Cap.8

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Uraraka pov
« sto arrivando, sono appena uscita dall'autobus »
« non è ora che tu prenda la patente? »
« ho paura della strada katsuki »
« in realtà non me lo hai mai detto »
« va be non importa, apri »
La vicinanza tra la fermata e l'appartamento aiutano a evitare il freddo gelido e i primi fiocchi di neve che si depositano sull'asfalto grigio.
"grazie per essere venuta"
"Figurati, per cosa ti serve aiuto?"
"volevo chiederti di portare fuori haku ma con sto freddo preferirei non farti uscire da sola"
"Haku?"
"Il mio cane, non riesco ancora a camminare e portare a spasso un golden retriever mi sarebbe troppo difficile.
Accomodati"
Entro nella piccola dimora arredata in modo moderno ma abbastanza semplice, tutto bianco o nero.
Un cane di grossa taglia col manto dorato mi si avvicina richiedendo coccole.
"Ciao bello"
"È un rufiano, lascialo perdere"
Ridacchio a quella affermazione.
Seguo bakugo dentro la sala difianco all'entrata e mi siedo di fianco a lui sul divano.
Mi sento quasi a disagio, nessuno dei due parla e non ci guardiamo.
"Se non devo portarlo fuori posso tronare a cas-"
"Aspetta!..potresti restare qui a cena..se..se..vuoi, chiaramente puoi anche andartene, n-non mi cambierebbe!"
Sorrido notando il cambiamento d'umore a metà frase.
"Allora vado a casa!"
"No! Restá...ecco...non voglio rimanere in debito per tutti i pranzi"
"Se mi cucini del katsudon resto"
"Andata per il katsudon"
Si incammina verso la cucina e lo seguo a ruota seguito dal cane.
La cucina é molto grande, anche il piano di lavoro di cui katsuki per tagliare la cerne ne occupa solo metà,
Appoggio le mani e con un spinta mi sollevo sedendomici sopra.
Lo sguardo del biondo si solleva guardandomi negl'occhi e gli sorrido, li vedo riflettere il mio riflesso impregno di luci e colori; intense sfumature di toni caldi mischiate alla perfazione e che si illuminano e ogni singolo raggio di luce che si specchia su essi.
Ridacchia mentre mi rendo conto di starlo fissando da almeno un minuto buono, abbasso lo sguardo. Ogni volta che lo guardi la mia testa si perde in mille pensieri, mille desideri, mille idee, mille colori, mi attrae, ogni singola parte del suo corpo, il suo carattere meschino e al contempo premuroso, eppure non riesco ad accettarlo. Pochi fatti sono riusciti a farci avvicinare, poco che basta per farmi riunire a lui come due adolescenti, una nottata che si era scaldata, il trasferimento, il ricovero, nell'arco di due settimane le nostre vite; due linee parallele e destinate a non incrociarci per puro caso si sono scontrate rudemente andando a intrecciarle e annodarle in tante nuove avventure che andremo ad affrontare assieme.
"Ochako? O-cha-ko! Mi stai ascoltando?"
Ancora una volta i miei pensieri erano volati nei suoi occhi e sono tornata solo ora al mondo reale, col ragazzo davanti a me, che non ricambia cio che provo io probabilmente.
"Dai senti la carne se è ben cotta!"
Col braccio sinistro, e unico libero, mi porge un pezzetto di carne davanti alla bocca, attendebdo che la mangi.
"Assaggia!"
Socchiudo le labbra e prendo quel tenero pezzo di carne in bocca,
"Ahi! Ahi! Scotta scotta!"
Mi porge un fazzoletto e sputo la carne.
La mia lingua va in fiamme e la tengo fuori facendo grandu respiri.
"Hai la lingua rossa, devi essertela ustionata, scusa"
"Tranquillo, non é colpa tua!"
Gli sorrido, prende un altro pezzo e prima di porgermelo ci soffia sopra per raffreddarlo e dopo qualche secondo attoggia lievemente il labbro superiore sul pezzetto per assicurarsi non sia troppo caldo, ( non so se sono stran* io ma lo faccio sempre lol 👁👄👁🥩)
Arrossisco vedendo le sua labbra rosacee posarsi su essa e me lo porge.
"Ora non brucia, dimmi cosa ne pensi!"
Socchiudo la bocca e adagia delucatamente il trancio tra le mie labbra.

KacchakoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora