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Ero andata a comprare un pacco da dodici cupcake da mangiare per merenda appena tornata a casa e, mentre uscivo dal negozio con la scatola in mano, incontrai Sayu Yagami, eravamo diventate amiche per caso nei giardini pubblici, parlando di quanto fossero strani alcuni ragazzi, e da quel momento ci sentivamo al telefono o ci vedevamo in giro per la città tutti i giorni.
<<Ciao Airiin>> iniziò lei entusiasta, quasi saltandomi al collo prima di notare la scatola che tenevo in mano.
<<Ciao Sayu, come va?>> ovviamente risposi con altrettanto entusiasmo.
<<Tutto bene dai, tu?>>
<<Anche io tutto bene>> notai che stava andando verso la pasticceria, allora, da curiosa che sono, le chiesi cosa stesse andando a fare.
<<Sto andando a prendere una torta per il compleanno di mio fratello>> e poi sorrise, uno dei suoi soliti sorrisi a 32 denti che ti contagiano, era la prima volta che parlava di lui con me e le feci qualche domanda che gli riguardava dato che non lo conoscevo. Sembrava un tipo interessante.
<<Ora devo veramente andare>> concluse lei.
<<Va bene, allora ci sentiamo?>>
<<Ovvio>> sorrise e si allontanò.

Ripresi a camminare verso la mia destinazione. Arrivai con quindici minuti buoni di ritardo.
<<Finalmente sei arrivata!>> sentii urlare dal salotto.
<<Sì per mia sfortuna - risposi ironicamente - e prima che tu me lo chieda: sì ho i cupcake>> poi udii un urletto di gioia, quindi mi tolsi il cappotto, lo appesi e mi diressi con la scatola in cucina, poco dopo sentii dei passi inconfondibili avvicinarsi alla porta della stanza in cui mi trovavo.
<<Che vuoi?>> chiesi facendo la finta seccata.
<<Quanti ne hai presi?>> sentii sussurrare.
<<12>>
<<E quanti ne posso prendere?>>
<<1>> presi un piatto, ci misi sopra un cupcake e glielo porsi. Lui rimase immobile.
<<Ma... - velocemente passò lo sguardo dal cupcake al mio viso alla scatola aperta per un paio di volte - e gli altri 11?>>
<<Sono per me ovviamente>>
<<Ne posso un altro?>> lo chiese con un tono di voce e un'espressione che erano così carine che mi fecero divertire.
<<Dai stupido - mi misi a ridere scompigliandoli i capelli corvini, lui era effettivamente più alto di me, ma, a causa della postura che acquisiva ogni giorno per tutto il giorno, camminava ricurvo, abbassandosi di una decina di centimetri. Presi il piatto che teneva in mano e gli diedi la scatola che stava sul piano da lavoro della cucina - gli 11 sono per te>> lui fece uno di quei suoi sorrisi che fanno sciogliere il cuore, ma ti fanno anche venire voglia di tirargli uno schiaffo.
<<Dai ora vai a mangiarteli, io vado in camera>> dissi per poi avviarmi verso le scale.
<<Grazie Airiin>> sentii sussurrare, io sorrisi.

Continuai a salire le scale senza girarmi, entrai in camera, appoggiai il piatto sul comodino, presi le cuffie, le indossai e le collegai al cellulare. Feci subito partire la mia playlist di musica classica a tutto volume, prima o poi il volume così alto mi sfonderà i timpani ma almeno mi aiuta a isolarmi da tutto e da tutti. Con tutta la calma del mondo mi sedetti sul letto a gambe incrociate e, accompagnata dalla dolce melodia de "Il lago dei cigni, op.20, atto II" di Tchaikovsky, iniziai a mangiare il cupcake. Davanti a me sul letto si sedette Sam, il mio "compagno di viaggio" da quando, a 15 anni, avevo trovato uno strano quaderno nero su cui però, per una paura infondata, non mi ero mai azzardata a scrivere, e si mise a fissarmi. Quando faceva così lo trovavo assolutamente inquietante ma, d'altro canto, mi rassicurava sapere di avere sempre qualcuno che vegliava su di me.
Ovviamente mangiai con calma, ho sempre fatto tutto molto lentamente, e quando ebbi finito era cominciata "Experience" di Ludovico Einaudi.

D'improvviso stoppai la musica come fulminata da qualcosa, un'idea. Staccai le cuffie, accesi il computer che stava sulla scrivania e feci partire da lì la musica che precedentemente ascoltavo, presi per mano Sam e lo trascinai al centro della stanza.
<<Che stai facendo?>> disse stranito con la sua voce roca e profonda.
<<Balla con me - dissi in tono supplichevole - Lawliet non lo farebbe mai>> poi guardai il dio della morte nella mia camera e con le mani giunte quasi in preghiera continuai: <<Ti prego, ti prego, ti prego>>
<<E va bene>> disse Sam fingendosi scocciato ma poi rise e io iniziai subito a saltellare dalla gioia.
Iniziammo a ballare per la stanza.

Se qualcuno avesse potuto vedere la scena, avrebbe visto solo me ondeggiare da una parte all'altra della camera, ma in realtà in quel momento stavo ballando con il mio migliore amico, con l'unica "persona" che mi assecondava su qualsiasi cosa da sei anni ormai, con il mio "angelo custode".

Continuammo a ballare finché non esaurimmo la musica classica che era nella playlist e, per scatenarci un po', decisi di mettere la playlist pop-rock. In fatto di musica ascoltavo davvero di tutto e soprattutto mi piaceva di tutto, anche se un atteggiamento del genere è normale per qualcuno che frequenta una delle più prestigiose scuole private di musica.

<<Ma si può sapere cos'è tutto questo baccano?>> una voce che non esternava emozioni tangibili si avvicinava alla porta della mia camera.





Spazio autrice
Ehilà belle personcine.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, anche se siamo solamente all'inizio e della storia vera e propria c'è ben poco.
Dal prossimo si capiranno molte più cose ve lo prometto.
Inoltre i capitoli successivi saranno tutti leggermente più lunghi di questo e quindi, si spera, con più azione al loro interno.
Spero che continuerete a leggere questa mia ff.
Per qualsiasi cosa (errori, incongruenze, dubbi, opinioni, critiche, ecc.) c'è la sezione commenti!❤️

サム || Death NoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora