28. Capodanno da favola - parte 1

36.8K 1.1K 83
                                    

«Si può sapere dove vuoi portarmi stasera?».

Serena mi sta dando il tormento da giorni ormai, da quando le ho detto che avremmo passato un ultimo dell'anno solo noi due e che avevo in programma qualcosa di speciale. Non le avrei dovuto dire niente per non alimentare la sua curiosità patologica, ma gli amici ci avevano chiesto se festeggiavamo tutti insieme e io ho dovuto spifferare che avevo altri programmi per questa sera. Lei, ovviamente, continua a indagare senza ritegno, ponendomi ogni tanto qualche domandina all'apparenza insignificante, ma che non lo è affatto. Non mi frega. Le ho solo detto di mettere qualche vestito caldo in un piccolo trolley e uno elegante per stasera. Fra poco scoprirà dove siamo diretti, deve avere soltanto un po' di pazienza.

«Non te lo dico», rispondo lisciandomi il cappotto elegante che ho indossato per questa occasione speciale.

Fuori sta nevicando, qualche fiocco qua e là, ma è sempre comunque neve. Io amo la neve, se devo stare in casa tutto il giorno davanti al caminetto acceso. Se devo viaggiare in macchina, invece, ne farei volentieri a meno. Mi sono fatto prestare il quattro per quattro di mio padre, con quello posso andare ovunque. Non che dobbiamo andare chissà dove, ma è meglio essere prudenti. Non mi va di rischiare per strada, visto che la serata non promette una temperatura gradevole.

«Sei crudele», mugugna allacciandosi al collo il ciondolo che le ho regalato a Natale.

Per l'occasione ha indossato un vestito nero molto elegante che fascia il suo corpo alla perfezione e mette in risalto le sue curve mozzafiato. Si è raccolta i capelli in un elegante chignon lasciando ricadere due riccioli lungo il viso. Non riesco a credere che questa donna meravigliosa sia mia. La aiuto a indossare il suo cappotto, anch'esso nero e le lego al collo la sciarpa rosa regalata dalle mie sorelle. Mi incanto a guardarla e lei mi sorride radiosa.

«Io sarò anche crudele, ma tu sei di una bellezza unica». Lo dico in un sussurro e le sue guance si arroventano in un attimo. È così tenera quando arrossisce e lo fa spesso, nonostante i mesi passati insieme. Sfioro le sue labbra con le mie, lievemente per non toglierle il rossetto, non voglio rovinarle il trucco dopo tutto il tempo che ha impiegato per farsi bella per me. Non ne avrebbe bisogno, ma ora con quelle labbra così rosse, i suoi grandi occhi verdi messi in risalto dall'ombretto, la matita e il mascara, è ancora più bella.

«Ho dimenticato i guanti in camera, torno subito». Mi allontano con una scusa per recuperare una scatolina importante. Sposto il quadro sopra la sedia in camera nostra e apro la piccola cassaforte. Recupero al volo l'oggetto incriminato e rimetto tutto a posto. Ripongo l'anello nella tasca del cappotto e torno da lei. Sta indossando i guanti di lana e si sistema la borsa sulla spalla.

«Hai dimenticato ancora qualcosa?», chiede regalandomi un sorrisetto divertito.

«No, ho tutto. Almeno credo. Se mi fossi dimenticato qualcosa, ne farò a meno. Andiamo, amore». Le metto una mano sulla schiena e la accompagno fuori, chiudendoci la porta alle spalle. Saliamo in macchina e partiamo verso la nostra destinazione segreta.

«Non mi vuoi proprio dire quello che hai in mente, vero?». Non si dà per vinta e continua a torturarmi anche ora che siamo in viaggio.

Alza il riscaldamento al massimo e si stringe nel cappotto. Non so come faccia a stare con questa temperatura tropicale, mi sembra di soffocare.

«Assolutamente no. Come fai a respirare con tutto questo calore che esce dai bocchettoni?». Guardo attentamente la strada. Sono le cinque di sera e ormai fa già buio. La neve continua a cadere lenta e soffice, attaccandosi sul terreno ghiacciato. Fortunatamente lo spargisale è già passato, assieme allo spazzaneve, e le strade sono abbastanza pulite.

Ti va di rischiare?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora