Finii di lavorare alle sette e mezzo, di sera. Avevo un mucchio di foto da correggere, photoshoppare, catalogare e mettere su chiavetta... Quando arrivai, non ebbi nemmeno il tempo di chiamare mia mamma, probabilmente già in ansia. Barbara non c'era. Ogni sera tornava per le due di notte perché era troppo impegnata a fare baldoria o a "farsi" qualcuno.. Mangiavo da sola e tutte le volte che mi sedevo a tavola mi veniva il magone. Mi sentivo abbandonata, trascurata, vuota. Non mi sentivo amata. Quella sera non avevo voglia di mangiare.
Appena entrai in casa, salii al piano di sopra, in bagno. Mi spogliai, e misi il cellulare sulla mensola affianco alla vasca. Poi entrai nella doccia. Aprii l'acqua senza nemmeno degnarmi di sentire se fosse fredda o calda. Volevo solo lavarmi e andare a dormire. Era calda, ed era l'unica cosa che mi scaldava e confortava ogni giorno. Mentre mi lavavo, qualche volta mi scendeva una lacrima, tanto, non c'era nessuno, e poi si confondeva con le migliaia di goccioline "spruzzate" dal soffione della vasca. Mi mancava essere bambina, prima che io e mia sorella iniziassimo a non sopportarci. Mi mancava, quando giocavamo al mare a fare i castelli di sabbia. Mi mancava, quando ci mettevamo i tacchi di mamma e ci impiastravamo la faccia con il suo rossetto rosso. Mi mancava quando mi dava quegli abbracci che adesso si sono trasformati in odio e rabbia nei suoi occhi. Vorrei avere il tasto "replay", ma ho trovato solo quello del "play".
Mi stavo insaponando la testa quando mi arrivò un messaggio. Mi sporsi leggermente, per afferrare il telefono.
Con le mani bagnate digitai la password e guardai l'icona delle notifiche:
«Ehy tesoro! Sono Niall.
Ti ho mandato un messaggio perché non sapevo se a fin fine avessi memorizzato o meno il mio numero.
Comunque, non sono uno Stolker,tranquilla;
Ho chiesto il tuo a Barbara! .....
Con affetto, Horan».Che dolce, mi aveva mandato un messaggio per chiedermi se avessi salvato il suo numero.... Chi l'avrebbe mai detto che a Horan importasse di me: sottospecie, che non sono altro. Ero veramente elettrizzata. Mi sentivo come quelle teenager che sembravano fatte, da quanto felici.
«Oddio Oddio!! E ora che gli scrivo.....» per sbaglio, sfiorai il tasto per chiamare, senza accorgermene:
«Pronto?».Mi guardai intorno, un po' stranita, poi mi accorsi dell'enorme figura di merda:
«Porca puttana...» dissi sottovoce.Dai ci stava la parolaccia! Capirei, se avessi chiamato per sbaglio un'amica... Ma qui si trattava di una star! Che babba.. :
«Eh eh eh.. pronto?»;«Hey! Non ti sentivo più..
Come mai mi hai chiamato?»«Beh ecco... io in realtà.. non volevo chiamarti..»;
«AH..»;
«No,no non fraintendermi.. non è che non volessi sentirti.. solo che mi è partita la chiamata per sbaglio... mentre volevo rispondere al messaggio»;
«Ahaha, tutto okay, non me la prendo per così poco..
Comunque meglio, volevo chiamarti io.. »;«Ah si davvero?!» dissi con la ridicola vocina che mi viene spesso quando sono emozionata;
«Sì. Volevo chiederti se stasera sei libera. Non so magari andiamo a prenderci una birra..».Mamma mia, che dovevo dirgli ? "No guarda non posso perché sono morta dal sonno dentro la vasca da bagno e devo ancora finire del lavoro per domani?". No, non potevo dirglielo! Capisco che in generale le mie giustificazioni facciano schifo, ma questa era veramente squallida.
«No scusa... stasera proprio non posso.. Ho tanto da fare.. Domani pomeriggio? Non so... magari.. andiamo a mangiarci una pizza»;
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Like moon among stars
Romansa«Mia sorella aveva già tutto quello che desiderava: fama, soldi, trucchi, piena di persone che la amavano. Ma non le bastava. Aveva portato via l'uomo della mia vita. Il ragazzo con il quale tirarsi le patatine fritte addosso, era il passatempo pre...