Prologo

36 5 0
                                    

Eccola di nuovo.

la trentasettesima chiamata da parte di jay rigorosamente ignorata da Louis.
Voleva solo essere lasciato in pace per un po.
l'avrebbe richiamata più tardi.

Era appena arrivato al dormitorio ma le sue gambe irrequiete chidevano di muoversi.
Cosi era subito uscito per passeggiare per le strade della bellissima Londra.

tutto questo  sembrava stranamente.....giusto.

 Per la prima volta dopo un pò di tempo si sentiva bene.
Stare lontano da casa, soprattutto in quel periodo, non poteva essere che una benedizione per lui.

Prese un respiro. Forse due.

Aprí gli occhi e decise di ricominciare da lì.

Non vedeva ľora di iniziare le lezioni, conoscere nuovi amici e magari chissà... anche un ragazzo.

Erano solo le 7 di mattina, il mondo era ancora  così silenzioso ed assonnato, ma louis era vivo, energico ed eccitato, con mille aspettative e buoni propositi che sicuramente avrebbe mantenuto.

Cercò una caffetteria.

Era appena fuori dall"università.

Ordinò un tè ed un pezzo di torta di mele.

Solo quando il suo stomaco fosse apparentemente soddisfatto decise di continuare con la sua passeggiata.

Mentre stava pagando alla cassa la sua consumazione ,qualcosa catturò la sua attenzione per due secondi.
Un ragazzo biondino stava bevendo un boccale di birra accompagnato da una crostata alla nutella, mentre rideva come un pazzo in compagnia di un altro ragazzo dietro il bancone.

Anche se la combinazione sulla sua scelta del cibo era alquanto stravagante,(soprattutto perché fossero solo Le 7 DI MATTINA),

Louis rimase stupito dalla vitalità e dall'euforia  del ragazzo, così energico e felice.

Pensò subito che se prima o poi si fossero rincontrati sarebbero sicuramente diventati ottimi amici.

Semplicemente Louis si disse che quello non fosse il momento giusto.

Ed aveva perfettamente ragione.

Così uscì dalla caffetteria e continuò la sua passeggiata.

Decise di rientrare al dormitorio qualche ora più tardi per organizzarsi le ore ed il materiale scolastico che gli sarebbe servito l'indomani.

Quando rientrò, stanco ma contento, fece quello che si era ripromesso e  si riposò leggendo qualche libro che si era portato dietro da casa.

Se a Louis piaceva leggere? Lo adorava!

Adorava il modo in cui le parole potessero insinuarsi nella mente facendo pensare, immaginare, sorridere ed addirittura piangere una persona.
Erano semplicemente magiche.

Così quando qualcuno gli domandava quale fosse il suo libro preferito non sapeva decidersi, tutti erano straordinari per lui.
Ognuno di loro era degno di un riconoscimento speciale.
Esatto, perché magari  anche quelli che non lo convincevano, li adorava lo stesso,
Si rifiutava di criticare chi li avesse scritti, ma se stesso, che non fosse riuscito a capirne bene a pieno il significato.
Così li rileggeva all'infinito, finché non iniziava ad apprezzarli.
Si, era abbastanza un ossessione.

Ma cosa ci si poteva fare.
Louis era diventata la persona che era  grazie ad essi, pieno di vita e spensieratezza per qualsiasi cosa.

Quindi alla fine non era poi così un male.

**

A pranzo rimase in camera a riposarsi mangiando un panino al tonno che si era comprato la mattina.

Nel tardo pomeriggio invece decise di esplorare un po' la scuola, per ambientarsi ed avvantaggiarsi nel trovare le varie aule il giorno dopo.

Verso le 8 decise di cenare in mensa. 

Ovviamente il cibo era straordinario.

In quella scuola così rinnovata, era tutto molto straordinario.

Ed anche se Louis non sopportava tutto quel lusso, e le persone che ne facevano parte, i sui genitori potevano permetterselo, quindi alla fine pensava alla sua carriera e al suo futuro.

Louis riusciva ad essere amico di  tutti. Era La tipologia di persona che vorrebbero tutti al suo fianco, e lui si apriva con gli altri (o almeno lo faceva credere) sempre solare e disponibile con chi meritava la sua gentilezza.

Ma con alcune persone, soprattutto con figli di persone di alta società gli risultava così difficile, ed ora che avrebbe frequentato una scuola così importante si trovava leggermente in difficoltà.

Trovava quei suoi coetanei così privi di personalità, solamente attaccati al denaro e all'apparenza.
In una società fatta solamente di consumismo e vanto.

Ma lui ci sarebbe riuscito, avrebbe trovato i giusti amici e avrebbe affrontato l'università in modo tranquillo.
Ne era sicuro.

Solamente non poteva sapere che avrebbe trovato anche molto altro.

Non vedo altro che...TE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora