La mamma ed io

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Il rapporto tra mia madre e me non è come quelli che di solito ci si aspetta tra madre e figlia.
"Ashley vieni qua, devi fare i piatti prima di uscire!"
"Arrivo mamma" rispondo con malavoglia.
Lei cerca sempre di interagire con me ma lo fa più da amica che da madre. Probabilmente perché qua non ha ancora trovato un'amica della quale si possa fidare.
"Ashley ma il ragazzo? L'hai trovato o ti ci vuole una spinta?" mi domanda mentre velocemente si veste per andare al lavoro.
"Mamma, per favore! Queste cose non le racconto neanche a Edoardo!"
Edoardo é il mio migliore amico, è più grande di me ed è la prima persona che ho conosciuto quando sono arrivata qua.
"Ma non é che tra te ed Edoardo c'é del tenero?"
"Mamma.. Ah guarda l'ora, sei in ritardo a lavoro. Corriii!"
"Hai ragione, ciao Ashley" dice lanciandomi un bacio con la mano scappando di corsa da casa.
Mia madre va sempre di corsa ed è sempre indaffarata, devo starle sempre dietro perché non so mai dove lascia la testa.
Mentre lavo i piatti mi arriva un messaggio: "Che fai oggi?" mi chiede Edoardo.
"Nulla" rispondo io asciugandomi prima le mani.
"Ti va di andare a fare un giro in città? Ti passo io a prendere in macchina verso le tre e mezza"
"Ok" rispondo brevemente io.
Edoardo è un bravo ragazzo e ogni fine settimana, da quando ha preso la patente per la macchina, mi porta sempre in posti diversi. Forse ha ragione mia mamma a dire che tra noi c'è del tenero. A me piace. Ma so di non piacere a lui, poiché mi considera solamente un'amica, perciò non gli ho ancora parlato dei sentimenti che provo per lui.
"Che hai?" mi scrive lui dopo la mia risposta secca.
"Niente, sono solo un po' stanca" rispondo io.
"Se vuoi allora si va un altro giorno in città" mi risponde lui dopo un paio di minuti.
"No oggi è perfetto" rispondo prontamente io.
Nel frattempo chiamo mia madre.
"Ashley tutto bene?"
"Si mamma, stai tranquilla. Volevo chiederti se oggi potevo andare a Venezia con Edo. Mi passa lui a prendere alle tre e mezza in macchina e mi riporta lui a casa."
"Ashley non so. Ha preso la patente da poco e fino a quando ti porta in posti vicini posso accettare, ma Venezia è già troppo lontana."
"Ma mamma, ti sei sempre fidata di lui, sai che sa andare in macchina. Gli dirò di andare piano!"
"Ashley no!"
"Sei la madre peggiore di questo mondo" le dissi attaccando il telefono.
Mia madre mi richiamò cinque volte, ma io non le risposi mai. Mi preparai decisa ad andare lo stesso a Venezia.
Alle tre in punto mia madre mi richiamò. Le risposi.
"Mamma che vuoi?"
"Ashley sono stata troppo severa con te. Puoi andare. Scusami!" disse lei pentita
"Grazie mamma."
"Di nulla tesoro. Però dovrai dirgli di andare piano e dovrai chiamarmi appena arrivi a Venezia. Ok?"
"Si mamma, stai tranquilla. Non chiamarmi ogni tre per due. Ti chiamo io!"
"Ricordatelo tesoro."
"Certo mamma, ciao."
"Ciao piccola mia, un bacio!"
Avrei dovuto chiederle scusa io per ciò che le avevo detto, ma per il mio orgoglio non sono riuscita a farlo.
Una ventina di minuti più tardi mi arriva un messaggio.
Mamma: "Siete già partiti? Sono in ansia. Fammi sapere. Ti voglio bene!"
Mia madre è veramente troppo assillante e apprensiva. Mi ricordo che da piccola per un graffietto sopra la mano mi ha portata al pronto soccorso, minacciando i medici che non volevano visitarmi di denunciarli.
"Ashley è successo qualcosa? Perché non mi rispondi?"
"Stai tranquilla mamma, non è successo nulla e non siamo ancora partiti. Appena salgo in macchina ti mando un messaggio, non preoccuparti tu!" le risposi velocemente prima che mi potesse inviare altri SMS.
"Ok piccola, divertiti!"
Nel frattempo vidi Edoardo arrivare in macchina e suonare il clacson, probabilmente svegliando il vicino della casa di fronte.
Finii velocemente di truccarmi, cercando di non sbaffare il trucco, misi il silenzioso al telefono per non essere disturbata e scesi, inciampando nell'ultimo scalino prima del portone e cadendo per terra. Per fortuna Edoardo era in macchina e non aveva visto niente.
"Ciao Ash" disse sorridendo e dandomi un bacio sulla guancia. Il profumo della sua pelle mi travolse, lasciandomi paralizzata per qualche secondo.
"Ciao Edo" risposi mentre metteva in moto la macchina.
La vista di lui mi fece dimenticare di scrivere a mia madre.

Un cuore per dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora