Reverse Coco

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Quel giorno Crash rientrò in casa con un sacco di frutti wumpa in spalla e annunciò la sua presenza urlando.

«Coco, sono tornato!»

Non ricevette risposta, il che gli parve strano. Lei era sempre la prima a salutarlo quando tornava a casa.

«Aku Aku?» chiamò, perplesso. Al suo richiamo di solito la maschera appariva sempre al suo fianco, eppure stavolta neanche lui comparve.

Guardò la porta. Non c’erano segni di effrazione, nessun segno che qualcuno oltre a lui potesse essere entrato là dentro.

A quel punto ricordò che se Coco fosse stata nel suo laboratorio, da lì lei non l’avrebbe sentito. Forse Aku Aku era con lei per aiutarla.

Iniziò a scendere verso il laboratorio senza però riuscire a sbarazzarsi della sensazione che qualcosa non andasse. Aku Aku sarebbe dovuto apparire comunque accanto a lui, perché non era venuto?

Entrò nel laboratorio, guardò un momento attorno a sé e quasi gli cadde il sacco dalle mani.

Coco era lì, come aveva immaginato. Anche Aku Aku era lì.

Solo che il secondo era bloccato in un tubo verticale, una serie di cavi attaccati al legno che lo costituiva, e dalla sua espressione sembrava non ci fosse entrato lì di sua volontà, né che si stesse divertendo.

«Ormai è una mera questione di ore. Uka Uka verrà come previsto.» disse Coco a voce abbastanza alta da farsi sentire anche da lui.

«Coco, che cavolo stai facendo?»

La sorella si girò verso di lui di scatto, poi sorrise.

«Oh, ciao Crash. Scusa se non ti ho aspettato di fuori, ma avevo un’idea. Sai, un’idea di precedere il nemico per una volta e prevenire futuri attacchi.» disse con un sorriso sinistro.

«Perché Aku Aku è lì dentro?»

«In che altro modo potrei richiamare Uka Uka se non con lui? La maschera sua gemella nel gruppo di Cortex è senza dubbio la più pericolosa e va tolta di mezzo. Purtroppo Aku Aku non voleva collaborare.»

Crash stava guardando Aku Aku, che gli stava sillabando qualcosa.

Scappa.

«Non sono sicuro la tua sia una buona idea...» mormorò Crash facendo un passo all’indietro a malincuore.

«Perché non dovrebbe esserlo? Una volta preso Uka Uka, prendere Cortex e i suoi scagnozzi sarà facilissimo, poi li elimineremo tutti e potremo finalmente vivere in pace!» esclamò Coco, gli occhi sbarrati.

«Stai facendo soffrire Aku Aku e farai soffrire molte altre persone...»

«Credi forse che tutti i nemici che hai sconfitto non abbiano sofferto?»

Quella frase fu come un pugno nello stomaco.

«Non serve pensare al passato, non serve pensare neanche ai mezzi. Basta pensare al fine: noi due, finalmente liberi.»

«No.»

Crash aveva fatto un altro passo indietro. Sua sorella doveva essere totalmente impazzita: non era da lei pensare di fare male direttamente a qualcuno, soprattutto non era da lei fare del male ad Aku Aku.

Doveva andarsene.

«Io non ti aiuterò. Non godrò con te della tua vittoria. Noi non siamo crudeli come loro, e se vogliamo dirla tutta neanche loro sono mai stati crudeli con noi. Non includermi.»

«Non osare andartene!» urlò Coco tirando fuori una pistola.

Se Crash fosse stato chiunque altro, sicuramente il colpo sarebbe andato a segno, ma il Bandicoot era troppo abituato ad essere attaccato e schivò il colpo, poi corse su per le scale, sentendo gli occhi pizzicare.

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