La sorpresa

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Dopo circa dieci minuti dopo essere partiti, Edoardo si fermò a far benzina alla sua macchina.
"20 grazie" disse al benzinaio che gli prese le chiavi e fece benzina, affacciandosi poi al finestrino per riscuotere i venti euro.
"Fermo, questa volta pago io" dissi ad Edoardo tirando fuori dalla borsa il portafoglio.
"No, é un giorno importante, pago io" disse fermandomi la mano e dando i soldi al benzinaio che ci salutò con un grande sorriso sulle labbra.
"Perché é un giorno importante?" dissi senza ricordarmi il motivo.
"Lo scoprirai" disse mettendo in moto la macchina.
"Edo dai, dimmi il perché. Lo sai che sono una ragazza curiosa."
"Non posso, rovinerei la sorpresa!"
"Perché? C'è anche una sorpresa?" chiesi io stupita.
"Certo, ma non posso dirti nulla adesso. Capirai tutto più tardi. Non insistere e non farmi gli occhi dolci, per favore, vorrei cercare di riuscire, per la prima volta, a farti una sorpresa."
"Va bene Edo, scusa." dissi con un misto tra tristezza e curiosità.
"Dai non fare il broncio, sorridi"
"Sono solo molto curiosa" ripetei.
"Siamo quasi arrivati" disse lui sorpassando una macchina.
Guardai verso i campi ed iniziai a pensare, anche se non so bene a cosa.
Edoardo prese una strada secondaria che arrivò direttamente nel centro di Venezia.
Ci mettemmo molto per trovare parcheggio ma poi una signora anziana gentilissima ci concesse il suo posto.
"Adesso vieni, siamo in ritardo!" disse prendendomi per mano e iniziando a correre. Arrivammo davanti ad una decina di gondole.
Un gondoliere con la maglia a righe orizzontali bianche e blu scuro, pantaloni blu scuro e cappello di paglia con un nastro blu scuro, ci venne incontro.
"Signorino Fela, la vostra imbarcazione è pronta" disse rivolgendosi ad Edoardo e facendoci strada sulla gondola.
"Signorino Fela" dissi ridendo e prendendolo in giro.
Lui rise.
Saliti sull'imbarcazione il gondoliere ci porse due bicchieri di champagne.
"É bellissimo qua. È questa la sorpresa?" chiesi incredula ad Edoardo.
"Si è bellissimo. Ma la sorpresa non è ancora finita" mi rispose lui.
"Wow. Ma cosa stiamo festeggiando?"
"Vedrai..." rispose lui lasciandomi sulle spine.
Continuammo a navigare fino ad arrivare vicino ad un bar dove il gondoliere attraccò la gondola e ci fece gentilmente scendere.
"Siamo arrivati" mi disse lui.
"Arrivati?" chiesi io. Eravamo in un luogo dove non c'era nulla. Solo quel bar senza nome.
"Si, non ti piace?" mi chiese.
"Ehm..." dissi mentre mi prendeva per mano.
"Vieni" mi disse Edo conducendomi nel bar.
Aprii la porta e la prima cosa che vidi fu un cartellone molto grosso con la scritta

Sempre insieme. Dopo quattro anni siamo ancora qua e spero che tu con me stia bene perché staremo ancora molto tempo insieme. Spero di averti fatto passare una giornata indimenticabile. Buon amiciversario! Ti voglio bene Ashley!
Ps. Ho fatto fatica a scegliere le foto da attaccare su questo cartellone perché eri, e sei, bellissima in tutte!

Appena finii di leggere il cartellone mi emozionai e lo abbracciai. Lo strinsi fortissimo, come non avevo mai fatto prima. Iniziai a piangere e mi si sciolse il trucco.
"Grazie Edoardo, io non mi ricordavo..."
"Aspetta" disse interrompendomi e tirando fuori dalla tasca un pacchetto regalo.
"Edo ma io non ti ho fatto nulla"
"Non importa Ash, aprilo" disse porgendomi il regalo.
Appena lo aprii iniziai di nuovo a piangere. Era una collana con la forma a cuore con un'incisione:

Ashley&Edo
22.06.2010
Ti voglio bene

Edoardo la prese e me la allacciò al collo.
"Non te la togliere mai, va bene?"
"Mai!" risposi continuando a piangere.
Questa volta mi abbracciò lui. Quando ci lasciammo le nostre fronti si trovarono attaccate ed io avevo voglia di dargli un bacio, ma l'unica cosa che successe fu un bacio sulla guancia da parte sua.
Ero felice da una parte, ma triste dall'altra. Avrei dovuto dirgli che mi piaceva e quello era il momento giusto.
"Edo devo dirti una cosa" gli dissi agitata.
"Certo Ash, dimmi" mi rispose lui.
"Volevo dirti che" venni interrotta dal suo telefono che squillò.
"Clare ciao, si sono con Ash! Si te la passo"
Presi il telefono scusandomi per mia madre con Edoardo ed andai all'angolo del bar.
"Mamma che palle"
"Ashley ti ho mandato almeno cento messaggi e tu non mi hai mai risposto. Ti ho anche chiamata ma neanche alle chiamate mi rispondevi. Mi sono preoccupata tesoro!"
"Mamma scusa hai ragione ma ho messo il silenzioso al telefono e non l'ho sentito"
"Va bene tesoro, a che ore rientri?"
"Non lo so mamma, dai ora vado. Ci sentiamo dopo. Ciao"
"Ciao tesoro. Ti voglio bene!"
E attaccai.
Tornai da Edoardo e gli restituii il telefono.
"Cosa è successo?" mi chiese.
"Niente, non le ho risposto e si preoccupava" dissi io.
"Va bene. Avevi da dirmi qualcosa o sbaglio?" mi domandò lui.
Oramai l'attimo era stato interrotto dalla telefonata di mia madre così gli risposi "si ma non ricordo cosa volevo dirti". E lui si mise a ridere.
Durante il viaggio di ritorno parlammo molto, soprattutto del giorno nel quale ci eravamo conosciuti. Fu un viaggio di ritorno molto più breve dell'andata, ma ancora più fantastico!

Un cuore per dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora