VII

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Louis l'aveva baciato.

Non era stato un sogno, perché aveva percepito il suo cuore battere talmente forte che, per alcuni secondi, aveva avuto il timore che quello potesse schizzargli fuori dal petto. Non era stato un sogno, perché aveva sentito chiaramente le labbra di Louis posarsi sulle sue e quella sensazione era stata talmente nuova ed inebriante, che di certo non sarebbe stato capace di immaginarla tutto da solo.

Non era stato un sogno, perché se fosse stato un sogno, non avrebbe provato dolore.            

Forse avrebbe potuto definirlo fiabesco, in un tunnel subacqueo, con i pesci che li osservavano e i riflessi cristallini delle luci a neon azzurrine che illuminavano i loro volti. Il bacio dei sogni. E a ripensarci il suo cuore faceva una capriola perché era accaduto davvero nonostante tutto.

Quando Louis si era finalmente allontanato, erano rimasti a guardarsi, le ginocchia molli e gli occhi allacciati.

-Dobbiamo tornare col gruppo- aveva poi trovato il coraggio di dire. E il castano aveva annuito, stringendo le dita nei pugni per poi rilassare le spalle.

-Metterò le cose a posto-  aveva ribadito Louis, baciandolo una terza volta, uno sfioramento di labbra, delicato, quasi impercettibile.

Harry aveva annuito e si erano separati.
La gita era continuata ma il suo cervello aveva smesso di recepire ogni tipo di informazione. Avevano visitato altre sale, piene di granchi e molluschi, mentre una donna vestita con un tailleur rosa appariscente aveva parlato ininterrottamente per almeno due ore di biologia marina.

Aveva tenuto la testa bassa e ogni tanto si era toccato le labbra con le dita, percependo ancora la sensazione fantasma del corpo di Louis. Non si erano più rivolti lo sguardo, o almeno il riccio non lo aveva fatto, aveva avuto troppa paura che tutto potesse svanire, che Louis vedendolo, potesse realizzare che era stata una pessima idea, così aveva usato Daphne e Allie affinché gli facessero da scudo, rimanendo sempre fra le due, con le spalle strette e le mani in tasca.

Persino durante il viaggio di ritorno, mentre il crepuscolo oscurava il cielo col suo freddo manto, lui si era rintanato fra le prime file, schiacciato contro il finestrino con Daphne seduta accanto che bloccava il passaggio. Le due gli avevano fatto da sfingi per tutto il giorno, come nella storia infinita, l'avevano tutelato rendendolo irraggiungibile. Non sarebbe mai stato in grado di ringraziarle abbastanza.

Quando il pullman era giunto davanti alla scuola, lo avevano abbracciato e lui, colto alla sprovvista le aveva strette fra le braccia, incerto ma non pentito e infine, era corso via, raggiungendo la sua fermata e salendo sul primo autobus disponibile che lo avrebbe riportato a casa.

Non sapeva perché di preciso stesse fuggendo. Si sentiva un topo che correva alla cieca in un labirinto e Louis era un gatto selvatico, bellissimo, indomito e affamato.

Quando spalancò la porta dell'appartamento tirò un sospiro di sollievo; il topo era riuscito a nascondersi nel suo buco.

-Bentornato fratellino!- lo salutò Gemma rannicchiata sul divano, avvolta in una soffice coperta rossa in pile e con una tazza fumante di the fra le mani. Stava guardando una replica di Masterchef alla tv, gli sembrò vagamente di riconoscere l'episodio.

Harry si limitò ad alzare la mano e sorriderle, lasciando che il proprio zaino scivolasse dalle sue spalle e finisse con un tonfo sul pavimento.

-È stata una bella gita?- domandò poi la ragazza abbassando il volume della televisione per evitare che il gracchiare disperato di una vecchia donna che aveva appena bruciato i suoi tortini, sovrastasse quello che si prospettava essere un avvincente racconto.

My best friend's obsession ~ Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora