Sei • Di che colore sei?

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KAREN'S POV

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KAREN'S POV


Quando entrai in classe il mio fiato era corto e potevo sentire le urla dei miei polmoni che urlavano pietà.

Avevo fatto tardi quella mattina e se non fosse stato per Doron, probabilmente avrei fatto proprio assenza, ma non me lo potevo permettere perché dovevo limitare tutto ciò che avrebbe potuto portarmi al calo della mia media. Sebbene potessi fare richiesta per la borsa di studio tramite il reddito, preferivo andare sul sicuro, utilizzando la carta della borsa per merito.

Sicuramente non sarei andata troppo lontano, probabilmente avrei fatto domanda per una normale università statale, ma meno era il costo di mantenimento, meno sarebbe stato lo sforzo tra studio e lavoro.

Nonostante negli ultimi anni avessi preso il ritmo tra studio, lavoro e spese, non avevo nessuna intenzione di arrivare alla fine di ogni giorno senza energie, come era già capitato.

Arthur era di certo un bravo bambino, ma era pur sempre un bambino e, in quanto tale, aveva bisogno dei suoi spazi nella natura. Andare a casa sua, giocare con lui, portarlo in giro per il boschetto che aveva sul retro dell'abitazione e tornare di nuovo a casa mia, era un grosso dispendio di energie.

«Buongiorno Karen», esordì Mrs. Smith.

«Buongiorno, scusi il ritardo», dissi, con il cuore che mi batteva come un pazzo nel petto.

«Fa' che non si ripeta, per favore». Mi fece un sorriso cordiale e poi indicò verso i banchi. Puntai lo sguardo sul posto che mi stava indicando. «Vai a sederti. Doron ti darà dove cosa abbiamo fatto».

Non seppi dire se il mio cuore batté ancora più forte o cessò di battere per qualche secondo quando lo vidi. Aveva gli occhi puntati su di me e avevo la sensazione che mi stesse guardando da quando ero entrata nella classe.

Dubitavo fortemente che il posto vicino a lui fosse rimasto vuoto casualmente, probabilmente lo aveva tenuto occupato appositamente per farmi sedere vicino a lui.

Mi morsi l'interno della guancia quando mi sedetti al suo fianco. Il suo profumo mi investì e in quel momento tutta la sicurezza che mi ero imposta di avere per tutta la giornata vacillò.

Non era il suo solito profumo, acre e penetrante, ma uno completamente diverso. Si era lavato con i miei prodotti da doccia. Probabilmente aveva utilizzato la boccetta completa di bagnoschiuma, perché l'odore era davvero forte e non veniva sovrastato dall'odore del fumo che gli si era impregnato nei vestiti.

Quanto ha fumato?

Iniziai a levare il quaderno e la matita dallo zaino, per prendere gli appunti e costrinsi i miei occhi a non catalizzarsi su di lui. Non parlava, ma potevo sentire il suo sguardo su di me. Sarei voluta fuggire e non affrontare la potenza che sapevo di trovare nelle sue iridi, perché altrimenti la parte più debole di me avrebbe ceduto.

BADDove le storie prendono vita. Scoprilo ora