Diavolo d'un Papa

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Diavolo d'un Papa

Ogni artista, si sa, ha la sua musa ispiratrice. Ma è possibile che Guido Reni si sia ispirato ad un cardinale per dipingere Satana in persona? A giudicare dalla somiglianza tra il diavolo raffigurato nel quadro custodito nella chiesa dei Cappuccini in via Veneto ed il volto del cardinal Giovanni Battista Pamphili, successivamente passato alla storia come Papa Innocenzo X, sembrerebbe proprio di si.

La leggenda narra che, prima di essere eletto pontefice, il cardinal Pamphili avesse criticato aspramente lo stile di vita dissoluto di Guido Reni, artista dedito alla stregoneria ed al gioco d’azzardo. 

Quando la famiglia Barberini, grande rivale dei Pamphili, gli commissionò un’opera che ritraesse l’Arcangelo Michele mentre sconfiggeva il demonio, lui colse la palla al balzo per una vendetta d’autore.

Dipinse l’Arcangelo Michele talmente bello che molti lo paragonarono all’Apollo del Belvedere. I maggiori consensi però l'artista li ottenne con il diavolo sconfitto, la cui bruttezza maligna emergeva in ogni particolare. 

Unica voce stonata fu quella del futuro Papa Innocenzo X che non poté non notare l’incredibile somiglianza dei tratti del diavolo in agonia con i suoi. 

Reni, chiamato a render conto della sua opera, si difese candidamente:

«L’angelo io non potevo vederlo e dovetti dipingerlo secondo la mia fantasia. Il demone invece l’ho incontrato parecchie volte in sogno, l’ho guardato attentamente e ho fissato i suoi tratti proprio come li ho visti.»

In fondo, se il cardinal Pamphili aveva la sfortuna di assomigliargli non era certo colpa del Reni.
Chissà se Papa Innocenzo X quella volta ha imparato la lezione. Mai parlar male di un artista, la sua vendetta può essere eterna…

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