"Chi sei? Perchè dovresti fare la differenza"
Queste le domande alle quali cercherò di dare una risposta sensata.
Non so se ne sarò in grado, se saprò raccontare la complessa storia della mia vita e, soprattutto, a chi mai la racconterò, ma ci proverò.
Mi reputo semplicemente una ragazza subordinata al proprio destino che, a quanto pare, non mi deve aver presa in simpatia...
Lo iniziai a capire sin dagli inizi, da quando, a causa di un incidente stradale, persi mio padre e dopo pochi giorni di coma anche mia madre.
Mi sentii totalmente crollare scoprendolo, come se quelle poche certezze presenti nella mia breve ed innocente vita di allora fossero svanite, e, pensandoci, è stato proprio così.
Avrei solo voluto avere una famiglia comune, come tutti, ancora qui con me. E da oramai due anni, dopo il grande sostegno e la presenza dei miei nonni (che sono andati incontro al loro di destino), sono sola.
Ho paura. Non di ciò che potrei trovare in una nuova città, anche perché gli oggetti, i luoghi e le persone non mi condizionano, bensì del fatto che anche questo nuovo capitolo della mia vita si possa "spiegazzare".
Dopo qualche ora sono finalmente a Manhattan e, proseguendo con la guida della mia auto vecchiotta di colore grigio, vado alla ricerca dell'appartamento in cui alloggerò pagando un affitto mensile.
Sembra un altro mondo, le persone sono così sostenute, così piene di se... inizio a metabolizzare il fatto che, probabilmente, non sarò la benvenuta in questa città. Impiego la maggior parte del tempo ad osservare tutto ciò che si cela aldilà del finestrino, perdendo di vista il fatto che avrei dovuto verificare se l'indirizzo che avevo memorizzato fosse giusto. Dopo un breve tragitto vedo il palazzo che tanto ho esaminato dalle foto, parcheggio e mi prendo cinque minuti prima di scendere ed affrontare quello che mi aspetterà.
Ce la farò. Che sarà mai!?
Scendo e prendo le quattro valigie ed il borsone... Forse ho un po' esagerato!
Un po' impacciata chiudo l'auto e vado verso il palazzo; un portinaio gentile mi apre il portone d'ingresso.
Afferma:"Lei deve essere la nuova inquilina dell'appartamento 6b",
rispondo:"Esattamente, grazie per avermi aperto il portone...",
ribatte "Si figuri, è il mio lavoro, anzi, le do una mano per portare i bagagli".
"No, la ringrazio, si figuri, c'è persino l'ascensore." mostro un sorriso per rendermi convincente.
"Va bene signorina, per qualsiasi cosa io sono qui." replica.
"Grazie, buona continuazione di giornata" affermo per poi dirigermi verso l'ascensore.
Mentre lo prenoto mi sento dire:"Si ambienterà, stia tranquilla". Onestamente lo spero!
Arrivo al sesto piano ed inizio a far uscire le valigie una ad una fra le ante, dopo poco esco anch'io integra e mi dirigo verso la porta.
Maledetta fobia dell'ascensore!
Dovrei bussare o suonare il campanello?
Sento un rumore provenire dalla serratura ed in un attimo mi ritrovo davanti una ragazza.
Mi chiede:"Sei la nuova arrivata?", ancora scossa mi limito ad annuire mentre lei mi fa cenno di entrare.
"Pensavo saresti arrivata più tardi, nel tardo pomeriggio, comunque ormai sei dentro".
Mi guardo intorno incuriosita... Inizio a focalizzare i dettagli dell'appartamento... I quadri piuttosto cupi ma, al contempo, espressivi appesi alle pareti, il pavimento in marmo bianco, il corridoio lungo che dà un prospetto alla reale grandezza della casa ed uno specchio grande nel bel mezzo, inusuale ma curioso.
In ogni quadro è raffigurata una persona che si specchia proprio qui... Presumibilmente sono gli inquilini di questa casa, infatti è raffigurata anche la ragazza che mi sta facendo strada.
Arriviamo in cucina e mi da una chiave.
"Benvenuta allora, Allie" afferma,
"Grazie... Ehm scusa non so ancora il tuo nome" dico,
"Cassidy, ma puoi chiamarmi Cassy",
"Va bene, Cassy",
"Ora scusami ma sono in ritardo",
"Certo, non ti trattengo, vai".
La vedo uscire frettolosamente e mi pento di non averle chiesto quale fosse la mia camera...
