Third 02/01/2020

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Jason

«Come cazzo ti è venuto in mente?! » - stringo le dita in due pugni per trattenere l'ira, mentre il sangue mi ribolle nelle vene al solo pensiero di vedere Channelle ogni fottuto giorno davanti al mio ufficio per colpa di quello che combina mio padre.

I muscoli delle mie spalle si contraggono quando mio padre sospira di fronte a me, fissandomi con il suo solito sguardo di rimprovero, per poi voltarmi le spalle con una calma irritante.
Se solo non dipendesse da lui il futuro di questo posto, lo avrei già preso a parolacce, quindi prendo tra i denti il metallo freddo del piercing che attraversa la punta della mia lingua per trattenermi.

«Non voglio rivedere più quella ragazzina nella mia azienda.»- continuo, cercando di imitare la sua serenità, ma le parole escono dalla mia bocca come se la mia fosse una minaccia, piuttosto che una tranquilla chiacchierata tra padre e figlio, anche se so che non farà mai quello che io voglio.

«Quella ragazzina...» - imita il mio tono di voce con ironia, mentre prende posto dietro la scrivania, rialzando lo sguardo nella mia direzione:
«Quella ragazzina è un'eccellenza, con un CV da invidia. Siamo fortunati che ha scelto noi tra mille aziende lussuose. »- continua con superficialità, facendomi capire che ha già preparato un contratto il bastardo.

Serro la mascella e stringo le dita con più forza, questa volta senza riuscire a trattenermi:

«Non voglio averla più intorno.»-insisto per fargli capire che non mi importa di quanto sia secchiona Channelle.
Era la mia fidanzata, so tutto di lei. So quanto cazzo amasse l'economia e i numeri, e quanto le desse fastidio ogni volta che la interrompevo mentre studiava.
Andavo sempre a punzecchiarle il collo perché sapevo che era il suo punto debole. Bastava sfiorarle la pelle con le labbra per distrarla e farla smettere di studiare.

Da quando ci siamo lasciati so che ha passato pomeriggi interi studiando, senza uscire di casa, mentre io non ho fatto altro che passare da un club all'altro ogni sera, bevendo e scopando per dimenticare l'odore della sua cazzo di pelle.

«La chiamerai oggi stesso per dirle che non c'è posto per lei in quest'azienda.» - mi affretto a dire appena strani pensieri iniziano a farsi spazio nella mia testa.

«O cosa?»-mio padre si azzarda a sfidarmi: «Troverai un altro lavoro, figliolo?»-piega l'angolo della bocca in un sorriso, per poi poggiare la schiena sullo schienale della sedia e togliersi gli occhiali. Il suo tono di sfida mi fa salire il nervoso al punto di intrufolare le dita tra i capelli per la frustrazione.

Faccio per aprire bocca e sbattergli in faccia che tra nemmeno un anno non sarò più un suo dipendente, ma la parte più razionale di me prende il sopravvento, costringendomi a non dirgli nulla sui patti che ho fatto con Mikael.
Ho sempre voluto avere in mano questo grattacielo, ma mia padre sarebbe disposto a darlo a chiunque tranne che al sottoscritto.
Se solo sapesse che il mio amico vuole condividere la sua azienda con me per farmi diventare suo socio darebbe fuori di matto e rovinerebbe persino il contratto con il padre di Mikael.

'Perché sei un irresponsabile.'-dice ogni volta che gli chiedo il perché non si fidi di me, ma pensavo che un giorno si potesse convincere sul fatto che posso tenere in piedi l'azienda meglio di quanto lui lo faccia.

«Mi vedrai, Bartol.»- sussurro, alzando il mento nelle sua direzione e lanciandogli un'ultima occhiataccia prima di voltargli le spalle e uscire dall'ufficio prima di uscire fuori di me e la conversazione degeneri come al solito.

Doveva essere una giornata di lavoro noiosa come le altre, una di quelle in cui litigo con mio padre per motivi di lavoro, non perché quella bambina della mia ex ha deciso di lavorare a due metri da me.

Ex 1 /Lingerie For My Ex (PRIMO LIBRO) || Triologia 'Ex' - New AdultDove le storie prendono vita. Scoprilo ora