Trentaquattro.

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//Inizio con l'avvisarvi che per questioni di lunghezza spropositata, il capitolo è stato diviso in due parti. Questa è quella più corposa. Enjoy!

Tell me I'm not going home
And I'll stop waiting by the phone


Lunedì è quando Anita prende un volo di linea Istanbul-Londra e passa tre quarti del viaggio con un bambino che piange nelle orecchie e scalcia contro il suo sedile. Nonostante abbia passato la notte a rigirarsi nel letto senza chiudere occhio, non c'è verso di prendere sonno. Quando l'aereo atterra e lei riaccende il telefono, non ci sono nuovi messaggi, e quella sera, dopo cena, nessuna chiamata.

Giovedì è quando esce per ultima dall'ufficio, a tarda sera, stretta nel suo cappotto scuro, lo stesso di quella cena in Germania da cui sembra passata una vita. Mentre percorre i pochi isolati dalla fabbrica al suo appartamento, compone un numero ed aspetta in silenzio, fino a che non scatta la segreteria. Giovedì è l'ultima volta che lascia un messaggio dopo il bip.

Sabato è quando Lynn le chiede se voglia andare a Monaco con lei per il fine settimana. Andrà da Dan e Anita non vuole essere di troppo, ma non può lasciarsi sfuggire quest'occasione. Quando bussa due porte più in là, all'appartamento con la vista più bella del Principato, nessuno corre ad aprirle, e finisce col fare il terzo incomodo ad una cena molto divertente. Dorme sul divano, abbozzolata in una coperta morbida che ha un profumo accogliente ma sconosciuto, mentre sente Lynn e Daniel parlare, ridere e gemere e poi nient'altro. Sabato chiama tre volte consecutive, ma al secondo squillo butta giù.

Mercoledì è quando il telefono squilla alle sette del mattino, facendola sussultare e precipitarsi giù dal letto col cuore all'impazzata. È Nicole, che la invita ad un imminente colloquio con Christian prima di partire per il Bahrein. Più tardi, è lui a congratularsi con lei e Paul per il loro ottimo lavoro, informandoli che l'accordo con il nuovo sponsor è andato a buon fine. La prima persona a cui vorrebbe dirlo, questa volta, non aspetta nemmeno che il telefono squilli per buttare giù. Mercoledì è l'ultimo giorno che lo chiama.


Anita e Max non si parlano da più di dieci giorni.

In tutti questi mesi di questo anno frenetico e straziante, mai, nemmeno una volta, ha percepito così dolorosamente il peso del suo silenzio. Forse perché prima poteva cullarsi all'idea che lui fosse fatto così, che non volesse legami con lei come non ne voleva con nessun altro, mentre ora sa cosa significa.

Perché dopo il suo ultimo ritiro hanno parlato, lui si è aperto e lei lo ha visto per quello che è davvero. E se c'è qualcosa che terrorizza Max, è sapere che qualcuno conosce tutti i suoi punti deboli.

Anita se lo aspettava, che sarebbe scappato. Quando si è girato in pista durante il Gran Premio, il suo cuore ha perso un colpo. Non è sicura di potersi abituare al pensiero latente ma costante di poter perdere la persona che ama ogni volta che lui sale su quella macchina infernale. Quando si è resa conto che era illeso e che poteva continuare, anziché essere sollevata, ha avuto ancora più paura.

Max diventa incontrollabile quando teme che le cose non andranno come previsto. Diventa impulsivo, disattento, si incattivisce. Dopo aver perso tutte quelle posizioni, Anita ha avuto davvero paura che andasse così forte da schiantarsi contro le barriere.

Un tempo avrebbe detto che lo faceva perché era un ragazzino arrogante del cazzo che non aveva mai imparato a perdere. Adesso sa che la storia è diversa. Ha visto le bruciature di sigaretta. Ha visto le lacrime.

Sa che ha tutta un'altra natura, la paura di Max.

Mi vorrai anche se non sarò il migliore?

Mad Max | M.V. F1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora