamente lussuosa casa di campagna. Tutto frutto, dei tanti sforzi e riconoscimenti di Khalak, dato che in precedenza era stato un "soldato" o come lo definiva "graziosamente" Lilith un ladro.

<<Sono desolata padrone, ma se posso permettermi cos'altro ho da fare?>> Disse la ragazza, indietreggiando di qualche passo. Tentava di mostrarsi sempre sicura e impenetrabile d'innanzi ai suoi occhi, ma non poteva di certo negare che quell'uomo la terrorizzava come poche cose al mondo. Tremava ogni qualvolta che sentiva la sua voce alzarsi e le sue mani sollevarsi...
<<Cos'altro hai da fare?!>> Disse l'uomo con una risatina di scherno. <<Devi->>
<<Ho già svolto tutte le mie mansioni e la cena è pronta sul tavolo, può già servirsi se lo desidera.>> Lo interruppe la giovane, facendo arrivare a mille la sua ira.
<<Impossibile!>> Ribattè Khalak cercando di reprimere la sua rabbia, tenendo i pugni ben stretti. Mai al mondo avrebbe permesso ad una ragazzina, oggetto dei suoi desideri, di trattarlo in tale maniera.

La ragazza dal canto suo era terribilmente irritata dal modo in cui l'uomo aveva reagito, insomma, perchè doveva costringerla a rifare ciò che aveva già fatto con fatica? Pur avendo una personalità prettamente "gentile", non riusciva proprio a mantenere la calma in quell'istante.

Avrebbe solo voluto tirare un doloroso calcio all'uomo e scappare; ma non lo fece. Nonostante ciò non aveva intenzione di arrecare ulteriori ferite all'uomo, poichè se c'era una cosa che aveva capito durante la permanenza in quella "casa", era che Khalak era scompagnato e pieno di rancori, ed erano quelli i motivi per cui reagiva così anche se non era giustificato per questo.

E così, Lilith prese coraggio e tentò di difendersi in tono "calmo" e pacato.

<<Non mi sembra un comportamento corretto>> Disse, facendo un passo in avanti.

Ci fu un attimo di silenzio e la giovane si accorse che il volto dell'hobbit di fianco a lei stava diventando sempre più contratto e velenoso, veleno dovuto alla rabbia che serbava per il mondo intero, veleno che spargeva ogni giorno su una ragazza poco più che maggiorenne.

-i wish I was better, Someday-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora