10.

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Mia madre stava per mettersi a piangere, la sua emotività mi fa sempre così tenerezza e simpatia allo stesso tempo.
"Dai mamma, non preoccuparti, tra quindici giorni sono di nuovo qua a romperti le scatole" avevo detto per rassicurarla.
"Lo so ma mi mancherai" mi aveva risposto dandomi un bacio sulla fronte prima di lasciarmi andare.
Quella mattina avevo raggiunto il campo prima del previsto, insieme a me c'erano anche Zayn, Liam, Nicholas, Tommy e altri due nostri compagni di squadra, stavamo tutti aspettando l'arrivo del pullman.

-Ragazzi siete ancora a scuola vero?- aveva chiesto Niall mandandoci un messaggio nel gruppo.
-Si ma ti devi muovere- aveva risposto Liam mettendosi a ridere.
-È colpa di Harry, lui e la sua ossessione per i capelli-
-Sbrigatevi-
Dopo circa un quarto d'ora circa avevano raggiunto i due amici mentre ridevano e scherzavano, ci eravamo salutati e stavamo aspettando l'arrivo degli altri.
C'erano diverse persone che stavano salendo nel pullman con noi, non solo giocatori, anche amici e qualche ragazza, portarsi qualcuno che ti fa stare bene è sempre il meglio durante questo tipo di tornei.
Io avevo i miei migliori amici, non c'era nulla di più bello che avere i miei due compagni di vita che giocavano nella mia stessa squadra e con i quali condividevo di tutto, erano seriamente dei fratelli per me.

"Okay ragazzi, adesso vi chiamerò per nome, quando sentite pronunciare il vostro mettete la valigia giù e prendete posto in corriera. Ci sono domande?" aveva detto il nostro allenatore e tutti avevamo annuito.
Eravamo in ordine alfabetico, del nostro gruppo il primo a salire era stato Niall, Zayn, poi Liam, Harry ed in fine io, che mi sono seduto vicino al mio amico-nemico.
"Ci vedo bene? Harry e Louis si sono seduti vicini?" aveva esclamato Niall e io con un bellissimo sorriso gli avevo mostrato il mio dito medio.
"Idiota mi sono messo vicino a te e mi hai quasi dato un pugno" aveva detto poi Harry e io mi morsicavo la guancia per non ridere e non dare soddisfazione ai ragazzi, soprattutto al biondo, Dio mio.

Dopo una ventina di minuti eravamo finalmente in partenza, dovevamo raggiungere la parte opposta del Regno Unito e considerando che eravamo un corriera ci avremmo messo un po'.
Mi ero ricordato di prendere le cuffiette quella mattina, fatto più unico che raro, così le avevo attaccate al mio cellulare e avevo iniziato ad ascoltare un po' di musica.
Ero molto geloso delle mie canzoni, diciamo che per me la musica è sempre stato un rifugio, soprattutto nei brutti momenti, perciò per me vale più di una semplice base musicale con sopra un testo e si può sembrare ridicolo ma ne sono molto geloso a dire la verità.
Stavo per cambiare canzone quando puntuale più che mai mia madre mi manda un messaggio.
-Come va tesoro? Siete in viaggio?-
-Si mamma siamo partiti da poco, ti chiamo io quando arriviamo okay?-
-Va bene, fai il bravo. Ti voglio bene-
-Anch'io mamma, ciao!-

"Che carina tua madre" avevo sentito dire dal ragazzo accanto a me.
"Mi spii il telefono ora Styles?".
Lui si era messo a ridere e anche io avevo sorriso al pensiero di mamma.
"In realtà è che da quan...lascia stare, non, non...fa niente" avevo farfugliato poi mentre internamente mi maledivo.
Stavo per raccontargli della sua malattia e di come mi sentivo.
Ma perché cazzo avevo questo senso di dovermi aprire con lui e raccontargli tutti i problemi della mia vita?!
Che fastidio.
Mi stava guardando confuso, ma non aveva detto una parola, non cercava di farmi parlare né mi stava chiedendo di andare avanti con il discorso iniziato.
Eppure quei suoi maledetti occhi verdi mi stavano fissando in modo così rassicurante.
"Mia mamma è malata, le hanno trovato un tumore un po' di tempo fa e non sappiamo quando...".
Stavo per mettermi a piangere, lo sentivo, ma non volevo, cercavo con tutte le mie forze di trattenere le lacrime e proprio in quel momento la mano di Harry ha toccato la mia.
"Mi dispiace tanto Louis, sul serio, non immagino neanche come tu ti senta" aveva semplicemente detto, senza tentare di farmi entrare nei dettagli, io glie ne ero grato, eppure volevo sfogarmi così tanto.

"Tieni" aveva solo detto passandomi la sua cuffietta e poi schiacciando play sullo schermo del suo cellulare e facendo partire la musica.
Una delle mie canzoni preferite era nella sua playlist, la cosa mi dava fastidio ma allo stesso tempo mi faceva sorridere.
Avevamo iniziato a canticchiare insieme e tra una cosa e l'altra lui si era anche addormentato.
La sua testa era finita sulla mia spalla, avevo provato più di una volta a farlo rialzare ma sembrava quasi impossibile, alla fine ci avevo rinunciato e l'ora successiva l'ho passata immobile con lui che dormiva.

"Ragazzi! Eccoci arrivati! Forza prendete la vostra roba".

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