36.

3K 151 34
                                    

Ero rimasto per un momento a guardarlo, gli occhi lucidi, le labbra arrossate e i capelli tutti spettinati.
Aveva ancora un po' di fiatone e aveva il corpo ricoperto da brividi a causa del contrasto fra la sua temperatura corporea alta e il freddo dei fine febbraio.
"Hai una coperta?" gli avevo chiesto guardandomi intorno per coprirlo.
"Su, in camera" aveva risposto sorridendo in modo dispettoso.
L'avevo preso in braccio caricandomelo sulla spalla come se fosse un sacco di patate e avevo salito le scale di casa sua.
"No, aspetta! Non quella camera! L'altra!" esclamava mentre scoppiava a ridere e io venivo benedetto da quel rimbombo magnifico della sua dolce e contagiosa risata.
"Questa?" avevo questo fermandomi di fronte ad una stanza con degli adesivi fuori la porta.
"Si, si è questa".
Avevo aperto la porta e avevo lanciato Harry sul letto mentre io mi mettevo sopra di lui.
Senza nemmeno un po' di preavviso aveva allungato il braccio e aveva preso in mano un cuscino con il quale aveva iniziato a colpirmi.
"Vuoi una guerra Styles? Non i conviene, lo sai che vinco io" gli avevo detto minacciandolo mentre lui rideva e portava una mano sul suo stomaco dalle risate.
"Dai, vediamo che sai fare Tomlinson!" aveva esclamato colpendomi ancora dritto in volto.
Senza pensarci due volte avevo preso in mano dei cuscini e avevamo iniziato a lottare.
Eravamo felici, nudi sul letto tra le morbide coperte e il chiarore della luna che illuminava leggermente la stanza mentre giocavamo come due ragazzini.

"Smettila! Ho palesemente vinto io!".
"Non dire stronzate Styles, sono molto più forte di te!".
"Si certo come no!".
"Non ci credi?".
E alla fine l'avevo privato del suo cuscino e l'avevo bloccato con le mie mani avvicinandomi ancora a lui.
Avevamo i respiri affannosi e i battiti accelerati, stringevo i suoi polsi tra le mie mani e bloccavo il resto del suo corpo con il mio.
"Ora mi credi?" gli avevo sussurrato.
"Forse" aveva risposto.
Eravamo ad un centimetro l'uno dall'altro, ci stavamo fissando negli occhi e ci stavamo guardando fin dentro l'anima.
Quel maledettissimo verde che mi ipnotizzava, sapevo fin da subito che sarebbe stato il mio punto debole.
Le sue labbra si erano schiuse e si erano avvicinate alle mie, mi aveva travolto in un bacio, diverso dagli altri.
Stavolta era dolce e lento, le nostre lingue si intrecciavano a ritmo e le sue labbra erano così morbide.
Piano piano avevo allentato la stretta sui suoi polsi e le sue mani erano andate a finire sui miei fianchi mentre le mie stringevano i suoi bei ricci.
Sentivo il battito del mio cuore andare veloce, poi lento, po di nuovo veloce, avevo una strana sensazione sullo stomaco e il mio corpo era così rilassato vicino al suo.
No, non andava bene, affatto.
Che cazzo stavo combinando?
Perchè cazzo il mio corpo non rispondeva più ai miei comandi?
Era come se effettivamente il mio cervello non avesse più potere su di me, le mie labbra si muovevano ugualmente, i miei occhi non si aprivano e le mie braccia continuavano a stringere quel bel ragazzo sotto di me.

Finalmente ero tornato ad avere il controllo e subito mi ero staccato da lui alzandomi in piedi.
"Lou-Louis? È tutto okay?" mi aveva chiesto guardandomi confuso.
"No, non è affatto okay".
"Che stai dicendo? Cosa succede?".
Si era alzato e si era avvicinato a me mentre io invece indietreggiavo verso la porta.
"Louis?" mi stava chiamando ancora una volta.
"Non è niente okay Harry, questo" avevo detto marcando l'ultima parola, "non va bene, io non posso, non possiamo".
"Posso sapere che ti prende? Perché non va bene? Cosa c'è di sbagliato?".
"Non posso e basta Harry, non va bene, devo, devo andare sul serio" avevo detto uscendo dalla stanza e correndo al piano di sotto rivestendomi mentre lui mi rincorreva e faceva lo stesso.
"Louis porca puttana puoi fermarti e parlarmi?!" aveva chiesto esausto e alzando anche la voce.
"Non c'è niente di cui dobbiamo parlare io e te".
"Invece si! Fino a prima stavamo così bene, che cazzo ti è preso?".
"Possibile che non riesci a capire cazzo? Semplicemente non posso, non devo!".
"Perchè siamo due uomini?" aveva chiesto quasi con le lacrime agli occhi.
Ma che cazzo diceva?
"Cosa?! No ovvio che non è per questo! Sai perfettamente che sono gay non devo nasconderlo proprio a nessuno!".
"E allora si può sapere cosa c'è?!".
"Il problema siamo noi! È questo che non va bene!" avevo urlato indicando me e lui con il dito.

"Quindi questo era il tuo piano fin da subito vero?" aveva detto poi ricomponendosi.
I suoi occhi erano diversi ora, era freddo, impassibile e mi fissava con disprezzo.
"Avevi solo intenzione di scoparmi per passare il tempo durante il torneo ma di me non te ne è mai fregato un cazzo! Non è così?! Ammettilo!" sbraitava.
"Anche se fosse?! A te è mai importato?! Ti stava bene altrimenti non avresti accettato! Lo sai che per me era sesso! Niente di più!".
"Quindi ora che stavi iniziando a sentire qualcosa di più ti tiri indietro?! Sai che c'è? Vaffanculo Louis!".

You like being chocked, huh?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora