capitolo 2.

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Stamattina Arianna non si è svegliata, ieri sera era molto stanca e probabilmente la troverò con una tazza di latte in mano quando tornerò a casa alle 13:30.
Prendo l'autobus insieme a Beatrice che durante tutto il tragitto resta in silenzio. Quanto è bello non essere costretta ad avere una conversazione alle sei del mattino...
Quando l'autobus si ferma scendiamo tutti a massa, io e mia cugina ci dirigiamo verso la stessa scuola e con un lieve cenno della mano andiamo ognuna nella propria classe.
Stamattina sono incredibilmente interessata agli argomenti che i professori spiegano, mi è sempre piaciuta la letteratura italiana, e se anche così non fosse quest'anno ho l'esame di maturità, quindi dovrei farmela piacere per forza.
Al termine delle ore scolastiche mando un messaggio ad Arianna e a Beatrice e dico loro che ho bisogno di andare in biblioteca per qualche ora.
Il tragitto tra il mio liceo e la biblioteca è piuttosto breve, lo percorro a piedi e, quando entro, non resto affatto sorpresa alla vista dei grandi tavoli vuoti, dopotutto è ora di pranzo.
Uso i computer dell'edificio per accedere ai miei account scolastici, domattina sia io che Arianna dovremmo fare le prove invalsi.
Quando per caso alzo lo sguardo noto una ragazza, di spalle, che dallo stile ha un'aria familiare. Porta i capelli scuri e lisci poco sopra le spalle, indossa dei jeans larghi e una camicia. Sembra non accorgersi di me quando è alla ricerca di qualcosa nell'enorme libreria. Si gira lateralmente e resto impietrita alla mia vista: è Giada, la mia ex ragazza.
Cavolo, ma non si era trasferita a Milano?
Proprio nell'istante in cui sto per distogliere lo sguardo mi arriva una notifica, è un messaggio dolcissimo da Arianna, lei solitamente non risponde mai... inizio a pensare che questo sia uno scherzo del destino.
Dovrei decisamente sbrigarmi a prendere una scelta: stare nascosta finché Giada se ne va, oppure uscire e passarle praticamente accanto.
Lei prende la decisione al posto mio uscendo dalla biblioteca, ma quando si trova sul margine del portoncino, prima di uscire definitivamente, lancia uno sguardo verso la mia direzione. Mi avrà vista?
Ad ogni modo raccolgo in fretta le mie cose e vado a casa. Mentre cammino non riesco a smettere di pensare a quanto tutto questo sia buffo: ho paura di pronunciare un "ti amo" alla mia ragazza perché gli do troppo peso a causa di una mia vecchia relazione ed eccomi qui, il giorno dopo, a rivedere quella stessa ragazza che ha messo in dubbio troppe cose nella mia vita. Non in positivo, non mi piacciono le persone indecise e confusionarie.
Appena apro la porta assisto alla fantastica scena di Arianna a terra per le risate e Beatrice che impreca e le lancia occhiate disintegranti mentre osserva il vaso in mille pezzi davanti ai suoi piedi.
"l'ha rotto mentre mi lanciava un cucchiaino per colpirmi" cerca di spiegare Arianna in modo per nulla scandito mentre continua a ridere.
"un cucchiaino?" è l'unica cosa che posso dire "okay, non voglio sapere nient'altro" sorrido divertita e vado in cucina a cercare qualcosa da mangiare.
Dopo qualche minuto Arianna mi raggiunge, beve un bicchiere d'acqua e poi mi propone:
"andiamo da Amedeo più tardi o sei invecchiata tutto d'un tratto?".
"parli proprio tu che dormi, mangi e non fai nient'altro?"
"lo prendo come un sì".
Scuoto la testa e le lancio un'occhiata, mi viene da sorridere e quando rialzo lo sguardo vedo che anche lei sta trattenendo un sorriso.

Alla fine Arianna mi ha trascinata fuori dal portone, e siccome non avevo altre forze per oppormi, ho ceduto.
"oh Ame, apri". Arianna sta ripetendo le stesse tre parole da cinque minuti, il citofono sarà rotto, probabilmente Amedeo non avrà capito una parola, ma nel dubbio ha aperto il portone.
Questa volta prendiamo l'ascensore ed entriamo nell'abitazione di Amedeo, la cui porta è perennemente aperta.
Ognuno è impegnato, come sempre, a fare qualche tiro tra una risata e un'altra, l'unica cosa di diverso e interessante è Adele che grida contro Amedeo per qualche motivo che non ho ancora capito.
Frequento questo gruppo relativamente da poco, ma se c'è una cosa certa è che da questa casa si esce sempre con una quantità modesta di alcool in corpo.
Io, come sempre, mi sdraio sul letto continuando a guardare Adele arrabbiata in soggiorno. Dopo poco Arianna mi raggiunge.
"ho un dejavú" le sorrido.
Lei capisce a cosa mi riferisco, mi guarda e sorride a sua volta. Lascio che si appoggi con la testa sulla mia spalla e, nel frattempo, gioco con una ciocca dei suoi capelli.
La voce di Amedeo arriva chiara nella camera da letto:
"oh, mo che state insieme però almeno chiudete la porta", e subito dopo ci pensa lui a chiuderla.
"ma è sempre stato così deficente?" mi chiede Arianna.
"io me lo ricordo così da sempre" ridiamo entrambe.
Poggia il mento sul mio petto, mi prende il viso tra le mani e mi bacia passionevolmente, quando si riappoggia sul mio petto non riesco a smettere di contemplare la sua bellezza.

Quando arriviamo a casa mi metto a studiare, non per gli invalsi, sarebbe inutile non conoscendo le domande dei quiz, ma le materie delle ultime ore di domani.
Arianna irrompe nella camera con una tazza di Tè, da' un'occhiata alla scrivania e con una smorfia sul viso commenta:
"che palle".
"voglio vederti mentre fai le prove domani"
"vabbè ma sono inutili" risponde e si mette comodamente sul letto.
Mi giro verso di lei e con un tono dolce per essere convincente le chiedo:
"mi fai un tè?".
Si alza e fa per andare in cucina, mentre passa mi stampa un bacio veloce sulle labbra.

Un'ultima sigaretta 2|ariete|.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora