Hogwarts chiude i battenti

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I motivi non erano chiari, dissero James, Albus e Lily una volta a casa, l'unica cosa sicura era che i dissennatori si facevano sempre più vicini ai confini di Hogwarts, tanto che i ragazzi potevano vederli vagare spettrali in lontananza durante gli allenamenti di Quidditch. La cacciatrice del Tassorosso era caduta dal manico di scopa rompendosi una gamba per lo spavento, affermò Lily, con gli occhi stralunati.

A Harry questo ricordò troppe cose. Il suo terzo anno ad Hogwarts, in modo particolare. Non si stupì che la McGranitt avesse fatto chiudere tutto. Forse lo sarebbe stato per poco, magari solo il tempo di rendersi conto che era una cosa di poco conto.

In cuor suo, almeno, Harry lo sperava.

«I centauri ne sanno qualcosa, sicuramente.» affermò James, annuendo.

«Come fai a dirlo, tesoro?» gli chiese Ginny, seduta al tavolo con i figli. Il sole le faceva brillare i capelli rossi, tanto da farli sembrare dipinti d'oro. A quella luce perfino le prime rughe del suo viso agli occhi di Harry sparivano, e tornava ad essere la splendida ragazza dai capelli rossi con cui Harry aveva attraversato molte volte i corridoi di Hogwarts.

Ora, però, anni dopo, la vedeva preoccupata. Poche volte era stata preoccupata tanto da far brillare in quel modo gli occhi, come se fosse sul punto di piangere. Forse lo vedeva solo Harry, eppure lui sapeva sempre esattamente cosa provava. Eppure continuava a fare di tutto per aiutare gli altri.

Era fatta così, poteva essere spaventata, preoccupata, triste ma non lo dava a vedere, e continuava a dare il suo appoggio agli altri, specie se quegli "altri" erano i suoi figli.

Era una sua bellissima qualità.

«È perché i centauri sanno sempre tutto.» rispose al suo posto Lily, scrollando le spalle, ma continuando a dondolare le gambe sotto il tavolo. Era un'abitudine che non si era mai tolta, ma che la faceva sembrare così piccola, così innocente e tenera, agli occhi dei genitori e anche dei fratelli.

«Potrebbe non essere così stavolta,» rispose Ginny giocando con il manico della tazza da tè scheggiata. «siete sicuri di non aver visto nulla? Proprio nulla

«Tesoro» la chiamò Harry, voltandosi verso di lei. Le rivolse uno dei suoi classici sorrisi sbilenchi che la moglie sapeva interpretare sempre alla perfezione. Sono solo ragazzini, sembrava dirle, cosa vuoi che sappiano?.

L'unico a stare zitto in quel momento era Albus, troppo intento a giocare con la manica della sua felpa nera come se fosse la cosa più interessante del mondo.

Harry sapeva bene che si sentiva a disagio a parlare della sua scuola. Per via delle sue amicizie. Tutto perché il primo anno, di ritorno a casa per le vacanze invernali, quando gli chiesero se avesse fatto amicizia con qualcuno, lui rispose che aveva stretto una forte amicizia solo con un ragazzino, che il primo giorno aveva salvato da un gruppo di bulli.

Stando al racconto di Albus, degli spacconi di Grifondoro avevano accerchiato il ragazzino con la sola intenzione di fargli male, urlandogli insulti pesanti. Albus, coraggiosamente, si era parato davanti a lui, salvandolo da un pestaggio certo. Fu così che Albus Severus Potter e Scorpius Malfoy erano diventati amici inseparabili.

Scorpius era sempre lasciato da solo, nessuno voleva passare del tempo con lui per lo stesso motivo che avrebbe giustificato quel pestaggio il primo settembre: proveniva da una famiglia di maghi oscuri. Ma ad Albus non importava, il suo amico era simpatico, e nonostante tutto quello che dicevano gli altri Serpeverde o i com-pagni Grifondoro, Scorpius era un ragazzino timido, che non avrebbe fatto male a una mosca.

Quando lo raccontò a casa, durante la cena di Natale, tutti si ammutolirono. A sua madre cadde la forchetta, suo zio Ron si strozzò con il vino, suo padre quasi ruppe gli occhiali che stava pulendo con la stoffa del gilet. Senza contare il resto della famiglia, suo fratello lo guardò con gli occhi sgranati, ai nonni sembrava stesse per venire un infarto, Rose si colpì la fronte, poi lo guardò con uno sguardo da "te l'avevo detto di non dirlo". Forse gli unici che ebbero una reazione "normale" furono sua zia Hermione, che gli indirizzò un impercettibile sorriso, e Teddy, che ridacchiò e alzò il pollice destro, mettendo in mostra un anello nero.

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