12 capitolo

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Lilith tornò all'accampamento, le lacrime minacciavano di uscirle dagli occhi.

Era una bella giornata, gli alberi in fiore, il dolce richiamo degli uccelli appollaiati sui rami degli alberi echeggiava per tutta la foresta, tutto pareva tutto così quieto e tranquillo che Lilith non poté far a meno di sorridere di fronte a tutto quello splendore.

"Un piccolo barlume di speranza in una giornata tutt'altro che prosperosa." Pensò Lilith, sorridendo amaramente.

Da un'ora, ormai, camminava senza sosta attraverso la foresta, non era né troppo vicina né troppo lontana dagli altri. I suoi capelli ricci, disordinati, le ricadevano lungo le spalle esili.

Una voce. Lilith si girò lentamente guardandosi intorno, non aveva armi con sé e i nemici potevano essere dappertutto, pronti a colpire nel momento più opportuno. Aragorn l'aveva avvertita.

D'istinto, prese velocemente un grosso bastone di legno che aveva trovato ai piedi d'un albero e lo impugnò saldamente, pronta a colpire i suoi aggressori. Silenzio. Poi la voce, simile a un lungo eco, riapparve.

Delle risate, due bambine si rincorrevano l'un l'altra ridendo, una era bionda con i capelli ricci e gli occhi azzurri, l'altra era bruna e riccia anch'essa, gli occhi erano bruni e vispi.

La più piccola gettava un generoso mucchio di foglie sui capelli della maggiore e l'altra per ripicca faceva lo stesso, ottenendo lo scontento della minore.

<<Mi manca papà.>> Disse la più piccola, sospirando, buttandosi a peso morto sul prato. <<Credi che tornerà presto?>>
<<Certo che tornerà, Lilith. Devi solo pazientare.>> Fu la risposta.
<<Sai Evelyn, non credo mi voglia più bene come me ne voleva prima.>> Disse la bambina, trattenendo a stento le lacrime. <<Prima ci portava ogni anno a Gran Burrone, insieme alla mamma, ora è già tanto se riusciamo a farci una vacanza come si deve.>>
Evelyn aggrottò la fronte. <<Ma ciò non vuol dire che non ti voglia bene, sai che ha molto lavoro da svolgere ed è normale che non abbia tempo per->>
<<Per stare con noi?>>
La maggiore abbassò il capo.
<<Rammenti quando veniva a trovarci una volta a settimana? Ora lo vediamo a stento nel giro di qualche mese e, rammenti quando m'insegnò a cavalcare? Facevamo molte passeggiate prima, parlavamo molto, una volta m'insegnò a combattere:"tu sei destinata a grandi cose" soleva dirmi. Ma ora, ora, sono invisibile ai suoi occhi.>>

Lilith si stropicciò energicamente gli occhi. Le risate erano cessate e davanti a lei si palesò una figura, aveva i capelli sciolti ricci e gli occhi bruni, seri e decisi. La figura le pareva familiare. <<Lilith smettila di scappare, agisci prima che sia troppo tardi.>> Disse ella, scomparendo nell'ombra.
<<Aspetta!>> Gridò Lilith, tentando di rincorrerla, troppe erano le domande e poche le risposte...

"Smettila di scappare", "agisci"  quelle parole le rimbombavano nella testa come un martello.

Si era distesa su un prato, lasciandosi cullare dal rumore dell'acqua che scorreva sprezzante tra i solchi del fiume. Decise di alzarsi.

Vide gli altri discutere lungo la riva del fiume, finché un uomo riapparve tra gli alberi: era Boromir.

<<Messer Boromir.>> Disse Lilith, alzandosi. <<Qualcosa la inquieta?>>
Boromir abbassò il capo, il suo volto era cupo e colpevole. Lilith non ebbe bisogno di capire altro.

Era conscia che quel giorno sarebbe arrivato - più presto di quanto immaginasse, si sentiva una sciocca per aver permesso che tutto ciò accadesse, doveva fermare Frodo prima che commettesse qualche sciocchezza. Puntò il suo sguardo su Sam e ai suoi occhi tutto divenne più chiaro. Le voci, sua sorella, il messaggio, aveva capito. Sapeva ciò che doveva fare, non sarebbe più scappata.

-i wish I was better, Someday-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora