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Mi tramortì quando le sue labbra sfiorarono il tessuto fine, il suo respiro caldo risvegliava ogni mia terminazione nervosa. Avevo il corpo, che smanioso di offrirsi voleva inarcarsi contro le sue labbra, ma decisi di darmi un contegno. Dovevo pur mantenere quella poca dignità che mi era rimasta.

«Per questo le gonne sono veramente comode.»

Protestai con gli occhi, mi aveva stuzzicata ed ora non aveva intenzione di portare a termine l'opera? Squittii pochi secondi dopo, nello stesso istante in cui le sue dita scostarono quel poco che separava i nostri corpi. 

Chiusi gli occhi per acuire i miei sensi e persi il respiro a quel bacio. Il mio corpo vibrava, completamente alla sua mercè. Mi sentivo come la mela dell'Eden, un frutto proibito, vizioso da divorare. La sua lingua mi accarezzò e mi scappò un gemito un po' troppo sopra le righe. Mi vergognai a morte, ma Stefano non ci mise molto a spazzare via quella sensazione, facendomi perdere la dimensione di me stessa.

Sembravamo un tutt'uno. Non si sarebbe potuto dire dove finiva l'una e cominciava l'altro. Beatemente invischiati in quell'attimo così... Nostro.

Tenevo il tulle fra le mani in modo da lasciargli le mani libere, se questo fosse stato vetro con molta probabilità si sarebbe già infranto alla pressione che stavo esercitando su di lui.

Ansimai all'ennesima stoccata della sua lingua, non riuscivo a tenere gli occhi aperti.

«Stefano...» uggiolai. «Devi fermarti potrebbe succedere da un momento all'altro.

A nulla valse la mia velata protesta, lo sentii sorridere contro di me. «È quello che voglio.» e detto ciò rese il suo assalto più concitato.

Ero scossa da fitte di piacere che imploravano il mio corpo di lasciarsi andare, di abbandonarsi e non opporre più resistenza a quelle labbra sapienti. Vibrai quando con la mano libera mi afferrò per la coscia per reclamare un accesso più esclusivo. Mi scostai appena per venir meno a quella dolce tortura, stavo per impazzire, ma sentirlo ridere mandò in cortocircuito ogni mia attività cerebrale.

Afferrai in un gesto automatico i suoi capelli e lo sentii sospirare di piacere, il che mi mandò in estasi. Sentirlo eccitato mi mandava in visibilio, era come una conferma che anche io potessi provocargli del desiderio.

Rovesciai la testa all'indietro beandomi di quella sensazione crescente dentro di me e poi eccolo il picco seguito dal suo nome sussurrato e interrotto dal mio respiro spezzato.

La mia voce era un sussurro non tanto perchè non volessi essere sentita, piuttosto perchè quello era il tono di voce adatto, assomigliava tanto ad un orgasmo rubato alle prime luci del giorno; qualcosa da custodire, tenere protetto, che andava celebrato in punta di piedi.

Aprii gli occhi ancora frastornata, mi sentivo un groviglio di sensazioni, le gambe erano stanche come se troppo deboli per sorreggermi. Qualche secondo dopo, quello sguardo impudente era di nuovo su di me.

«Ora tocca a te fare colazione.»

Sbattei le palpebre, sgranando gli occhi in preda al panico e lui colto al volo dal basso della situazione scoppiò a ridere. Rimise ogni cosa al proprio posto, tranne la mia sensibilità, quella non poteva. Ero ancora scossa dai postumi e qualsiasi tocco mi faceva saltare.

«Intendo, mangiare, mangiare davvero.» lo sentii ridere di nuovo «facciamo una cosa alla volta, eh?»

Arrossii violentemente per essere stata malpensante poi i nostri occhi s'incrociarono, la sua mano mi carezzò il viso e lui sorrise dolcemente.

«Andiamo.»

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Eccoci alla fine del capitolo. Mi dispiace di doverli spezzare rendendo la lettura magari meno piacevole, ma ci terrei a tenere la storia in sè come contenuto fruibile a tutti. Detto ciò cosa ne pensate fino ad ora? 💕

Prova a salvarmi [Scene esplicite]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora