MATCH POINT

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EPISODIO 1

UN PUNTO ALLA VOLTA

PALERMO

1

Avevano appena finito di vedere il club ed in quel momento sedevano al desk:

<Che ne pensate?> chiese loro padre <Confermiamo l'iscrizione?>.

<A me piace> rispose Salvo.

<Anche a me> aggiunse sua sorella Beatrice.

Alessandro invece non rispose. Lui doveva inziare a fare tennis lì, anche se aveva fatto un piccolo torto ai suoi genitori abbandonando il karate.

Suo padre si rivolse alla ragazza del desk:

<Insieme alla tessera del tennis faccia cinque tessere per soci>.

La ragazza spiegò alla famiglia che diventando soci, tutti e cinque i membri, potevano usufruire di tutti i servizi del club. Salvo avrebbe portato un pallone da calcio e avrebbe iniziato a giocare con i primi ragazzi che avrebbe visto, sua sorella Beatrice avrebbe passato ogni secondo di quell'anno in piscina a nuotare insieme a suo padre, Alessandro avrebbe iniziato a fare tennis la settimana successiva.

Ma prima vi presento i personaggi che saranno i protagonisti della nostra storia. Con alcuni avrete un imprinting istantaneo, altri li odierete, altri li troverete divertenti... va bene, basta parlare.

Ecco a voi.

Alessandro aveva fatto per quasi sei anni karate, ed era veramente portato perché non era né troppo alto e né troppo basso, aveva un fisico asciutto, perfetto per praticare arti marziali, ed il carattere di chi affronta ogni combattimento come se si trattasse di una questione di vita o di morte.

Suo fratello Salvo, di quasi due anni più piccolo, faceva calcio da quando aveva tre anni, ed in quel momento ne aveva fatti quattordici da poco. Salvo era fisicamente uguale a suo fratello Alessandro, era un decente centrocampista ma non di certo un giocatore più dotato di altri. Da quando suo fratello lasciò il karate diventò il preferito dei suoi genitori, che sempre andavano a guardare le sue partite di calcio (o almeno quelle dove la squadra avversaria era la più quotata per la sconfitta)

Beatrice invece era la sorella gemella, eterozigote, di Salvo, più piccola di tredici secondi, e Salvo glielo ricordava sempre. Lei era uguale a sua madre, era una ragazza piuttosto carina, tanto che era un debole per molti suoi compagni. Salvo stava sempre attento a sua sorella, provava una gelosia innata per lei; Alessandro invece le dava tutta la libertà del mondo, quante volte l'aveva accompagnata in discoteca quando i suoi genitori andavano a guardare le partite del fratello...

Passiamo ai "vecchi", i genitori, dei nostri personaggi.

Il signor Callisari, oltre a sua moglie, amava il calcio ed il karate. Non era mai stato così felice come quando vide il suo figlio maggiore imparare le basi del karate, ed il più piccolo calciare i primi palloni in rete. Però amava allenarsi in piscina e nuotare fino allo sfinimento, cosa che, per sua fortuna, ereditò sua figlia.

La signora Callisari invece era una lettrice ed una scrittrice compulsiva. Faceva la giornalista per un giornale di Palermo, e quando era sufficentemente ispirata scriveva anche dei romanzi sotto pseudonimo (che non riscuotevano un incredibile successo, ma evitiamo di prendere l'argomento).

Alessandro, quando decise che non avrebbe fatto del karate la sua vita, rimase indeciso se fare basket o tennis. Aveva fatto ambedue gli sport quando era piccolo: era un buon playmaker, serviva un buon quantitativo di assist ogni partita, ma aveva una precisione nel tirare a canestro che era... inumanamente inguardabile; il tennis invece fu il suo primo sport, lo fece dai cinque ai sette anni, e sapeva ancora tirare di dritto e rovescio, ma doveva comunque recuperare la tecnica perduta. Quando inziò a fare karate, andava ancora all'ultimo anno di elementari, capì di essere portato per qualcosa. Conobbe un ragazzo di un annetto più piccolo di lui, Francesco Dinato, con la quale legò subito.

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