La morte può salvare una vita

795 31 8
                                    

Harry James Potter si considerava un ragazzo normale. O almeno lo desiderava. Perché ogni cosa intorno a lui era strana, misteriosa e appariscente. Come le persone con i mantelli e cappelli che lo salutavano e si inchinavano senza ragione, o quelle volte che scomparivano davanti ai suoi occhi. Per non parlare del fatto che quando era spaventato le cose si rompevano o cominciavano a levitare. Aveva ormai capito che lui non sarebbe mai stato normale e che ogni cosa che succedeva era perché lui era un abomino, un mostro e che ogni cosa che zio vernon, zia petunia e Dudley facevano era perché se lo meritava e perché così sarebbe guarito. Ma ormai con l'età di 8 anni lui credava che non ci fossero soluzioni alla sua mostruosità.
Era basso, troppo per via dello sgabuzzino minuto in cui viveva, sembrava avere solo 6 anni e portava gli occhiali tenuti insieme da rotoli e rotoli di scotch per tutte le volte che veniva picchiato dai parenti. Se faceva qualcosa di strano o sbagliato veniva incatenato in cantina al freddo e completamente nudo. Si chiedeva più volte se tutti i bambini vennissero educati così, ma poi si rese conto di essere l'unico. Nemmeno mamma e papà lo volevano ed era fortunato se i suoi zii non lo buttavano fuori dalla porta.
Quella sera però cambiò completamente harry nell'anima e nel corpo. Lo zio vernon l'aveva preso di peso portato in cantina e lo aveva massacrato di botte, poi continuò con la cinghia e poi con la catena. Urlava di dolore e piangeva ma lui non si fermava. La vista gli si stava offuscando e nemmeno gli occhiali semi distrutti, non adatti ai suoi occhi, gli diedero la possibilità di vedere. Sentiva le lacerazioni sulla schiena venire prese di forza dalla mano dell'uomo. Esso gli calò i pantaloni e l'unica cosa che sentì prima che tutto finisse fu un dolore lancinante come se qualcosa si fosse infilato lì, nella sua stretta apertura e continuando a muoversi lacerava i tessuti interni. Il sangue colava dall'ano e dalla schiena, la vista ormai non serviva più, ogni suono era ottavato e nella gola soffocava col suo stesso sangue.
Prima di chiudere gli occhi, chiese aiuto alle stranezze che lo facevano sempre finire picchiato a sangue, chiese di morire. Chiese di non soffrire più. Chiese la libertà.
In quel momento gli astri lo ascoltarono e lui chiuse gli occhi, non vide più, non sentì più, e poco a poco il cuore smise di battere mentre il seme dello zio si riversava in lui lasciandolo per sempre sporco e contamito dalla vita orribile che era stata la sua.










E li come nel nulla, una graziosa stanza apparve davanti ai suoi occhi, si chiese se fosse morto e quello fosse il paradiso, ma era impossibile che un mostro come lui non andasse negl'inferi. Si guardò attorno. Nella saletta c'era solo una sedia e una porta. Era tutto di un bianco accecante che non avrebbe distinto neanche coi suoi occhiali malandati.
Non si sarebbe mai sognato di sedere su una sedia così bella. Sembrava troppo comoda per uno come lui, come non sarebbe uscito senza permesso, lui non avrebbe mai disobbidito a nessuno se non voleva finire come poco fa. Così si sedette a terra e poggiò la testa contro il muno mentre si rannicchiava su se stesso.
Improvvisamente la porta si aprì e lui si alzò immediatamente cominciando a scusarsi, che non avrebbe più poltrito, che prometteva di fare il bravo, che non avrebbe più sporcato il pavimento con il suo sudiciume.
La persona misteriosa lo prese e lo abbracciò forte mentre l'aria fredda passava sotto la pelle del bambino.
Lo prese in braccio nonostante esso si dimenasse e piangendo chiedesse scusa. La sedia era sparita e al suo posto c'era solo una poltrona. Lo poggiò accuratamente mentre il bambino tremava.
"Harry..." sussurò la persona misteriosa.
"Lo prometto farò il bravo. Lo giurò. Mi dispiace." Continuava a ripetere come una preghiera a chi, solo lui sapeva.
"Harry... non voglio farti del male" disse con voce lugubre e stridente
"Non ti credo" rispose lui tremando così la sua voce
"Harry... ho ascoltato la tua preghiera... sei morto... sei libero dalla tua ingiusta esistenza" rispose senza scomporsi.
"D-davvero?" Chiese lui titubante
"Si harry. Io sono la Morte" disse lei calandosi il velo dal viso e mostrando uno scheletro martoriato, con pezzi di carne putrefatti ancora ancorati al teschio. Le mani schelettriche che brandivano una falce scura e arrugginita. Mentre le vesti nere strappate finivano in polvere per poi ricrearsi ai bordi finali.
"L-la m-morte?" Disse lui tremando
"Si. Ma ora prenderò un altro aspetto per metterti a tuo agio ok?" Disse con voce fredda e tetra. Il bambino annui e lei prese l'aspetto di una donna dai capelli rossi e gli occhi verdi, alta e poco formosa ma sempre incantevole.
Le ali che dalle spalle ricadeva fino al suolo tanto grandi erano le loro dimensioni. Anch'esse nere come la morte che lei era.
"Harry. Questo è l'aspetto che aveva la tua mamma. Si chiama Lily e ti amava tanto" disse lei con voce calda e amorevole.
"No lei mi ha abbandonato" disse lui convinto e rassegnato
"Ti sbagli. Lei si è sacrificata per proteggerti, così come tuo padre."
"Da chi?"
"Da un uomo molto cattivo e lavorava nell'ombra...

Harry Potter~ La Vera Storia Del Mondo Magico~ [ABBANDONATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora