Two.

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Steve vagava in quel luogo desolato alla ricerca di qualcosa che lo portasse a casa. Tutto quello a cui riusciva a pensare era Bucky, se stava bene, se erano riusciti a salvarlo. Pensava al folle desiderio che aveva di abbracciarlo e dirgli che gli era mancato.

Steve non voleva morire, non dopo tutta quella fatica. Parte del suo corpo era stato ferito dal potere immenso delle gemme, mille piccole bruciature che sembravano colpi di proiettile. Aveva visto Sam portare via Bucky e Tony, quest'ultimo lo aveva visto urlare e piangere per lui, lo aveva visto cercare di fermarlo, ma non ci era riuscito. Gli occhi di Sam erano sembrati tristi, ma pieni di coraggio. Uno sguardo gli era bastato per capire e aveva agito di conseguenza.

Steve si sentiva ancora legato alla vita da un filo sottile. Era rimasto incosciente per un po', ma poi si era svegliato completamente asciutto in un lago d'acqua, il cielo su di lui di un arancio intenso. L'aria era diversa. Era tranquilla, sì, ma era pesante e solenne. Così si alzò e si affrettò a trovare una via d'uscita, una soluzione, prima di andare dritto all'Inferno. Steve aveva dei conti in sospeso con Bucky. Aveva fatto di tutto per portarlo indietro dopo lo schiocco di Thanos ed ora che ci era riuscito si erano separati ancora.

"Se non sono qui davanti a te, allora qualcosa è andato storto nel mondo.

Forse troppe città in mezzo, forse troppi veicoli in città che coprono le punte dei nostri occhi, forse sei di fronte a muri che coprono il tuo sguardo o forse sei murato da sguardi che non sono il mio.

Prima di rassegnarti, aggira il cemento, vai oltre tutte le dimore che non mi contengono, coniuga gli incroci, metti il collo fuori per smussare i pendii.

Se ancora non mi vedi davanti a te, cambia strada, prendi l'altra, cambia l'altra, prendi la strada. Non sottovalutare mai un'inversione a U.

Considera i piccoli sentieri, valuta anche i vicoli, non escludere la montagna: se c'è da salire, sali e se ancora non mi trovi qui a portata di mano allora rivolgiti al mare, chiedi consiglio ai fiumi e valuta la foresta ma non smettere di cercarmi.

Non smettere ancora perché ti giuro che anch'io sono qui da qualche parte a cercarti.

Bucky, ti prego, cercami".

Steve si sentiva sempre più debole. Aveva cercato di raggiungere i suoi amici con ogni mezzo possibile, ma non funzionava. Non gli venne nessuna idea: non sapendo dove fosse, non sarebbe stato in grado di tornare nel suo mondo, non c'era altro che una distesa d'acqua e delle rocce. Così la ricerca ricominciò, più determinata di prima, anche se non sapeva cosa stesse cercando di preciso.

Steve si ritrovò a pensare a Bucky. Di nuovo. Lo amava dal posto in cui erano, dal posto in cui era Steve. Nella sua mente immaginava il luogo dove Bucky gli aveva sorriso per la prima volta ed era il paradiso. Lo amava dal posto più lontano, da dove si trovava ora, e chiese al vento che strappa le foglie e va via veloce di sollevare i capelli di Bucky e portargli la sua voce. Quanto male faceva, quanto male faceva la solitudine mentre amava colui che non c'era, quanto male faceva amarlo da lì, amarlo così.

E lì tutte le cose dicevano il suo nome e cantavano la loro canzone, le loro parole, e pregavano Dio di riportarlo indietro.

Che dolore era essere soli.

Bucky non riusciva a smettere di pensare a Steve. L'unica cosa nel suo cervello erano le parole che Sam aveva detto con occhi tristi.

"È Steve... Mio Dio, non so come dirlo senza ferirti... Se n'è andato, è morto".

Si sentiva così fottutamente arrabbiato. La vita non poteva prendere la sua anima perfetta e bellissima. Quella puttana della vita non poteva portargli via il ragazzo che amava. Bucky aveva così tanto bisogno di dirgli come si sentiva, voleva dirgli che per tutto il tempo in cui era finito nel vuoto non aveva fatto altro che bramare di dirgli quanto lo amava.

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