-7.36 a.m..... DRIIIIIING-
«Uhmmmm... Taci....»
Mi rigirai nel letto come un orso in letargo e continuai a borbottare sul fatto che dovevo alzarmi. Stavo sognando di essere come mia sorella; che poi mamma e papà non avevano una preferenza fra me e Barbara, anzi, dicevano che eravamo come il rubino e lo smeraldo, più o meno con lo stesso valore.. ma si era capito, forse essendo la più piccola, che avevano un "debole" per me, mettendomi sempre al centro dell'attenzione: fin troppo... per certi versi... Per questo mia sorella non mi sopporta. Probabilmente perché da bambina si sentiva ignorata. .. e meno importante.. e adesso se la prende con me.. facendomi sentire una sfigata. So che da piccole non ha passato una bella infanzia... a causa mia. A scuola, era sempre considerata la "nerd", la fallita che tutti scartavano.. e poi c'ero io, che ero sempre accettata da tutti... Sinceramente.. al di là che non fosse apprezzata da molti, io, la invidiavo.. e ancora oggi ammetto di invidiarla... aveva la libertà che io non avevo, i miei ancora oggi mi chiamano costantemente per coordinare la mia vita! E poi l'ammiravo.. perché è sempre stata forte, ha sempre sofferto in silenzio, non si è mai lamentata. L'ammiravo, perché a differenza mia, è riuscita a diventare ciò che da una vita sognava. Ha lottato contro tutti e ce l'ha fatta.. Non ha mai pianto, non si è mai arresa, non ha mai dovuto dipendere da qualcun'altro. Perché mi aveva trovato lavoro? Beh, era logico, semplicemente perché i miei glielo avevano chiesto... Ero finita così a fare un lavoro che proprio non mi piaceva; un lavoro faticoso... specialmente se la maggior parte delle volte devi fotografare modelle belle e famose... come mia sorella.. Comunque dovevo alzarmi altrimenti oltre che arrivare in ritardo mi avrebbero pure licenziata...
Avevo perciò aperto il mio occhio destro, ancora mezza addormentata, e avevo lanciato un'occhiata alla sveglia sul mio comodino, che ormai da cinque minuti continuava a suonare: le sette e mezzo. Ero in ritardo, come al solito....
Balzai fuori dalle coperte, e corsi verso la cucina. Mi misi un biscotto in bocca e poi ritornai in camera:
«No,no,no,no... non è possibile... Dove gli ho messi...
Qui.. non ci sono.. Qui neanche...
Aspetta...! Ieri ... sono arrivata a casa e... gli ho... Ah! Eccoli grazie a Dio, erano sotto il letto.. »Mi infilai i jeans, messi storti per la fretta, aprii, bruscamente un'anta del mio sciatto armadio e presi la prima camicia che mi apparve davanti. Mi misi un velo di fondotinta per coprire le occhiaie, un po' di mascara e voilà! Ero pronta per iniziare un'altra squallida giornata. Misi la giacca, sciarpa e berretto. Uscii di casa e mi tirai dietro la porta: avevo dimenticato le scarpe e le chiavi del motorino (tutti i giorni... o mi dimentico le scarpe o il cellulare oppure le chiavi). Feci l'azione inversa, rientrai in casa mi misi il primo paio di scarpe che trovai e presi la borsa con dentro il necessario "per poter andare a lavorare". Corsi verso la moto, misi il casco e partii a palla.
8.00 a.m.
«Quella cretina di mia sorella è di nuovo in ritardo! Non la sopporto più.. È venti minuti che l'aspetto! Giuro che se questa volta Philippe la licenzia, non glielo paro più il... sedere...!»
«Barbara!... Sono tanto in ritardo..?».
Non chiesi altro, mi bastò vedere il suo sguardo di ghiaccio pieno di intolleranza.. verso i miei confronti. Senza commentare, entrammo finalmente alla Vogue.
Sapevo già che questa volta Backed non me l'avrebbe fatta passare liscia e che soprattutto lei non mi avrebbe difesa.. Come no, quella era capace pure di mettermi addosso un cartello con scritto "la colpa è mia, sono una deficiente"; già con il mio capo era difficile parlare, figuriamoci un po' discutere! Mia sorella si era dileguata nel mentre che stavo sgattaiolando nel mio ufficio:
«PALVIN!!»
Un brivido salì lungo la mia schiena, non osai girarmi, ma capii subito che era la voce di Philippe.
«Sì... capo?»
«Dovevi essere qui alle sette e mezza, invece sei arrivata qui alle otto e un quarto! Dovrei licenziarti! E probabilmente lo farò....
..... Ma non oggi »«Grazie capo, grazie grazie grazie! Allora... vado nella stanza...?»
«La 13 Kaia, la 13... Muoviti. Non farli aspettare»
«Come.. non farli aspettare?»
«Signorina Palvin, non la paghiamo per fare domande.
VADA!!»
«Okay, okay... Mamma mia... Possibile che siano sempre tutti lunatici?».
Ero rimasta un po' mortificata dalla risposta del capo. Non obiettai, presi la mia Nikon professionale , ma più pesante di me e Barbara messe insieme, e mi diressi nella stanza 13. Mentre trascinavo la macchina fotografica, emettevo strani suoni gutturali per lo sforzo. Entrai nella sala, distratta dal portarmi dietro quel coso, sentii la voce di mia sorella: stava parlando con qualcuno. Appoggiai l'aggeggio affianco a me e mi guardai attorno:
Sgranai gli occhi! Vedevo veramente quello che stavo vedendo, oppure era un'altra presa per... i fondelli di Barbara?
«Beh, allora? Cosa stai aspettando, sembra che tu abbia visto dei morti!»
«È uno scherzo questo?»
«Tesoro, ti sembriamo degli scherzi noi?»
«Già, Harry ha ragione non mordiamo nessuno, vero Lou?»
«Oh sì Zayn, certamente, siamo innocui..»
«Al massimo Niall ti mangia il pranzo!»
«Ah ah ah come sei spiritoso..... Parla quello che ha paura dei cucchiai...»
«Beh io almeno non ho paura dei piccioni!»
«Ehy! Kevin ... non si tocca!»
«Tu, sta' zitto!»
«Oh! Nello! Calma! Louis non si insulta..»
«Harry per favore, qui si sta litigando per cose serie..»
«Ragazzi.....?»
«E comunque, per dirla tutta, ho trovato il mio spazzolino sporco di Nutella!Chi sarà mai stato a farlo(?)»
«Ragazzi?!!!»
«Ehy! Non è colpa mia se la Nutella è così buona con un pizzico di dentifricio... -SLURP-»
«RAGAZZIIIIIIIII!!!».
Okay lo devo dire: "PORCO SCHIFO!". Erano veramente loro! C'era Harry, Zayn, Liam, Louis e Niall James Horan... Mamma mia quant'era bello... Beh diciamo che erano tutti molto.. carini.. Li vidi in TV, per la prima volta ad "UK X-Factor" ma dal vivo erano ancora meglio... Louis non era male.. e nemmeno Zayn con la sua "barbetta", ma Horan, per me aveva qualcosa di diverso dagli altri. In quei suoi occhioni blu da bambinone curioso, vedevo una luce, una luce radiosa. Mi ricordava la speranza e... poi aveva un viso simpatico!....
STAI LEGGENDO
Like moon among stars
Romance«Mia sorella aveva già tutto quello che desiderava: fama, soldi, trucchi, piena di persone che la amavano. Ma non le bastava. Aveva portato via l'uomo della mia vita. Il ragazzo con il quale tirarsi le patatine fritte addosso, era il passatempo pre...