Capitolo 1

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JACE'SPOVV

Non ho tenuto conto dei giorni che sono passati da quel orribile pomeriggio, ma credo siano passate almeno due settimane se non di più. È difficile stare senza la compagnia di Alessia. Mi rallegrava solo vedendola, la sua dolcezza, i suoi caldi baci e abbracci...se non si sveglierà più verranno dimenticati. Io spero vivamente che sia sveglia, non riesco a vederla con gli occhi chiusi, probabilmente intubata o con una flebo sul braccio. Spero anche che quel viscido del padre che ha sia in prigione, non si merita mai un padre lui. Mio padre e suo padre hanno avuto lo stesso carattere, uno schifo. Solo al pensiero che l'ha picchiata vorrei ucciderlo, per non parlare di quell'altro coglione di merda del suo ex. Spararmi? Rapirla? Ma non esiste! Grazie a Dio che sono sopravvissuta ma ho rischiato di rimanerci secco e quel trapianto al cuore mi ha salvato la vita. Ho letteralmente bisogno di vedere la mia ragazza, la mia donna. Deve uscire  più presto da quel cazzo dì ospedale, ho bisogno della sua presenza.
<<Jace...Jace!>> mi fece tornare alla realtà mia mamma, scuotendo più e più volte la sua mano davanti alla mia faccia. <<eh si dimmi>> asciugai al volo l'unica lacrima che mi era scesa, dopo tutti quei pensieri che ho fatto. <<tutto ok?>> magari fosse tutto ok...non risposi alla domanda, era palese che stavo male, ma ho mentito così tante volte a mia mamma, che ormai non serve più mentirle, e so che è capace di leggermi nel pensiero, capire come mi sento anche solo con un  "ciao" detto in un modo non da come lo sente sempre. <<ho capito...ascoltami>> mi prese una mano, continuai a guardare in basso. <<lei sta bene, fidati. È con te e sappiamo tutti che è viva>> avevo ragione, è riuscita senza nessuno sforzo. <<so quanto ci stai male e lo vedo. È da due settimane che sei così...>> crolli tra i pianti. Io spero che sia viva. <<Jace>> alzai la testa. <<lavati la faccia, metti le scarpe e andiamo>> sorrisi e andai ad abbracciarla. La amo a mia mamma, sapevo già che sarebbe riuscita a capirmi. Anche lei fa di tutto per rendermi felice, da quando ha divorziato sta cercando di valere di più quando già vale più di quanto crede.
Misi di corsa le scarpe e scesi in giù in garage. Salgo in macchina e partimmo subito. Non avevo tempo da perdere, volevo solo vedere la mia piccola.
Arrivammo all'ospedale e andammo verso la sua stanza al terzo piano. Guardai l'orario ed erano quasi le nove di sera. Arriviamo davanti alla sua stanza e la vidi da fuori. Aveva la testa girata dall'altra parte e sembra che stia dormendo. Entrai di soppiatto cercando di non svegliarla, le andai vicino. Sorrisi e a vederla è stupenda e quando dorme lo è ancora di più. Iniziai a carezzarle la testa fino a quando la mia mano finì sulla sua morbida e paffuta guancia. <<sei bellissima cazzo>> dissi a bassa voce. Successivamente iniziò a fare dei movimenti con la testa, quando poi aprì gli occhi e girò la testa verso di me. <<Jace>> mi parlò con una voce debole. <<amore>> dissi sorridendo. Presi una sedia e mi misi vicino a lei l'abbracciai cercando di non farle male. Con la sua mano fece dei movimenti continui sulla mia schiena che mi causarono tranquillità e protezione. <<come stai?>> mi chiese <<più bene di così non posso esserlo>> alzai la testa e lasciai sulle sue labbra un bacio. <<ti voglio abbracciare come quando ti abbracciavo prima che questo posto ci separasse>> mi scese involontariamente una lacrima. <<anche io, mi manchi tanto. Non riesco più a stare intrappolata qui, devo uscire e scappare con te, con la persona che amo alla follia>> sorrisi a questa frase. <<hai mangiato?>> le chiesi. <<no...non avevo fame>> finché fa così non so se guarirà presto. Sembra che la sua mamma corporea non sia cambiata di molto, ha bisogno di mangiare. <<amore devi mangiare>> dissi poggiando l'altro lato del mio orecchio, potetti così guardare il suo bel viso. <<lo so ma non riesco...>> annuii. La capisco...eccome se la capisco. Non è facilmente riprendere a mangiare regolarmente come faceva prima. Dopo tutti i traumi anche la fame ti passa. <<da quanto sei sveglia?>> iniziai a fargli i grattini sulla pancia. <<mi sono svegliata stamattina. Sono stata in coma per due settimane...ho avuto tanta paura e quando era entrato mio padre mi sono spaventata a morte. Era entrato senza farsi vedere e me lo sono ritrovato vicino a me. Ho paura di lui e->> iniziò a piangere, percepisco la sua immensa ansia, paura e angoscia verso il padre... <<ora stai tranquilla, tutto passerà vedrai>> l'aiutai ad asciugarsi le lacrime. <<io lo spero vivamente...non riesco più a vivere questa vita>> annuii abbassando la testa. <<rimani qui con me a dormire ti prego>> le sorrisi <<certo che rimango qui, chiedo a mia mamma>> uscii fuori dalla stanza. Ma non trovai mia madre...la chiamai...

