31. Buone nuove? - parte 2

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Sono completamente frastornato. Ho lasciato Serena sul nostro letto, non stava affatto bene e la cosa mi preoccupa parecchio. Non l'ho mai vista così sofferente in un anno che stiamo insieme. E se fosse davvero incinta? Sarebbe una gioia immensa per me, per noi, lo desideriamo da mesi ormai. Ci stavamo provando praticamente ogni giorno, ma finora non avevamo avuto fortuna. A essere sincero non credevo sarebbe stato così difficile, pensavo sarebbe successo in fretta, o almeno lo speravo.

Raggiungo la farmacia a piedi, si trova giusto dietro l'angolo, non devo nemmeno riprendere in mano la macchina. Non ho idea di dove cercare il test, meglio affidarsi al farmacista. Al contrario di molte persone, non mi vergogno minimamente a chiedere quello che mi serve. Non ho messo incinta per sbaglio una donna qualsiasi, non ho niente da nascondere.

«Mi servirebbe un test di gravidanza per la mia compagna». Mi rivolgo all'uomo dietro al bancone dopo averlo salutato cortesemente.

«C'è questo test classico». Mi fa vedere una confezione di cartone rosa. «Oppure questo indica anche di quante settimane è incinta».

«Mi dia questo». Scelgo il secondo, così sapremo meglio quando è successo, se aspettasse davvero un bambino, ovviamente.

«Bebè in arrivo?», chiede il farmacista con un sorriso.

«Io lo spero», rispondo rimettendo via il portafoglio dopo aver pagato. «Lo stavamo cercando».

«In bocca al lupo allora», dice lui consegnandomi la borsina con il mio acquisto.

«Crepi». Lo saluto con un cenno del capo.

Esco in strada e mi incammino verso il nostro appartamento, guardando il sacchettino che tengo stretto tra le dita. È un oggetto parecchio importante in questo momento: ci dirà se la nostra famiglia si allargherà o no. Sto cominciando a sudare freddo per l'ansia. Svoltato l'angolo, quasi mi scontro con un passante.

«Dove stai andando tanto di corsa?». Luca mi guarda divertito. Alex lo raggiunge un istante dopo e mi saluta con una calorosa pacca sulla spalla. Non ho voglia di fare conversazione in questo momento, devo tornare da Serena, sono già via da dieci minuti.

«Sono passato in farmacia, Serena non sta tanto bene», gli spiego muovendomi nervosamente sul posto.

«Che cos'ha?», chiede in ansia. «No, non dirmelo, veniamo con te».

Che cosa? Ci manca anche che ci sia altra gente per casa quando dobbiamo controllare una cosa tanto importante e delicata.

«Non credo sia il caso». Provo a dissuaderlo, ma Luca è irremovibile. Mi afferra per un braccio e mi trascina davanti al mio cancello.

«Devo assicurarmi che non hai avvelenato il mio tesorino», dice incrociando le braccia al petto.

Alex inarca un sopracciglio e scuote la testa rassegnato. Ormai sa che con Luca non si può ragionare, soprattutto quando si tratta di Serena.

«Amore, credo che loro due vogliano rimanere soli». Viene in mio soccorso il suo uomo.

«Lo faranno dopo», ribatte lui fregandosene altamente. «Non saranno mica questi cinque minuti che fanno la differenza».

Apro il cancello con un sospiro, tanto non potrei cacciarlo via e lui non se ne andrebbe neanche volendo.

«Ehi socio!».

Ecchecazzo! Tutti qui devono essere oggi? Mi volto verso il marciapiede e Lorenzo ci sta raggiungendo a passo svelto.

«Che cosa c'è stasera, un pokerino anticipato?», chiede guardando Luca e Alex.

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