capitolo 1.

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È mattina. Non mi sono ancora alzata dal letto, ma i raggi del sole che penetrano dalla finestra sembrano incitarmi a farlo.
Arianna ha gli occhi chiusi e sta avvinghiata sul mio petto, la sveglia dovrebbe suonare tra qualche minuto, quindi la spengo per non disturbarla.
Mi sposto delicatamente e vado in cucina.
"Buongiorno" mi saluta Beatrice mentre versa del latte in una tazza.
Poi chiede subito:
"Arianna dorme?".
Annuisco e mi porto la tazzina del caffè sulle labbra.
Dopo pochi minuti Arianna arriva in cucina, e strofinandosi gli occhi, dice:
"ti porto io a scuola, devo uscire".
Anche stavolta mi limito ad annuire prima di andare a vestirmi, è più forte di me: al mattino non riesco a parlare, eccetto qualche monosillabo.
Io e Arianna usciamo di casa, e in motorino, andiamo fino alla mia scuola. Prima di scendere le stampo un bacio sulle labbra e poi cerco con lo sguardo Beatrice che dovrebbe essere arrivata in autobus.
"passo a prenderti dopo" dice velocemente prima di ripartire.

Durante le lezioni non sono concentrata, quello che i professori dicono non lo sto neanche ascoltando. Non riesco a smettere di pensare al "ti amo" di Arianna, e forse mi sento anche in colpa per non averle risposto quella notte. La verità è che non so se io sia ancora nelle condizioni da poter dare amore a qualcuno, basta pensare alla mia ultima relazione. So per certo di provare qualcosa per Arianna, e so anche che le cose tra noi sono andate già molto piano, ma nonostante questo ho paura di arrivare a conclusioni affrettate e poterla perdere.
In qualche modo suona anche la campanella al termine delle lezioni e mi riscuote dai miei pensieri, quando esco dalla classe sento per un istante una mano sulla mia spalla .
"mi spieghi come hai fatto a dimenticare lo zaino sul banco?" Arianna spunta da dietro di me, prendo lo zaino che mi sta porgendo.
Sono a metà tra ridere per la sua espressione scettica o piangere per la rincoglionita che sono diventata.
Saliamo sul motorino e andiamo a casa mia. Ovviamente a quest'ora Beatrice non è a casa perchè esce un'ora più tardi.
"hai fame?" mi chiede mentre mi riempio un bicchiere d'acqua.
"se cucini tu potrei non averne" rispondo.
Mi appoggio con un fianco sul bancone e la guardo mentre compone un'espressione stizzita per un momento, poi afferma decisa:
"sono migliorata invece. Addesso faccio la pasta e tu sei obbligata a mangiarla"
Fingo di alzare gli occhi al cielo, lei mi si avvicina e prende il mio viso tra le mani. Io la assecondo infilando la mia lingua nella sua bocca.
Finiamo per sfilarci i vestiti a vicenda sul divano, la mia bocca parte a succhiare la pelle del suo collo, mentre le sue mani scendono distrattamente lungo la mia schiena. Le mie labbra accarezzano superficialmente la sua intimità, Arianna emette un breve suono spazientito, sorrido appena, poi lascio che la mia lingua pervada il suo corpo. Guardando adesso il suo viso leggermente arrossato e pensando ai primi sorrisi, i primi incontri e le prime prese in giro tra di noi, quello che pensavo stamattina sembra non avere più senso.
"sei sempre così pensierosa..." mi dice una volta che abbiamo finito e che lei è salita sopra di me. I nostri corpi nudi si toccano, e a coprirci è solo un plaid sopra Arianna.
Poggia il mento sul mio petto e io le sorrido:
"è vero..." sussurro quasi impercettibilmente.
Si tuffa con la testa sul mio petto e chiude gli occhi, io resto a guardarla spostandole i capelli dal viso.
A riscuotermi è un rumore metallico dall'ingresso: Beatrice sta tentando di aprire la porta, ma sembra sempre che voglia piuttosto scassinarla.
Arianna non se ne preoccupa, io non mi muovo nemmeno. Beatrice entra, e appena si avvicina al divano alza gli occhi al cielo anche se in realtà sotto sotto ride. Nonostante sia costretta ad assistere a questi episodi, non riesce a togliersi quel sorrisetto dalle labbra ogni volta che ci vede insieme.
"non avete proprio i vestiti, vero?" chiede con un tono monotono.
"vero" le rispondo, e sento Arianna ridere.
"vestitevi che vado in camera" ordina, non prima di lanciarci un cuscino addosso.

Alla fine la pasta di Arianna non era davvero niente male, inizialmente questo mi ha stupita. È stato divertente sentirla vantarsene ripetutamente con quella tipica espressione fiera.
Trascorro il pomeriggio in maniera tranquilla, io e Arianna siamo costrette per più di tre quarti d'ora ad ascoltare i drammi di Matteo. Il suo essere logorroico lo porta a far durare ore anche il racconto di un semplice sguardo che si è dato con un ragazzo in ascensore. Ma io non avrei di meglio da fare, quindi lo ascolto attentamente. Arianna invece, va in camera mia a dormire.

Un'ultima sigaretta 2|ariete|.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora