Quella sera Taehyung aveva arbitrariamente deciso che il più grande lo avrebbe accompagnato in uno dei locali che era solito frequentare qualche anno prima, quando al posto della scrittura riversava i suoi dispiaceri sul sesso e sull'alcol.
Si era quindi presentato alla sua porta verso le 23, senza preavviso, e con una bustona di carta bianca contenente i vestiti per la serata.
Il tutto accompagnato da un sorriso quadrato e le iridi luccicanti d'eccitazione.Yoongi, che questa volta non poteva immaginare la richiesta, gli aveva aperto con un'espressione tranquilla, mostrandosi nella propria interezza con la stessa tuta con cui l'aveva salutato la mattina e le stesse occhiaie che non avevano accennato a sparire.
"Hyung, mi accompagni in discoteca?”
Dritto al punto.
La risposta che il biondo aveva ricevuto era stata uno sguardo che lo aveva fatto sentire tremendamente stupido e la porta sbattuta in faccia prima che avesse potuto aggiungere altro.
"E andiamo, - aveva quindi portato indice e medio sul campanello e iniziato a picchiettarvici sistematicamente sopra - non puoi startene recluso lì per sempre."
Nessuna risposta.
"Almeno parlami! Sei sempre il solito menefreghista!"
Il più grande, dall'altra parte, stava pigramente trascinando i piedi scalzi verso il letto matrimoniale, lasciando che il trambusto non interferisse neppure in minima parte con l'incontro tra le proprie membra stanche e la morbidezza del materasso.
Anzi, se il rumore fosse stato minore, lo si sarebbe potuto sentir canticchiare una melodia melanconia, di quelle che gli piacevano tanto.
"Yoongi, mi offendo seriamente questa volta." e con quest'ultima affermazione detta a voce alta, aveva smosso le dita dal campanello e le aveva puntate su una tempia, alla ricerca di un modo per ottenere una risposta.
Aprire la porta con la copia delle chiavi fu la prima opzione ad essere esclusa.
La conoscenza del carattere del pece era un valido aiuto.
Erano seguiti alcuni attimi di ambivalente silenzio fino a quando la fisionomia di Taehyung non aveva mutato espressione, segno che la ricerca aveva dato i suoi frutti.
Se prima le proprie movenze avevano trapelato incertezza, in quel momento si erano arricchite della stessa consapevolezza di un giocatore di poker in possesso di una scala reale.
Showdown.
"Bene, ci andrò da solo." il tono era stato modulato minuziosamente per risultare il più rammaricato possibile e con l'intensità minima affinché potesse essere udito dall'altra parte.
"Almeno lascia la suoneria attiva, non so chi chiamare se succede qualcosa. Saresti la mia unica speranza."
Aveva quindi atteso un po' prima di far seguire un sospiro drammatico.
Yoongi, oltre la porta, si era immobilizzato a due passi dal letto, come se quelle parole avessero fatto più rumore degli strilli precedenti.
Pur essendo consapevole dei giochetti minore, non poteva permettere che andasse in quei luoghi da solo.
Non a quell'ora della notte, soprattutto.Aveva quindi ingoiato diverse imprecazioni e cambiato direzione.
Erano passati cinque minuti abbondanti prima che il biondo avesse potuto sentire uno scatto metallico e vedere la figura dell'altro apparire nuovamente.
"Lo faccio solo per rivedere Namjoon, per me potevi andarci da solo."
Sul viso di Taehyung era tornato il sorriso, più dolce e caldo del primo.
"Grazie Hyung."
In quell'istante il pece aveva sentito di aver fatto la cosa giusta.
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- lili, con i cigarettes after sex nelle cuffiette