Mi perdo a guardarmi intorno fino a quando non mi sento chiedere:"Tu sei la nuova arrivata?". È un ragazzo con i capelli lunghi, il mento pronunciato ed è fisicamente palestrato. Ricordo per sommi capi il suo viso in uno dei ritratti che ho visto da poco.
Mi limito a rispondere "Si, sono io, piacere, Allie"
"Zayn, piacere... Cassidy ti ha mostrato le 5 regole?"
"Onestamente no"
"Oh dobbiamo rimediare allora" dice facendomi cenno di avvicinarmi al frigo, lo seguo lasciando le valigie lì.
Guardo la lavagnetta sul frigo, lui legge ad alta voce
"LE 5 REGOLE DEI COINQUILINI
1) Se sporchi la zona comune pulisci
2) Non entrare nella stanza degli altri senza il loro permesso
3) Per dare una festa serve il consenso di tutti e sei
4) Non dare fastidio agli altri
5) Non puoi fidanzarti con un/una coinquilino/a"
"Va bene..." dico stranita.
"So che possono sembrarti strane, ma qui servono, lo capirai con il tempo, le convivenze non sono facili".
"Stai forse dicendo che non sei un coinquilino modello!?" chiedo ironicamente.
"Ma assolutamente! Sono un angelo io" risponde ironico.
"Solo che ci sono altri 4 coinquilini oltre me, qualcuno più scontroso di altri"
dice mentre mi fa l'occhiolino.
Ad un tratto sento qualcosa cadere precipitosamente a terra... Un borsone. Alzo lo sguardo passando da delle scarpe sportive, a delle gambe muscolose scoperte, a dei pantaloncini neri, ad una maglia del medesimo colore un po' aderente e ad un viso a me nuovo... Avvampo per l'imbarazzo, o almeno penso sia per questo.
"Zayn, regola 5. Ah, vero, sei tu." afferma con tono amaro, non lasciando trasparire simpatia.
"Appunto amico, non sono tipo da fidanzamenti, proprio come te" afferma.
"Allora lascia che la nuova arrivata vada nella sua stanza, state disturbando" ribatte.
"Scontroso" dice Zayn.
Senza dire nulla, non volendo neanche presentarsi, si limita a squadrarmi fino a soffermarsi sui miei occhi per qualche istante. I suoi sono particolari, blu-grigi, sono sprecati per un ragazzo che, seppur bello, non mostra mai un'espressione serena.
Zayn tossisce fintamente e lo sguardo del ragazzo (a me ancora sconosciuto) si scosta totalmente dal mio, tanto da uscire dall'appartamento.
"È davvero arrabbiato con me perché stavamo parlavando?" chiedo a Zayn confusa.
"Nah, è scontroso di suo. Oggi più del solito a quanto pare, tranquilla" afferma.
La tua stanza è quella, vuoi una mano!?" mi chiede,
"No, tranquillo, grazie" gli sorrido e con le valigie e il borsone in mano vado verso la camera.
Apro la porta e sorrido alla vista dell'ampia stanza color beige.
Ho tante di quelle idee in mente!
Lascio le valigie poggiandole con delicatezza al muro, rilascio il borsone a terra per istinto e mi tuffo sul letto.
Il mio borsone, quando cade, fa più rumore di quello del mio nuovo coinquilino scontroso... MA CHE MI VIENE IN MENTE!?
Piuttosto, chissà perché non c'è il suo ritratto sulla parete...
Forse sarà un nuovo arrivato anche lui.
OK, LA SMETTO.-
Fine del primo capitolo. ⌛
Sono molto emozionata nel poter finalmente cominciare questo nuovo percorso con voi al mio fianco.
Il primo capitolo non è mai "il massimo", dato che è una parte introduttiva della storia.
Spero quantomeno che stiate iniziando a concretizzare la visione del libro.
Fatemi sapere nei commenti che ne pensate e, soprattutto, quale personaggio per ora vi interessa particolarmente! ;)
Al prossimo aggiornamento!
(Il prima possibile)
xoxo Ale#ROOMMATES
#STAYTUNED✍🏻
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Room mates - Persone giuste al momento sbagliato
ChickLitAllie White, una giovane 20enne di origini italiane, per motivi ignoti decide di trasferirsi da Manchester a Manhattan, cambiando di conseguenza anche College ed iscrivendosi alla facoltà di economia alla Columbia University. Dopo accurate ricerche...