CHAPTER TWO

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POV. DOWOON
correvo senza sosta, l'aria cominciava a mancare, non riuscivo a respirare, le mie gambe stavano per cedere, ero esausto, stavo per mollare, mi accascio a terra, cercavo, invano, di trovare ossigeno. sento una mano posarsi sulla mia spalle ed un voce: " dove pensi di scappare? "

mi svegliai sudato, con il respiro e il battito cardiaco irregolare, una lacrima stava per scendere lungo il mio viso. perchè continuo a sognarlo? perché mi perseguita anche nella mia mente? rimasi a guardare il tetto per dieci minuti abbondanti, poi decisi di alzarmi, per andare a fare una doccia, dovevo schiarirmi le idee in qualche modo. finito di lavarmi e vestirmi, i miei occhi puntarono la mia adorata batteria. secondo me, non c'era modo migliore per sfogarsi e liberarsi da tutti i brutti pensieri. quindi mi misi seduto e cominciai a suonare, non curante del rumore assordante che stavo creando, non curante dei miei vicini di casa, non mi importava nulla. in quel momento c'ero soltanto io e la musica, e mi bastava quello.

tra il trambusto che stavo facendo, riuscì a sentire il campanello della porta. senza voglia, mi alzai dallo sgabello per andare ad aprire e mi ritrovai davanti un ragazzo non troppo alto, che da quanto potevo vedere, avevo una faccia piuttosto infastidita

" potresti smetterla di fare tutto questo casino? o almeno, potresti suonare qualcosa di un po' più tranquillo? "

il ragazzo mi guardava fisso negli occhi, come se volesse scrutarmi nell'anima, ma i suoi occhi erano troppo brillanti, per mettermi una qualche tipo di paura. sorridendo in maniera sarcastica gli risposi: " mi dispiace, ma temo di non poterlo fare. se ti do così tanto fastidio, puoi sempre comprare dei tappi, oppure cambiare appartamento "
mi resi conto di aver un pochino esagerato con le parole, ma tanto ormai quella giornata non poteva andare peggio.
" come scusa? addirittura cambiare appartamento? non ti sembra di essere un po' troppo maleducato ed egoista? " okay quel ragazzo mi stava infastidendo più del previsto, quindi gli risposi con un secco no, chiudendogli la porta in faccia. adesso non avevo più voglia nemmeno di suonare, almeno avevo esaurito il suo " desiderio "

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