Il soldato correva, veloce, scattante. Doveva raggiungere il bersaglio il prima possibile o il ladruncolo sarebbe scappato con una preziosissima collana di perle. Non poteva permettersi sbagli, un vero guerriero non se lo sarebbe perdonato. Mentre la folla lo guardava correre agilmente dietro al malfattore, il combattente scattava, sempre più rapido, sempre più vicino al suo obbiettivo. Il criminale era furbo, ma non veloce, al contrario della guardia che lo era entrambi. Infatti, mentre il disonesto correva a rotta di collo, nel panico più totale, scaraventava tutto quello che gli si parava davanti, cercando di creare ostacoli per il suo avversario, invano; la calca rimaneva sbalordita dalla facilità con cui quest'ultimo schivava e saltava qualunque intralcio. E rimase ancor più sbigottita, quando, all'ennesimo carro che gli si era stato messo davanti, il guerriero, tenace, non solo lo schivò con un salto verso il cielo -sembrava che stesse volando-, ma si scaraventò a terra, bloccando con il suo peso l'anziano corpo del farabutto. Era un uomo vecchio, se lo concedeva, quindi non era stato poi un lavoro tanto arduo. E fu tra la folla che acclamava, riconoscente e adulante allo stesso tempo, che successe. Un'ombra l'aggredì da dietro, bloccandolo completamente. Il benefattore non poteva scappare, o gli avrebbe tagliato la gola, (con un pugnale che si era appena diretto al suo esile collo, sfiorandogli la pelle), ma non poteva nemmeno lasciare la presa sul ladruncolo, o sarebbe stata tutta fatica sprecata. Cercò lo stesso di divincolarsi, stando ben attento a non sfiorare nemmeno la lama che minacciava le sue carni e poi, proprio mentre il guerriero si stava per divincolare, (con una testata ben assestata al suo assalitore), l'anonimo nero alle sue spalle fece l'unica cosa che la sua vittima non gli avrebbe mai perdonato: sfilò l'elmo della guardia, quasi sapendo cosa celava il copricapo. D'un tratto la scena mutò:la moltitudine smise di acclamare, esultare o semplicemente sorridere e la loro espressione mutò: era quella che il guerriero conosceva bene, quella era derisione. Infatti, dietro alle sontuose vesti di "protettore delle genti" c'era una ragazzina. Sì, proprio una ragazzina. Non doveva avere più di quindici anni, fatto dimostrato fedelmente dai lineamenti ancora immaturi. I suoi capelli ricci rosso fuoco esplodevano dal suo capo, mentre la creatura cercava disperatamente di coprirsi il viso, quasi con vergogna.
Ora si dimenava più di prima, gridando. Sembrava che l'uomo l'avesse bloccata da dietro soltanto per deriderla e dimostrare a tutti che l'eroe che stavano applaudendo era soltanto una stupida bambina che giocava a fare il soldato. Invece lei aveva fatto un buon lavoro, il Maestro doveva ammetterlo. In soli due mesi, la sua allieva era diventata una tra le più promettenti, sembrava che fosse nata per il mestiere. Ma la sua testarda apprendista non aveva ancora capito che doveva fare sul serio, poiché ora stava solamente giocando. Se solo si fosse messa in testa che doveva trafiggere, lacerare, squarciare, sopprimere, nulla di tutto ciò sarebbe successo. E forse, ora, l'aveva appreso troppo tardi. Sfortunatamente, la pietà l'assaliva maledettamente, così lei si bloccava sempre in questo tipo di situazioni; tutto a causa di uno stupido inconveniente capitatole alla docile età di sei anni. Dai, su, non vorrai continuare ancora così la incitò mentalmente il suo maestro. Non perdere la dignità di guerriero di cui tu ti sei fatta carico. Il Maestro non poteva intervenire, la sua allieva doveva sbrigarsela da sola- o avrebbe ferito il suo orgoglio- ma in quel momento aveva bisogno d'aiuto. Aspettò per qualche secondo, indeciso sul da farsi e, proprio mentre stava per sfilare il corno dalla tasca per chiamare rinforzi, un qualcosa d'indefinito colpì l'aggressore da dietro. Non si era visto cosa avesse colpito l'uomo, e neanche chi lo avesse ucciso. Comunque, il suono sottile del suo corno bianco uscì, allertando tutte le guardie vicine.
La ragazza-soldato si precipitò subito a vedere cosa era successo all'ormai presunto cadavere. Il corpo inerte sul terriccio era circondato di sangue e, tastando con le dita il suo collo, si poteva benissimo ascoltare il brutale silenzio della morte. Neanche un misero battito. Girò il corpo oramai senza vita del suo assalitore, a verificare la causa del decesso. Era un'ampia ferita, quella che si apriva sulla sua schiena, uno squarcio quasi circolare che gli trapassava brutalmente tutta la superficie delle spalle, fino a toccare la parte terminale della colonna vertebrale. Si poteva definire abbastanza profonda da uccidere anche un bufalo in carne, ma, allora, chi era stato così crudele e potente allo stesso tempo da poter uccidere con questa facilità e rapidità? E con cosa soprattutto? Perché la velocità e la precisione erano quelle di una freccia, (o un dardo), ma un qualcosa di così sottile non poteva procurare un tale danno.
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Alla ricerca della luce
Fantasy"Due opposte esistenze destinate ad incrociarsi saranno, mentre il fuoco scottante della Guerra su tutto il Regno ardere faranno"questo recitano i versi dell'Antica Profezia, quella che mette in guardia con parole soavi quanto taglienti il grande Ca...