L'incontro

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[O.S. = Off Screen]

INT. MONOLOCALE DI CLARK - NOTTE

Clark guarda fuori dalla finestra mentre inspira l'ultima boccata da una sigaretta. Indossa un pigiama pesante ma, nonostante ciò, trema dal freddo.

Finito, getta il mozzicone e chiude l'anta.

L'appartamento, illuminato dai lampioni esterni, è riverso in uno stato di semiabbandono.

Pile di vestiti sporchi e usurati seppeliscono le uniche tre sedie presenti.

Vicino alla zona cucina, dove dovrebbe esserci un tavolo, ci sono pile di giornali e di testi musicali.

Sparse per l'appartamento ci sono inserzioni riguardanti offerte di lavoro.

La maggior parte di queste hanno una croce rossa sopra.

I resti di alcuni pasti sono accumulati su un tavolino sporco insieme ad alcuni spartiti.

Clark deve scavalcare una tastiera elettronica per raggiunge il letto, un materasso poggiato a terra poco distante dalla finestra.

Si distende evitando di schiacciare il microfono abbandonato lì sopra. Mentre guarda il soffitto si sentono voci di persone ubriache provenire da fuori.

Sorride nel sentirle cantare, si porta il microfono alla bocca e la apre.

Non emettendo alcun suono, muove le labbra come se stesse cantando insieme agli ubriachi. Sfoggia il suo sguardo più sensuale mentre, con l'indice della mano libera, sembra invitare il soffitto ad avvicinarsi.

Scuote la testa felice mentre le voci esterne si allontanano.

Quando queste non sono più udibili, spalanca la bocca in quello che potrebbe essere l'acuto finale mentre il braccio si allunga il più possibile e la mano si serra a pugno.

Dopo aver raggiunto l'apice, lascia cadere il microfono poco lontano da sè, serra le labbra e si rilassa.

Chiude gli occhi.

INT. VAGONE METROPOLITANA - GIORNO

Clark, seduto in un vagone pieno di PASSEGGERI, apre gli occhi. Indossa vestiti logori e il cappuccio della felpa permette di vedere solo il volto del ragazzo.

Sbadiglia senza coprirsi la bocca attirando lo sguardo disgustato di una ANZIANA SIGNORA seduta davanti a lui.

Con un gesto della mano, cerca di scusarsi ma questa abbassa gli occhi.

La metropolitana si ferma e i passeggeri iniziano a uscire.

Incuriosito, Clark osserva mentre ogni singola persona scende ordinatamente dal mezzo.

Le porte si chiudono e la metro torna a muoversi lasciandolo completamente solo.

Il ragazzo aggrotta la fronte mentre riflette su quanto è appena accaduto. Si riesce a sentire della musica elettronica provenire da sotto il cappuccio.

Con qualche movimento rapido del pollice, sullo schermo del cellulare, mette in pausa la musica.

Spostando lo sguardo lungo il vagone si ferma quando torna a guardare davanti a sè.

DIAVOLO (O.S.)
E' un piacere incontrati Clark.

Clark cerca di parlare, con scarsi risultati, mentre si toglie gli auricolari bluetooth dalle orecchie.

DIAVOLO (O.S.) 
Non preoccuparti, non abbiamo fretta. Il mondo può fare a meno di me per qualche minuto.

Li ripone nella tasca della felpa insieme al cellulare, si lecca le labbra e si schiarisce la voce.

CLARK
Chi sei?

Davanti a lui, seduto a gambe accavallate, il DIAVOLO si sistema i capelli neri passandoci le dita come fossero i denti di un pettine. Indossa un completo elegante di un colore rosso sgargiante con scarpe e accessori abbinati.

DIAVOLO
Non una delle domande più brillanti che mi sia stata posta. Sicuro di voler iniziare così il tuo colloquio di lavoro?

Incrocia le mani e le poggia sulla coscia.

CLARK
Colloquio?

Dal taschino interno della giacca estrae un foglietto mentre scavalla le gambe.

DIAVOLO
Lo riconosci?

Sventaglia il biglietto stropicciato e sporco di sangue. Clark annuisce.

DIAVOLO
Una richiesta inusuale, per non dire unica. Hai attirato la mia attenzione ed è una rarità te lo posso assicurare.

Con delicatezza, le dita del Diavolo aprono il foglietto. Lo guarda attentamente e mostra un sorriso perfetto mentre lo gira verso il ragazzo.

Vi è scritto VOGLIO ESSERE TE.

DIAVOLO (O.S.)
Parliamone.

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