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L'inizio della fine

1 anno dopo

Fiamma

Sento la voce di mio fratello come lontana, mentre risalgo dal buco nero di ricordi che mi ha assalita per l'ennesima volta.
"Fiamma dovresti cercare di dormire un po' di più."  Mi dice con fare premuroso, con gli occhi ancora sulla strada.
Mi sistemo meglio sul sedile plasticato della lussuosa auto, mentre lancio un occhiata al mio riflesso nello specchietto. Le occhiaie ben evidenti lasciano poco all'immaginazione di come abbia potuto passare la notte. I capelli castano chiaro lasciati al caso, gli occhi striati gonfi fanno ben intuire come mi senta al momento.
"Io…" Cerca di trovare qualcosa da dire incespicando nei suoi stessi pensieri.
"So che era qualcosa che avreste voluto fare insieme, ma sicuramente ora lui sarà felice per te".
"Ne dubito, non avrebbe approvato economia aziendale come corso di studi"
Mi restringo nel sedile, cercando di scherzarci sopra, non ottenendo il minimo successo. Solo adesso l'odore di nuovo che si respira nell'abitacolo mi dà la nausea e sempre più forte l'istinto di aprire la portiera e scappare via.

Ah sì e dove?

Vorrei chiedergli, ma non lo faccio. Non voglio scaricare i miei problemi su di lui.
E odio queste frasi di circostanza che invece che confortarmi fanno solo sì che il rimorso e la rabbia crescano feroci dentro di me.
Preferirei che per una volta tutti si stessero zitti, senza campare parole per aria. So che lo fanno per farmi sentire meglio, ma questo scatena in me solo il ricordo e la sua assenza costante...
Nonostante i pensieri affollino senza pietà la mia testa resto in silenzio, tenendo tutto per me.

Mio fratello non c'entra.
Anche perché se è successo, è solo colpa mia...

"Per favore, non farlo" dice di punto in bianco, dopo attimi interminabili di silenzio, con voce tremula, carica di mille emozioni tra cui regna la rassegnazione ma anche una punta di rimprovero.
"Cosa intendi?" So perfettamente cosa sta per dirmi ma faccio finta o non voglio capire.
"Non rinchiuderti dentro la tua bolla di ricordi, so che appena scenderai dalla macchina sarai quella ragazza spietata che con cura hai costruito quest'anno e…" Lo interrompo prima che possa scatenarmi altri ricordi che fanno rimanere solo bruciature di essi sulle braccia.
Guardo fuori dal finestrino, guardando le strutture grigie tutte uguali susseguirsi noiosamente davanti ai miei occhi, senza uno schema preciso. "Accettalo Aron, sono cambiata. Non rivedrai mai più la persona che ero prima."
Cerca di formulare una frase, ma non voglio che qualcun altro ancora mi dica come dovrei affrontare me stessa e lo blocco prima che le sue parole possano colpire ancora.

Scusami gemellino, mi hai costretta.

"Quella persona è morta con lui." Aron si muta e ferma la macchina nel parcheggio di quel college che, a quanto pare, mi terrà prigioniera. Almeno fino alle vacanze invernali.
Scendo velocemente dalla macchina quando lui mi affianca e prima che possa aprire bocca cambio velocemente argomento.
"Debby dovrebbe essere qui a momenti, mi ha scritto ora." Guardo distrattamente  il messaggio sul display.
Debby, l'unica persona che insieme ad Aron non si è mai allontanata da me. Neanche nella scelta dell'università.
Anche se c'è mio fratello, non si sarebbe mai sognata di lasciarmi da sola soprattutto in questa situazione.
"Tra quanto dovrebbe…" Non fa neanche in tempo a finire la frase che un clacson modificato con una "canzoncina di compleanno" ci fa voltare.

Sempre la solita.

"Sobria come al solito." Sussurra ironico Aron, sperando di non farsi sentire dalla diretta interessata, ovviamente fallendo.
"Hey, ti ho sentito!" Debby salta giù dalla macchina, puntando subito il dito a mio fratello.

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