Chiamata
<<mamma...?>>
<<sapevo che mi avresti chiamata>> disse convinta
<<ma dove sei?>>
<<a casa>>
<<come a-...ah ho capito...grazie mamma>>
<<nulla, domani passo>>
<<va bene, ciao e buonanotte>>
<<notte a voi due>>
Fine chiamata

Sono felice che abbia capito già da subito. Avevo bisogno di stare con lei e recuperare tempo perso con lei.
<<allora?>> le andai vicino. <<mia mamma è andata via, già da un po'. Aveva già capito che io volevo rimanere qui a dormire con te>> mi sorrise, non c'è niente di più bello di quel dannato sorriso che mi manda in tilt il cervello. <<ringraziala da parte mia, ne avevo veramente bisogno, spero che tu possa stare nel mio stesso letto>> <<lo spero anche io>> mi sedetti vicino a lei e le carezzai dolcemente la sua morbida guancia. <<sono felice che tu sua viva>> <<anche io>> disse emozionata. Mi avvicinai a lei e la baciai passionalmente.

ALESSIA'SPOVV

Dopo quello spavento credevo che la mia vita fosse andata in frantumi, ma invece no. Sono riusciti dopo un paio d'ore a rianimarmi e avevano deciso di tenermi qui per due settimane. In quei giorni stavo costantemente male, tra mal di testa, mal di pancia, mancamenti e svenimenti. Tutto questo piano piano sta passando prendendo uno sciroppo che a me fa altamente cagare. Purtroppo ancora non riesco a mangiare tanto. Se mangio un piatto di pasta già per me è troppo, mi riempio subito e il mio metabolismo si è rallentato, riempendo subito il mio stomaco. Già stare all'ospedale mi sento al sicuro, con la compagnia di Jace al massimo della protezione. Mi è mancato tanto questo ragazzo dai capelli biondi, con due pozze di cioccolato al posti degli occhi, con un sorriso luccicante e la sua amata dolcezza. Nei giorni in cui avevo gli occhi chiusi riuscivo a sentirlo piangere, ma non potevo dire e fare niente. Un giorno venne qua in ospedale e mi disse questo:
"I-io non so più come fare. Finché tu sei rinchiusa qui dentro la mia vita non ha più senso. Non posso sopportare ancora per tanto questo distaccamento da te, devo per forza starti vicina e incollare le mie cazzo di labbra sulle tue e non staccarle mai, avere il tuo corpo unito al mio e il contatto fisico che attraverso questi si crea. Ho bisogno di parlarti, sentirti e guardate quei due meravigliosi oceani di cioccolato al latte mischiati al verde menta, i tuoi occhi. Non voglio più perdere neanche un secondo con te, ho perso troppo tempo e non intendo perderne altro. Hai già sofferto troppo e spero di non farti soffrire più. Mi manchi tanto piccola, non riesco più a vederti in questo posto, in questa stanza di muri bianchi, con un cazzo di flebo nel tuo braccio. Vorrei che tutto questi non fosse mai successo..."


Salve e benvenuti nel sequel di "e se non fosse solo un'amicizia..."! Spero che questo capitolo vi sua piaciuto come inizio e spero che vi piaceranno anche le prossime a seguire <3
Ci vediamo ansiogeni ❤️
Bacioness <3

Incubi finiti||Jace Norman Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora