late night games

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Dopo la discussione con Harry, mi sentivo alquanto sfinita. Era come se mi avesse prosciugato parlare con lui.

Nonostante questo, stranamente, avevo deciso di restare. Cercavo di convincermi di averlo fatto soltanto per assaggiare quella maledetta entrecôte di vitello, ma in fondo sapevo benissimo perché, o meglio per chi, fossi rimasta.

Ora che eravamo seduti al tavolo nero della sua cucina, uno di fronte all'altro, con Harry che cercava di convincermi a provare delle bruschette dall'aspetto sospetto, mi sentivo bene. Davvero bene.

L'Harry giocoso (anche un po' frustrato dal mio comportamento, per certi versi infantile, ma non lo avrei mai ammesso) mi faceva battere il cuore fin troppo forte.

Era il primo ragazzo con cui, dopo essermi vista soltanto un paio di volte, mi sentivo in questo modo. La situazione diventava preoccupante.

"Abby, per favore." Harry riprovò ad avvicinarmi per la quarta volta le famosissime bruschette. "Assaggiane almeno una, ti piaceranno."

Lo guardai roteando gli occhi al cielo e incrociai le braccia.
"Sai che non puoi controllare anche cosa mangio?" Dissi guardandolo negli occhi.

"Posso sempre provarci." Mi rispose, alzando le spalle.

Gli feci la linguaccia prima di prendere un altro pezzo di carne. Dovevo ammettere che era davvero deliziosa, estremamente tenera. Pensai a chi l'avesse potuta preparare.

"Sei abituato a mangiare cibi così buoni?" Gli chiesi, mentre prendevo un sorso di vino.

Alzò le spalle. "Ho chi me li prepara."

Lo guardai interrogativa. Quest'uomo dava sempre tutto per scontato.

"Ho una governante, si chiama Rose." Si fermò un momento, pensieroso. "Non so perché, ma sono sicuro che ti piacerebbe."

Sorrisi al pensiero. La immaginai come una dolce e affabile signora; poi la confrontai con Harry e mi chiesi come avrebbe fatto a sopportare lui e la sua bipolarità ogni giorno.

Di certo io, che avevo scelto di restare, non potevo parlare.

"Dimmi a cosa pensi adesso." Mi disse misterioso, guardandomi con quella solita espressione enigmatica.

Sorrisi.
"Mi chiedevo se tu sapessi cucinare." Bugiarda. "Ho l'impressione che non esista nulla che tu non sappia fare." Dissi tranquillamente.

Vedendo il sorriso e le fossette di Harry, mi accorsi di avergli rivolto uno dei miei soliti stupidi complimenti.
Accidenti, il vino iniziava a fare il suo effetto.

"Si, Abby, so cucinare. E no, ci sono delle cose che non so fare."

Lo guardai, aspettandomi qualche esempio, ma lui rimase soltanto a rifletterci, come se non gliene venissero in mente.

In risposta, scoppiai a ridere insieme a lui, scuotendo la testa per il suo solito atteggiamento. Harry era sempre Harry.

Quando vidi che si alzava e si sporgeva verso il frigo, rimasi interdetta. Aveva ancora fame? Non sembrava un tipo che mangiasse molto.

Sicuramente sembrava un tipo allenato. Magari avrei potuto chiedergli di mostrarmi qualche muscolo..

Maledizione al vino. Mi stavo iniziando a sentire molto accaldata. E non era un bene che stesse accadendo proprio mentre Harry era di fronte a me, con del gelato.

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