Killian era convinto di essersi rimodernato un po'.
Sapeva usare il cellulare - ma pur sempre con la chiamata d'emergenza sul numero di Emma, aveva scoperto il piacere del caffè e quella che ormai poteva definire la sua ragazza stava tentando di spiegargli come funzionava la televisione e l'auto, ma certo non usando come cavia il suo povero maggiolino giallo.
Eppure, per quanto Storybrooke potesse essere una bella novità per un pirata con la mano mozza, gli mancava il posto dove aveva trascorso gran parte dei suoi giorni. Poteva sembrare stupido, davvero da pazzi, ma gli mancava Neverland.
Anche Trilli sembrava essere dello stesso avviso. Vagava annoiata per la cittadina. Troppe cose che conosceva poco e troppo poco tempo passato a rimurginarci su, pensò Killian.
«Lui è morto,» le disse una mattina al Granny's, sedendosi accanto a lei mentre sorseggiava una cioccolata calda. «L'isola potrebbe essere spopolata, disabitata, o può esserci rimasto qualche Bimbo Sperduto supersite, ma che possono fare senza Pan alle costole a dare loro ordini?»
Lei sembrava titubante. «Vorrei solo sapere come possiamo arrivarci.»
«Fagioli magici? Polvere di fata? Un modo c'è sempre,» rispose Killian con aria ottimista. Trilli sembrò rincuorata. «Dobbiamo solo trovare il modo. Dopotutto è solo un viaggetto, no? Non ci sarà neanche bisogno che Emma si preoccupi, magari lascerà venire Henry.»
Trilli scoppiò a ridere, mettendo la sua borsetta sul tavolo e cominciando a frugarci dentro. «Sai benissimo che non lo farà venire. Comunque, sarai felice di sapere che io ho questi.»
Così dicendo mostrò a Killian un sacchetto, lo aprì, e all'interno c'erano dei fagioli magici.
«Dove diavolo li hai trovati?» chiese Killian a bocca aperta. Trilli rise e ripose tutto al suo posto.
«Ogni fata ha un suo segreto.» si limitò a dire. «Sono felice di poter tornare a vedere una Neverland diversa da quella da cui ho cercato di scappare per tutti questi anni.»
«Sei impazzito?» esclamò Emma, sorbendo il suo caffè del dopo-lavoro, preso da Granny's, e bruciandosi la lingua. «Non... la mia povera lingua... non porterai Henry in quel posto.»
Killian prese un sorso del suo caffè prendendo un po' di tempo per cercare una scusa decente per convincerla, ma era certo di fallire: ogni volta che Emma osava dire no, no rimaneva.
«Non c'è più nessuno su quell'isola e lo sai, e poi Henry si potrebbe divertire, gli sono sempre piaciute le avventure.»
«Un'avventura a Neverland gli è bastata, credo.» Emma lo guardò come per rimproverarlo di una simile richiesta. «E poi anche se io ti dessi il via libera Regina non lo farebbe, e tu lo sai benissimo.»
Killian sospirò e si guardò intorno. Le luci erano accese per le strade della cittadina, Archie stava accompagnando Pongo nella sua passeggiatina serale, poche auto e poche anime, la casa di Emma era a poca distanza.
«Però, se davvero vuoi fare questa pazzia e dici di avere i mezzi per farla... chi sono io per fermarti?» Emma sorrise e le schioccò un caldo bacio sulla guancia ruvida. «Sei grande abbastanza per prendere queste decisioni, credo, no?»
Killian sorrise e le passò le braccia intorno ai fianchi, stringendola a sé e lasciandole un bacio sulla tempia davanti alla porta del palazzo, quando la bionda stava cercando di entrare, già con le chiavi tintinnanti tra le dita. «Che bello quando mi lasci fare le cose che voglio.»
Quando entrarono, lo sguardo di Emma proibì a Killian di fare anche solo riferimento all'Isola in presenza di Henry, che era comunque troppo impegnato a rimpinzarsi di pizza con i nonni per avere tempo per qualsiasi altra cosa.
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Fear is the Key
FanfictionI confini tra i loro mondi si stanno indebolendo grazie a un nuovo pericolo oscuro che incombe. I personaggi che abbiamo visto solo in libri, film, serie tv, fumetti, e che credevamo solo frutto della fantasia si rivelano più veri che mai, e ora do...