PROLOGO

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Era una giornata come tante , grigia e noiosa come i peggio film e nulla avrebbe potuto risvegliare la forza selvaggia in quella micia soriana dagli occhi offuscati dalla pigrizia .  Se ne stava scocciata sulla poltroncina bianca dei padroni , con la coda a penzoloni , le orecchie all'indietro come spine e il muso lungo e annoiato poggiato sulle piccole zampe anteriori .
La grande stanza di cui muri venivano illuminati da una luce giallastra donata da i tiepidi raggi solari di quel pomeriggio di maggio.La micia , il cui nome era Nube , restava a guardare quel monotono spettacolo senza fare un suono in attesa che qualcosa risvegliasse la sua allegria.
I padroni umani la chiamarono a gran voce scuotendo lo scatolone di crocchette secche e insipide che a nube proprio non piacevano , così lei con le zampe di piombo decise che avrebbe dovuto pur mangiare qualcosa così zampettando cercò di fare uno sforzo e scese, stiracchiandosi, dalla poltrona ma arrivata oramai alla porta gli occhi le si illuminarono diventando una fessura il pelo le scintillò in uno sprizzo eccitato , la coda si drizzò alta e fiera e tirò fuori gli artigli tutta frenetica! Si voltò velocissima in risposta a un profumo inebriante e acre, selvaggio odore dal forte richiamo a cui , colui che si faceva chiamare gatto non avrebbe potuto rifiutare ! Era l'odore forte e selvaggio della natura , Nube corse alla grande finestra a muro in uno scatto gioioso e si blocco strisciando proprio avanti a quest'ultima, e fisso l'esterno: dietro un basso muretto un bel po' vasto terreno coperto di edera ,ortica e foglie scintillanti , da cui spuntavano alberi dai fusti alti e nodosi si ergevano in file da tre o quattro . Erano ricoperti di frutti arancioni e su altri gialli e pieni di fiori bianchi dal profumo acre. Nube alzandosi sui due zampe riuscì a intravedere un sentiero bel delineato di sassi grigi e tutti della stessa forma rotondeggiante e perfetta:ella dedusse che la perfezione scolorita di quelle file di alberi da frutto , e di quel sentiero , erano opera degli umani.. loro lo chiamavano agrumeto o giardino da frutto.
Ella estasiata al pensiero di potersi arrampicare su quegli alberi dai lunghi rami scuri prese una decisione : sarebbe andata lì a tutti i costi.parola di felino!

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